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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00258 presentata da ZACCAGNINI ADRIANO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 16/04/2013

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00258 presentato da ZACCAGNINI Adriano testo di Martedì 16 aprile 2013, seduta n. 9 ZACCAGNINI , MASSIMILIANO BERNINI , L'ABBATE , GALLINELLA , GAGNARLI , BENEDETTI e LUPO . — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che: la qualità dell'acqua potabile destinata al consumo umano è disciplinata dalla direttiva dell'Unione europea 98/83/CE che ha fissato 48 parametri microbiologici, chimici e organolettici per assicurare la sicurezza e la qualità dell'acqua potabile; ogni Stato membro ha il dovere, in base alla direttiva suddetta di monitorare questi parametri, informare la cittadinanza ed inviare alla Commissione dell'Unione europea una relazione, ogni tre anni, sullo stato delle cose, facendo riferimento agli obblighi previsti dalla direttiva stessa; tra questi rientrano i parametri massimi dell'arsenico, per i quali l'Italia ha già ottenuto due deroghe alla direttiva, poiché 128 comuni italiani presentano livelli di arsenico ben oltre il limite consentito dall'Unione europea, causando concreti rischi per la salute umana; in particolare la Commissione europea ha respinto la terza richiesta di deroga da parte del nostro Paese poiché secondo l'Organizzazione mondiale della sanità e il comitato scientifico dei rischi sanitari e ambientali possono essere consentite «deroghe temporanee fino a 20 microgrammi per litro, mentre valori di 30, 40 e 50 microgrammi per litro determinerebbero rischi sanitari superiori, in particolare talune forme di cancro. Pertanto occorre autorizzare unicamente deroghe per valori di arsenico fino a 20 microgrammi per litro; i limiti di arsenico, fissati dalla Unione europea in 10 microgrammi per litro, vengono superati dai comuni italiani «incriminati» raggiungendo anche i 50 microgrammi; la situazione più grave è, senza dubbio quella della regione Lazio che vede coinvolti ben 50 comuni nelle province di Roma, Viterbo e Latina, superando anche i 50 microgrammi nel comune di Velletri, alle porte di Roma; secondo l'ultimo studio dell'Istituto superiore di sanità che ha preso in esame 269 cittadini (da 1 a 88 anni di età) residenti a Viterbo ed in 16 comuni della provincia, la concentrazione della sostanza nell'organismo dei viterbesi è oltre il doppio rispetto a quella nella popolazione generale, ed alte concentrazioni sono state rilevate anche nei bambini; in particolare, nei viterbesi la concentrazione della sostanza nelle unghie è risultata pari a 200 nanogrammi per grammo contro gli 82 nanogrammi di un gruppo di controllo nella popolazione generale; sempre secondo i risultati dello studio Istituto superiore di sanità, nei comuni del Lazio interessati all'emergenza arsenico, sarebbe in pericolo anche la catena alimentare. In particolare alte concentrazioni di arsenico sono state riscontrate nel pane viterbese, mentre gli ortaggi sono al vaglio di un ulteriore approfondimento; ciò è preoccupante poiché dimostra che i cittadini delle aree interessate sono esposti ad una duplice minaccia da parte dell'arsenico: l'acqua che bevono ed il cibo che mangiano, contaminato a sua volta a causa dell'acqua usata per lavorarlo, produrlo o coltivarlo; in molti comuni diverse ordinanze sindacali proibiscono l'uso dell'acqua per bere, cucinare, lavarsi o lavare gli alimenti, ma, a parere dell'interrogante è necessaria un'azione più concreta ed incisiva – e soprattutto trasparente nei confronti dei cittadini, che spesso sono ignari della gravità della situazione e dei concreti rischi che, loro malgrado, corrono ogni giorno – da parte della regione Lazio. Ad oggi, infatti, sono pochissimi gli impianti in funzione per rendere potabile l'acqua, non più di cinque in tutta la provincia di Viterbo; la regione Lazio nell'ottobre 2012 aveva previsto la realizzazione di 33 potabilizzatori in 16 comuni per la prima fase (quella con concentrazioni di arsenico oltre i 20 microgrammi), di cui 20 da ultimare entro il 31 dicembre 2012 e 13 al 31 marzo 2013; ad oggi però non si è ancora ultimata questa prima fase della potabilizzazione; a proposito degli effetti dell'arsenico sulla salute umana, l'ISDE – Associazione dei medici per l'ambiente, per voce della referente viterbese Antonella Litta, ha affermato che «nella fase della gravidanza, l'esposizione all'arsenico aumenta i rischi legati all'autismo e ai tumori cerebrali dei nascituri», inoltre «i limiti imposti dall'Unione europea sono stati calcolati basandosi solo su individui adulti sani e questo è molto grave: i bambini hanno infatti un metabolismo diverso, bevono maggiori quantitativi di acqua e quindi sono più esposti. Servirebbero norme di estrema cautela. Non a caso l'Unione europea ha concesso le deroghe a patto che per donne in stato di gravidanza e bambini al di sotto dei 3 anni il limite fosse da subito sotto i 10 microgrammi per litro». Sempre secondo l'ISDE, inoltre, l'arsenico potrebbe influire negativamente «nella fase evolutiva, ovvero nello sviluppo della persona»–: se non intenda, nell'ambito delle proprie competenze, assumere con urgenza ogni iniziativa per garantire a tutti i cittadini dei comuni interessati dall'emergenza arsenico l'uso di un'acqua incontaminata, al fine di garantire a tutti il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione. (4-00258)





 
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