Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA URGENTE 2/00057 presentata da BINETTI PAOLA (SCELTA CIVICA PER L'ITALIA) in data 21/05/2013

Atto Camera Interpellanza urgente 2-00057 presentato da BINETTI Paola testo presentato Martedì 21 maggio 2013 modificato Giovedì 23 maggio 2013, seduta n. 22 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, il Ministro della salute , per sapere – premesso che: negli ultimi anni, in diversi consessi internazionali, lo Stato italiano è stato fortemente redarguito dalle Nazioni Unite per il suo scarso e inefficace impegno nel contrastare la violenza maschile nei confronti delle donne; rappresentano cifre da brivido quelle del femminicidio in Italia (il Paese è ai primi posti nel mondo, calcolando che viene uccisa una donna ogni tre giorni): in otto anni sono state più di novecento le vittime nel nostro Paese, ma cosa più grave è che il 70 per cento di quelle uccise nel 2012 aveva denunciato il proprio assassino per stalking , maltrattamenti e abusi; di solito, i responsabili di questi reati (consumati nel 63 per cento dei casi tra le mura domestiche) sono coloro che dichiarano di «amare» le loro donne; mariti lasciati, fidanzati traditi o che non accettano la fine di una storia. E l'età non conta: si diventa carnefici a tutte le età, dai 15-17 anni in su; nello specifico, sono 124 le donne uccise nel 2012 (nel 2013 già una quarantina), in leggero calo rispetto alle 129 del 2011. Ma ci si trova davanti ad un dato altrettanto preoccupante se si considerano i 47 tentati femminicidi e le otto vittime, tra figli e altre persone; questo è quanto risulta dal rapporto sul femminicidio in Italia nel 2012 della Casa delle donne di Bologna che, dal 2005, raccoglie i dati sul fenomeno sempre più allarmante e, quindi, meritevole di immediata attenzione da parte della politica; le regioni del Nord restano quelle in cui i delitti sono più frequenti, a dimostrazione che, laddove le donne vivono situazioni di maggior autonomia e indipendenza (essendo, quindi, meno propense ad accettare di subire violenza e disparità di potere nella relazione), esse sono anche maggiormente a rischio di finire vittime della violenza maschile; il rapporto sottolinea l'unico dato positivo, ovvero una maggiore attenzione della stampa nella descrizione dei femminicidi, tralasciando – a volte – la solita etichetta «omicidio passionale» che ingenera confusione e non descrive adeguatamente la situazione; finalmente, i giornalisti focalizzano la propria attenzione sui maltrattamenti e le denunce che hanno preceduto il delitto, escludendo il cosiddetto raptus : il femminicidio, infatti, raramente è frutto di un accesso d'ira incontrollata ma costituisce soltanto l'ultimo scalino di una lunga escalation ; se fino al 2011, in quasi il 90 per cento dei casi riportati dalla cronaca, tale informazione non era reperibile, oggi si apprende frequentemente dai mezzi di informazione che il 40 per cento delle donne uccise nel 2012 aveva già subito violenza da parte del partner o dell'ex che poi l'ha uccisa; è questo un dato importante che dimostra come la consapevolezza dei media sul legame profondo tra violenza di genere e femminicidio, in questi anni, è cresciuta e si è consolidata; ma ciò mostra anche come troppo spesso la voce delle donne resti inascoltata o si tenda a sottovalutare l'intensità della loro sofferenza e la percezione del rischio imminente con cui convivono; la prevenzione di questi delitti è necessaria e praticabile e richiede una tipologia di interventi diversificati, a seconda della situazione concreta in cui vive la donna: dalla sua autonomia economica, alla presenza o meno di figli; dalla sua capacità di reagire con energia, alla sua tendenza invece a subire passivamente le situazioni; la prevenzione si può realizzare offrendo una protezione sempre maggiore e sempre più qualificata alle donne che vivono situazioni di violenza, prima che giunga a conseguenze irreparabili–: se non si ritenga opportuno, al di là delle condivisibili iniziative già annunciate in materia di task force e di osservatorio nazionale, destinare maggiori risorse ai centri antiviolenza e rafforzare le reti di contrasto al fenomeno tra istituzioni e privato sociale qualificato, favorendo una corretta formazione di operatori sanitari e sociali, nonché assumere iniziative per predisporre, negli uffici giudiziari, sezioni specializzate in materia di violenza di genere, in modo che le donne possano superare la paura e divenire consapevoli che sconfiggere e sopravvivere alla violenza è possibile. (2-00057) « Binetti , Dellai , Adornato , Balduzzi , Buttiglione , Capua , Caruso , Causin , Cera , Cesa , Cimmino , D'Agostino , Dambruoso , De Mita , Galgano , Gigli , Gitti , Marazziti , Matarrese , Mazziotti Di Celso , Nissoli , Oliaro , Piepoli , Quintarelli , Rabino , Rossi , Santerini , Sberna , Schirò Planeta , Tinagli , Vargiu , Vecchio , Vitelli ». (21 maggio 2013)





 
Cronologia
lunedì 20 maggio
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva il disegno di legge recante conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 marzo 2013, n. 24, recante disposizioni urgenti in materia sanitaria (C. 734), che sarà approvato definitivamente dal Senato il 22 maggio (legge 23 maggio 2013, n. 57).



lunedì 27 maggio
  • Politica, cultura e società

    Il Ministero dell'economia e delle finanze dispone l'amministrazione straordinaria della Cassa di risparmio di Ferrara.