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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00354 presentata da POLVERINI RENATA (IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 06/05/2013

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00354 presentato da POLVERINI Renata testo di Lunedì 6 maggio 2013, seduta n. 12 POLVERINI . — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che: con decreto ministeriale 22 marzo 2013 il Ministro della giustizia ha sostituito le tabelle allegate al decreto ministeriale 8 febbraio 2001, riformando in modo radicale le dotazioni organiche del Corpo di polizia penitenziaria, con riferimento sia alle strutture detentive sia ai servizi penitenziari (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, provveditorati regionali, scuole di formazione); l'emanazione del decreto ministeriale 22 marzo 2013 è stata preceduta da un esame congiunto con le organizzazioni sindacali rappresentative del Corpo di polizia penitenziaria, ma il precipitato normativo del confronto sindacale è ben lungi dal rappresentare una soluzione congiunta al problema della razionalizzazione degli organici cui il provvedimento ministeriale tenta di porre rimedio; l'attenzione dell'amministrazione penitenziaria verso la delicata problematica della razionalizzazione del personale di polizia penitenziaria è testimoniata anche dalla realizzazione del progetto di revisione degli organici, dapprima rivolto provvisoriamente a tutte quelle strutture che erano prive di un proprio organico, dipartimento, I.S.S.P.e, provveditorati, scuole di formazione, U.E.P.E e degli istituti penitenziari aperti dopo il 2000 e, successivamente, a tutte le strutture dirigenziali dell'amministrazione penitenziaria comprese quelle già con propria dotazione organica (PEA n.8/2008 revisione degli organici della polizia penitenziaria); il PEA 8/2008 ha impegnato tutte le strutture penitenziarie in una ricognizione capillare e dettagliata dei posti di servizio, al fine di mettere in condizione il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) di poter evitare di sottoporre il personale a carichi di lavoro insostenibili ed esporre il DAP e codesto Ministro a numerosi contenziosi aventi ad oggetto richieste risarcitorie per danni da stress lavoro-correlato, nonostante i tentativi del DAP di ridurre tale pericoloso fenomeno con interventi amministrativi che a questo punto sembrano semplici palliativi; come si può leggere nella relazione del Ministro della giustizia – DAP, per l'anno 2009, «Costituisce priorità della Direzione Generale ottenere autorizzazione, al più presto, a nuove assunzioni di personale in maniera significativa, in special modo nel ruolo agenti e assistenti, maschile e femminile, per far fronte alla grave e accertata carenza di tali unità rilevate. In tale ambito ed al fine di razionalizzare le risorse umane sono stati predisposti due importanti PEA giunti nella fase conclusiva e riguardanti: “Revisione degli organici della Polizia penitenziaria” e “Razionalizzazione e organizzazione dei servizi della Polizia penitenziaria”»; degli esiti del PEA n.8/2008 nulla si è più saputo e nel medio tempore il DAP ha avviato il progetto che ha condotto al decreto ministeriale 22 marzo 2013; la forte carenza di organico del Corpo di polizia penitenziaria è problema decisamente risalente nel tempo (Amato N., La riforma penitenziaria, in Leg. Giust., 1988, 1-2, 3 ss., spec. 5), e le condizioni di sovraffollamento carcerario, tuttora esistenti, non fanno che aggravarne l'impatto quotidiano a livello lavorativo, non solo incidendo negativamente sull'utenza detenuta, ma anche sul personale del Corpo di polizia penitenziaria addetto alla vigilanza ed osservazione nelle sezioni detentive, ovvero ai servizi di traduzione e piantonamento, avendo un contatto quotidiano e diretto con i detenuti, e quindi più esposto ad una situazione profondamente stressante, aumentando i carichi di lavoro con l'aumento del numero di soggetti presenti in sezione; l'opinione diffusa tra i vertici dell'amministrazione penitenziaria che una sezione carceraria sovraffollata non determini maggior carico di lavoro va decisamente smentita, soprattutto in quegli istituti di pena non conformi agli standard edilizi dettati dal decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n.230, con l'effetto di sovraccaricare l'operatore addetto alla vigilanza ed osservazione nel reparto detentivo di una serie «adempimenti di routine » (apertura delle stanze per docce, colloqui, telefonate, attività lavorative, socialità) che a lungo andare logorano il corpo e la psiche, come dimostra l'enorme numero di pensionamenti per infermità che caratterizzano il Corpo di polizia penitenziaria, come riferisce l'UGL polizia penitenziaria che, in una conferenza stampa tenuta a Roma, nel dicembre 2011, riferiva che a quella data su 1023 unità pensionate dal 1 o gennaio 2011, ben 673 fossero state determinate da infermità; anche il personale impiegato nel gravoso e rischioso servizio delle traduzioni e dei piantonamenti dei detenuti non ha condizioni migliori, essendo sempre impiegato «sotto scorta», cioè con un rapporto qualitativo e quantitativo, rispetto all'utenza vigilata e trasportata, ben al di sotto di standard minimi di sicurezza e ciò solo per assicurare il servizio; il sovraffollamento carcerario incide negativamente sulle condizioni di sicurezza delle strutture di pena, nel senso che una sezione ad elevata densità penitenziaria rende difficoltoso il controllo sulle persone presenti, sugli arredi e sulla struttura, aumentando i rischi ed alimentando un clima di paura ed insicurezza; ulteriore aspetto da non sottovalutare è rappresentato dalle ricadute dell’ overcrowding sulle condizioni materiali in cui opera il poliziotto, in quanto lavoratore, con una precarietà «dell'igiene e sicurezza sul posto di lavoro», sovente stigmatizzata sia dalle organizzazioni sindacali di categoria, sia da quella parte del terzo settore da più tempo interessata al monitoraggio delle condizioni carcerarie (vedi i vari rapporti Antigone), che coinvolge anche la stessa funzionalità del servizio istituzionale. Infatti, difficilmente una sezione sovraffollata può permettere all'agente di svolgere una reale opera di partecipazione all'attività di osservazione scientifica del detenuto, essendo molto più probabile che la situazione attuale possa orientare unicamente verso la reificazione del detenuto, facendo prevalere una sterile e semplice vigilanza rispetto ad una più proficua osservazione; la pianta organica del Corpo di polizia penitenziaria è stata determinata con la tabella F allegata al decreto legislativo 21 maggio 2000, n.146, cui va aggiunta la dotazione organica delle qualifiche dirigenziali e dei ruoli direttivi di cui alle precedenti tabelle D ed E, che porta a 45.121 la consistenza organica del Corpo di polizia penitenziaria; successivamente, i medesimi numeri sono stati confermati con il decreto ministeriale 8 febbraio 2001, allegato alla nota DAP 14 febbraio 2001, prot. n.140395/5.1 e dalla nuova tabella A) come rivista dal decreto ministeriale 23 marzo 2013; attingendo al consueto monitoraggio statistico offerto dalla sezione statistica del DAP si registra una vera e propria proporzione inversa tra gli organici della polizia penitenziaria e la popolazione detenuta presente, con eventi critici che non possono essere considerati occasionali, ma che andrebbero annoverati tra le problematiche strutturali; il rapporto tra l'organico effettivo del Corpo di polizia penitenziaria e le presenze dei detenuti rilevati al dicembre degli anni 2005-2012 è il seguente: Anno 2005: Polizia Penitenziaria effettivamente in servizio 42.509; Detenuti presenti 59.523; Anno 2006: Polizia Penitenziaria effettivamente in servizio 41.853; Detenuti presenti 39.005; Anno 2007: Polizia Penitenziaria effettivamente in servizio 41.358; Detenuti presenti 48.693; Anno 2008: Polizia Penitenziaria effettivamente in servizio 40.483; Detenuti presenti 58.127; Anno 2009: Polizia Penitenziaria effettivamente in servizio 40.152; Detenuti presenti 64.791; Anno 2010: Polizia Penitenziaria effettivamente in servizio 39.333; Detenuti presenti 67.961; Anno 2011: Polizia Penitenziaria effettivamente in servizio 39.038; Detenuti presenti 66.897; Anno 2012: Polizia Penitenziaria effettivamente in servizio 37.989; Detenuti presenti 65.701; come denunciato dalla Corte dei Conti (delibera 11/2012/G del 27 settembre 2012), e dall'UGL polizia penitenziaria in occasione di una giornata di studio tenutasi a Roma il 10-12 dicembre 2012, le unità di polizia attualmente in servizio non sono tutte impiegate nei servizi di istituto, ma sono utilizzate anche per altre attività indirettamente connesse ai compiti di istituto, con l'effetto di sottrarre risorse umane ad un sistema che scricchiola pericolosamente, e sovraccaricare il personale effettivamente operante nelle sezioni detentive, come denunciato dall'ex Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria dottor Franco Ionta, in un'audizione parlamentare tenutasi il 25 maggio 2010 innanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (resoconto stenografico n.46 dell'48 o seduta), in cui il responsabile dell'amministrazione penitenziaria ha ammesso che «tale carenza di organico impedisce di svolgere tutte le attività necessarie in un sistema penitenziario»; la polizia penitenziaria, più di altre forze di Polizia, subisce pesantemente il blocco delle assunzioni, che caratterizza la scena politica degli ultimi anni, sia per le esigue assunzioni in deroga al blocco che ogni anno sono autorizzate dagli organi competenti, nonostante le necessità del sistema carcerario siano conclamate e non meno importanti di quelle rappresentate dai vertici delle Forze di polizia operanti ordinariamente sul territorio, che per la mancanza di concorsi pubblici per i profili amministrativi, motivo che fa sì che appartenenti al Corpo siano impiegati stabilmente in compiti amministrativi, sottraendo unità di polizia penitenziaria all'espletamento dei compiti istituzionali, con un paradossale aumento della spesa in relazione al posto ricoperto; a questo quadro per nulla incoraggiante, va aggiunto il dato relativo al trend del personale in quiescenza, il cui turn-over non viene neanche coperto dalle assunzioni in deroga, con l'effetto di rendere il deficit di organico ancor più drammatico, nonostante agli appartenenti al cosiddetto comparto sicurezza siano state applicate prima le cosiddette «finestre mobili» per il loro pensionamento, con lo slittamento della data di collocamento in quiescenza, ed ora, con la riforma pensionistica adottata dal Governo Monti, decreto-legge 6 dicembre 2011, n.201, ne sia stato ulteriormente complicato l'accesso alla quiescenza con la previsione di una non condivisibile armonizzazione pensionistica; il problema degli organici del Corpo di polizia penitenziaria costituisce, poi, una delle tre direttrici del cosiddetto piano carceri, rispetto al quale l'assunzione di 1.800 unità di personale dei vari ruoli del Corpo di polizia penitenziaria, resa possibile grazie all'articolo 4, comma 1, legge 26 novembre 2010, n.199, di modifica dell'articolo 2, comma 215, legge 23 dicembre 2009, n.191, a copertura dell'aumentato fabbisogno connesso al fisiologico avvicendamento ed all'apertura delle nuove strutture carcerarie, consentirà al massimo di tamponare il segnalato decremento dell'organico e non la sua implementazione verso quota «45.121»; il rapporto attualmente sperequato tra utenza e personale di polizia penitenziaria rimarrà tale, se non peggiorerà, in quanto le intenzioni dell'amministrazione penitenziaria sono quelle di aumentare i posti di servizio, mediante l'apertura di nuovi padiglioni, ostinandosi a non attingere a quelle soluzioni tecnologicamente avanzate (videosorveglianza interna; sistemi di antiscavalcamento ed anti-intrusione) che consentirebbero un risparmio di personale enorme, spalmando gli oneri correlati sul medio-lungo periodo; il decreto ministeriale 23 marzo 2013, pur nella commendevole intenzione di dotare i servizi penitenziari di piante organiche che evitino discutibili assegnazioni temporanee sine die di personale di polizia penitenziaria in uscita dagli istituti e diretti verso servizi e scuole, non ha fatto altro che «fotografare» l'esistente, cioè cristallizzare nel provvedimento i numeri già presenti presso le strutture non detentive, depauperando paurosamente gli istituti dai quali il personale in questione proveniva in posizione di distacco; la definizione delle piante organiche, una volta imputate le unità in questione al reale centro di costo contabile (DAP, PRAP, Servizi vari...), togliendole quindi dalla dotazione organica fittizia dell'istituto di riferimento, farà emergere delle pericolose carenze in danno delle carceri dei capoluoghi di regione, che maggiormente alimentano le sedi non penitenziarie; attualmente la carenza d'organico negli istituti di pena alimenta il deprecabile fenomeno dei doppi/tripli posti di servizio coperti da un solo agente di polizia penitenziaria, sovente costretto ad assicurare la vigilanza e l'osservazione di oltre 100 detenuti contemporaneamente, nonché l'espletamento di tutti gli altri compiti previsti dagli ordini di servizio interni e dal regolamento di servizio del Corpo; sempre per motivi riconducibili alla perniciosa carenza d'organico restano chiuse o sottoutilizzate spesso anche intere sezioni di istituti di pena ed il personale viene impiegato stabilmente (specie d'estate) in turni di servizio massacranti (anche di 8/12 ore consecutive) con impiego massiccio di lavoro straordinario, spesso messo in pagamento con estremo ritardo, ovvero «imposto» a recupero; l'UGL polizia penitenziaria in occasione di un incontro tenutosi a Roma alla presenza dell'ex Ministro della giustizia, professoressa Paola Severino e del vice capo vicario del DAP, dottoressa Simonetta Matone, aveva lanciato le seguenti idee per razionalizzare al meglio il personale del Corpo di polizia penitenziaria attualmente in servizio: a) convenzione nazionale con Poste italiane SpA per evitare che unità di polizia penitenziaria siano impiegate come «addetto alla posta» in servizio esterno; b) reale impegno dell'amministrazione penitenziaria per l'esternalizzazione degli spacci aziendali presenti negli istituti, ove tuttora sono impiegati poliziotti penitenziari; c) ristrutturazione dei muri di cinta dei 206 istituti di pena, prevedendo che siano dotati di sistemi anti-intrusione e anti-scavalcamento, recuperando così il personale che espleta ancora l'antidiluviano servizio di sentinella; d) uso sistematico e massiccio del sistema di video-conferenza per ridurre il carico di lavoro del personale impiegato nel servizio traduzione; e) rafforzamento dell'apparato sanzionatorio in capo ai magistrati che si ostinano tuttora a non effettuare le attività giudiziarie presso gli istituti penitenziari, come invece previsto dalla legge 17 febbraio 2012, n.9; g) esplicitazione con norma di legge degli obblighi in capo alle forze di Polizia diverse dalla polizia penitenziaria di effettuare le traduzioni diverse da quelle previste dal recente modello operativo del servizio traduzioni, emanato il 15 marzo 2013, specie con riferimento a quelle relative a detenuti non in carico agli istituti; queste sono solo alcune delle idee che potrebbero provenire da un confronto leale e aperto con le organizzazioni sindacali di comparto–: quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per: a) porre rimedio alla gravissima carenza d'organico reale che affligge il Corpo di polizia penitenziaria, magari disponendo l'assunzione straordinaria di non meno di 3.000 unità del ruolo agenti assistenti, anche per consentire il ripianamento delle dotazioni organiche dei ruoli intermedi con concorsi interni, anch'esse pericolosamente carenti; b) rivedere il decreto ministeriale 23 marzo 2013 e le tabelle ad esso allegate, viste le criticità che conseguono ad un provvedimento emanato «cristalizzando l'esistente»; c) assicurare il prescritto benessere per il personale di polizia penitenziaria, minato a causa di una dotazione organica che non tiene conto del sovraffollamento tuttora esistente e di progettualità avveniristiche (si pensi alla cosiddetta sorveglianza dinamica) per la cui ortodossa realizzazione necessitano risorse umane e strumentali maggiori, non potendosi esigere «a costo zero». (4-00354)

 
Cronologia
giovedì 2 maggio
  • Parlamento e istituzioni

    Nomina e giuramento dei Viceministri e dei Sottosegretari di Stato.



lunedì 6 maggio
  • Parlamento e istituzioni
    Muore a Roma il senatore a vita Giulio Andreotti.

martedì 7 maggio
  • Politica, cultura e società

    A Genova, la nave porta-container Jolly nero colpisce accidentalmente una palazzina del porto, provocandone il crollo. Le vittime sono 9.