Documenti ed Atti
XVI Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02186 presentata da DOZZO GIANPAOLO (LEGA NORD PADANIA) in data 20120403
Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02186 presentata da GIANPAOLO DOZZO martedi' 3 aprile 2012, seduta n.616 DOZZO, BOSSI, LUSSANA, FOGLIATO, MONTAGNOLI, FEDRIGA, FUGATTI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DUSSIN, FABI, FAVA, FOLLEGOT, FORCOLIN, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARONI, MARTINI, MERONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, POLLEDRI, RAINIERI, REGUZZONI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: con piu' di un atto di sindacato ispettivo la Lega Nord aveva sollevato la problematica dei lavoratori cosiddetti esodati, ovvero di coloro che avevano concluso una trattativa, in base alla previgente normativa, per andare in pensione ed ora non possono piu' farlo perche' son cambiate le regole di accesso ed i requisiti richiesti, ma purtroppo sono al contempo rimasti senza posto di lavoro e, quindi, ovviamente senza stipendio; a titolo di memoria, si citano l'interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-02000 e gli ordini del giorno n. 9/4865-AR/99, accolto dal Governo in data 26 gennaio 2012, e n. 9/04865-B/41, accolto dal Governo in data 23 febbraio 2012; il Ministro interrogato ha dichiarato - e ribadito - che avrebbe monitorato la problematica e che nessuno dei lavoratori in mobilita' alla data del 31 dicembre 2011 sarebbe rimasto senza copertura reddituale, perche' le risorse indicate erano sufficienti per garantire tutti i lavoratori che a tale data si fossero trovati in mobilita'; secondo l'articolo di stampa de Il Corriere della Sera di venerdi' 30 marzo 2012, invece, le risorse sono insufficienti perche' il Governo aveva calibrato la salvaguardia su 65 mila lavoratori, mentre le stime approssimative quantificano il dato in 350 mila lavoratori; ancora secondo notizie di stampa, il Ministro interrogato si sarebbe impegnato a risolvere la questione entro il 30 giugno 2012, preannunciando la presentazione di un apposito decreto-legge che dovra' prevedere anche nuove risorse, destinate a fornire una sorta di «mini-sussidio» ai lavoratori che dovessero rimanere fuori dalla possibilita' di andare in pensione con le vecchie regole e che correrebbero il rischio di rimanere per qualche anno senza stipendio e senza pensione, dichiarando, peraltro (si veda il convegno de Il Sole 24 ore del 19 marzo 2012), l'intento di salvaguardare nell'immediato alcuni lavoratori «piu' deboli», mentre altri «piu' forti» potranno vedere maturare il loro diritto alla pensione con un differimento di un anno ed altri ancora saranno esclusi; se corrispondesse al vero che il Governo stia riconsiderando la platea dei cosiddetti lavoratori esodati - come individuati prima dal decreto-legge n. 214 del 2011 e successivamente dal decreto-legge n. 216 del 2011 - vorrebbe dire che persevera nel proposito di creare cittadini di serie A, di serie B e persino di serie C, contravvenendo ad ogni principio di equita' sociale; il Sottosegretario per l'economia e le finanze, Gianfranco Polillo, nel corso della trasmissione In Onda su La7, di lunedi' 2 aprile 2012, ha ipotizzato come soluzione alternativa la previsione di rendere nulli gli accordi ovvero di rivedere quelli che vietano a chi ha siglato l'accordo con l'azienda di cercare un altro lavoro, proposte non piaciute al Ministro interrogato -: quali siano realmente le ipotesi allo studio del Governo per risolvere la questione dei lavoratori cosiddetti esodati e se lo stesso Governo possa garantire che le nuove ed ulteriori risorse necessarie per la salvaguardia di tutti i lavoratori interessati - nessuno escluso - non siano reperite attraverso un aumento della pressione fiscale ovvero del costo del lavoro, ricordando il tentativo fatto in occasione dell'esame del «decreto-legge milleproroghe» di aumentare le aliquote contributive per artigiani e commercianti a copertura degli oneri. (3-02186)