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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00578 presentata da DE LORENZIS DIEGO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 23/05/2013

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00578 presentato da DE LORENZIS Diego testo di Giovedì 23 maggio 2013, seduta n. 22 DE LORENZIS , DI BATTISTA , COMINARDI , TRIPIEDI , FICO , LUIGI GALLO , BONAFEDE , ALBERTI , BARONI , BATTELLI , MASSIMILIANO BERNINI , PAOLO BERNINI , NICOLA BIANCHI , BRUGNEROTTO , CARINELLI , CASTELLI , CATALANO , CECCONI , COLONNESE , CURRÒ , DA VILLA , DALL'OSSO , D'AMBROSIO , DEL GROSSO , DELLA VALLE , DELL'ORCO , DI BENEDETTO , MANLIO DI STEFANO , DI VITA , D'UVA , FRACCARO , FURNARI , GAGNARLI , GALLINELLA , SILVIA GIORDANO , L'ABBATE , LIUZZI , LOREFICE , MANTERO , NESCI , PARENTELA , PESCO , PRODANI , RIZZETTO , SCAGLIUSI , SEGONI , SIBILIA , SORIAL , SPADONI , TERZONI , TOFALO , SIMONE VALENTE , VALLASCAS , VIGNAROLI e ZACCAGNINI . — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: il 26 luglio 2012, su richiesta della procura di Taranto, il GIP Patrizia Todisco dispone il sequestro preventivo, senza facoltà d'uso, degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva parlando di disastro ambientale. Nell'ordinanza viene inoltre affermato che «chi gestiva e gestisce l'Ilva ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza» e, con specifico riferimento al problema delle polveri, che, con precedenti sentenze del tribunale, «è stato chiaramente ribadito che tutte le misure introdotte si sono rivelate, a tutto concedere, un'abile opera di maquillage , verosimilmente dettata dall'intento di lanciare un segnale per allentare la pressione sociale e/o delle autorità locali ed ambientali – ma non possono essere considerati il massimo in termini di rimedi che si potevano esigere, nel caso concreto, al cospetto della conclamata inefficacia dei presidi in atto ad eliminare drasticamente il fenomeno dello spolverio»; il 26 novembre 2012, in concomitanza con una seconda ondata di arresti sulla base dell'inchiesta per disastro ambientale e di un'altra parallela chiamata «ambiente svenduto», il GIP dispone il sequestro del prodotto finito e semilavorato giacente sulle banchine perché ottenuto utilizzando gli impianti che erano sotto sequestro per un totale, da quanto appreso a mezzo stampa, di 1,8 milioni di tonnellate di acciaio, per un valore di un miliardo di euro; il 3 dicembre 2012, il Governo Monti ha emanato il decreto n.207, convertito dalla legge il 24 dicembre 2012, recante «Disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale», pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 gennaio 2013, n.2, dove viene stabilito che «in presenza di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale, qualora vi sia una assoluta necessità di salvaguardia dell'occupazione e della produzione, il Ministro dell'ambiente possa autorizzare mediante autorizzazione integrata ambientale la prosecuzione dell'attività produttiva di uno o più stabilimenti per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi e a condizione che vengano adempiute le prescrizioni contenute nella medesima autorizzazione, secondo le procedure e i termini ivi indicati, al fine di assicurare la più adeguata tutela dell'ambiente e della salute secondo le migliori tecniche disponibili», autorizzando, così, di fatto, l'Ilva a produrre e restituendo all'azienda il possesso dei beni, nonostante i decreti di sequestro; il comma 3 dell'articolo 3 di suddetto decreto, infatti, stabilisce che «a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, per un periodo di trentasei mesi, la società ILVA SpA di Taranto è immessa nel possesso dei beni dell'impresa ed è in ogni caso autorizzata, nei limiti consentiti dal provvedimento di cui al comma 2, alla prosecuzione dell'attività produttiva nello stabilimento e alla commercializzazione dei prodotti, ivi compresi quelli realizzati antecedentemente alla data di entrata in vigore del presente decreto, ferma restando l'applicazione di tutte le disposizioni contenute nel medesimo decreto»; la sopracitata azienda privata, dunque, a differenza di altre aziende, gode di un riconoscimento particolare poiché considerata di interesse strategico nazionale; l'articolo 1, comma 2, prevede che «nei casi di cui al comma 1 – ovvero in presenza di stabilimenti strategici nazionali – le misure volte ad assicurare la prosecuzione dell'attività produttiva sono esclusivamente e ad ogni effetto quelle contenute nel provvedimento di autorizzazione integrata ambientale, nonché le prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame»; l'articolo 1, comma 3, dello stesso decreto-legge dispone che: «la mancata osservanza delle prescrizioni contenute nel provvedimento di prosecuzione dell'attività produttiva è punita con sanzione amministrativa pecuniaria fino al 10 per cento del fatturato della società risultante dall'ultimo bilancio approvato» e che la sanzione viene irrogata dal prefetto competente per territorio; all'articolo 3 comma 4 viene disciplinata la nomina di un garante che, avvalendosi dell'ISPRA, con il supporto dell'agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente, viene incaricato di vigilare sull'attuazione delle disposizioni contenute in suddetto decreto; tale garante «acquisisce le informazioni e gli atti ritenuti necessari che l'azienda, le amministrazioni e gli enti interessati devono tempestivamente fornire, segnalando al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e al Ministro della salute eventuali criticità riscontrate nell'attuazione della predetta autorizzazione e proponendo le idonee misure»; in data 12 marzo 2012 l'ISPRA redigeva la relazione trimestrale che accertava il mancato rispetto delle prescrizioni contenute nel decreto del riesame del 26 ottobre 2012, numerando 22 prescrizioni relative ad «interventi parzialmente completati, ovvero per i quali è stato riscontrato l'inizio dell'adeguamento, ma il cui completamento risulta prevedibilmente differito rispetto alle previsioni»; nella stessa nota l'ISPRA segnala anche l'accertamento di talune violazioni dei limiti emissivi prescritti, in particolare alle prescrizioni 41, 42 e 49; il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore Corrado Clini, nel primo trimestre 2013, dando riscontro all'interrogazione dei parlamentari Bratti, Mariani e Ferranti ha affermato che «in data 21 marzo 2013 ISPRA ha successivamente segnalato alcune non conformità rispetto al provvedimento di AIA, indicando le azioni correttive da intraprendere. Di conseguenza, il Ministero ha prontamente diffidato ILVA a porre in essere le azioni correttive al fine eliminare le difformità riscontrate» e che «si è attualmente in attesa dei riscontri da parte di ILVA in merito alla realizzazione delle misure indicate»; il 26 marzo 2013 il garante segnalava le criticità riscontrate al signor prefetto di Taranto; il prefetto di Taranto, in risposta ad una richiesta del 20 aprile 2013 protocollata dal Meet Up 192 – Amici di Beppe Grillo Taranto, affermava che «si ribadisce che quest'Ufficio procederà ad istruire e perfezionare i procedimenti sanzionatori previsti dall'articolo 1 del decreto-legge n.207 del 3 dicembre 2012, come convertito nella legge n.231 del 24 dicembre 2012, non appena perverrà, da parte dell'organo di accertamento, il rapporto di cui all'articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n.689»; il garante, in data 30 aprile 2013, a seguito della richiesta inviatagli dal «Meet Up 192 – Amici di Beppe Grillo Taranto», ha risposto scrivendo che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Direzione Generale Valutazioni Ambientali prot. DVA – 2013 – 0009754 – del 29 marzo 2013), con nota del 29 aprile 2013, ha chiarito che nel procedimento previsto dal terzo comma dell'articolo 1 del decreto legge n.207 del 2012, la competenza alla contestazione dell'infrazione appartiene all'ISPRA, mentre spetta al Prefetto l'irrogazione della sanzione; il 3 maggio 2013, il «Meet Up 192 – Amici di Beppe Grillo Taranto» via PEC chiedeva all'ISPRA di inviare entro e non oltre la data del 15 maggio 2013, la contestazione dell'infrazione e tutto quanto necessario al fine di irrogare le sanzioni previste dal comma 3, dell'articolo 1 del decreto-legge n.207 del 2012, nella misura massima del 10 per cento del fatturato della società, risultante dall'ultimo bilancio approvato, in considerazione di quanto sopra esposto; da quanto si apprende a mezzo stampa, e denunciato dal Legambiente, l'Ilva avrebbe chiesto numerose proroghe, anche rilevanti dal punto di vista dei tempi di adempimento di alcune importanti prescrizioni, che intervengono su aspetti particolarmente inquinanti della produzione, come ad esempio la prescrizione «6» – relativa alla chiusura nastri e cadute di materiali sfusi che l'Aia imponeva entro gennaio 2013 e l'Ilva pospone al 2015 – e la prescrizione «12 in merito alla nebulizzazione di acqua (fog cannon) al fine di ridurre le emissioni diffuse dei parchi minerali posposta ad ottobre del 2013 in luogo della prevista scadenza di ottobre 2012; qualora il Governo concedesse ulteriori proroghe si rischierebbe, a detta degli interroganti, di sacrificare, per l'ennesima volta, la salute dei cittadini di Taranto e l'ambiente limitrofo agli impianti dell'ILVA; ad oggi, nonostante le numerose criticità riscontrate, non sono state ancora irrogate le sanzioni previste; l'ILVA, sempre a detta degli interroganti, non avrebbe ancora predisposto un piano industriale e non risulta essere stato redatto neanche un piano finanziario a garanzia della copertura degli stessi interventi necessari ai fini dell'adempimento delle prescrizioni dell'Aia; l'azienda, dopo aver subito la scissione del «gruppo Riva» in «RIVA Forni elettrici» e «ILVA SpA» ha dichiarato più volte, nei mesi scorsi anche a mezzo stampa, di avere dei problemi finanziari e di riscontrare, dunque, difficoltà nel pagamento gli stipendi–: quali siano le motivazioni che ad oggi hanno impedito l'irrogazione delle sanzioni previste dal decreto; se i Ministri interrogati intendano concedere le proroghe richieste dall'Ilva; quali siano le intenzioni del Governo e se non si ritenga necessario intervenire con fermezza e decisione nel richiedere all'azienda le motivazioni che hanno impedito, tutt'oggi l'adozione da parte dell'Ilva del piano industriale e del piano finanziario degli investimenti, così come richiesti nell'Aia; quali provvedimenti si intendano adottare nel caso in cui l'Ilva non rispettasse quanto disposto nell'Aia; se il Governo abbia già previsto soluzioni alternative al fine di salvaguardare la salute e l'ambiente dei cittadini di Taranto da una parte e il reddito dei lavoratori impiegati nello stabilimento, dall'altra. (4-00578)

 
Cronologia
lunedì 20 maggio
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva il disegno di legge recante conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 marzo 2013, n. 24, recante disposizioni urgenti in materia sanitaria (C. 734), che sarà approvato definitivamente dal Senato il 22 maggio (legge 23 maggio 2013, n. 57).



lunedì 27 maggio
  • Politica, cultura e società

    Il Ministero dell'economia e delle finanze dispone l'amministrazione straordinaria della Cassa di risparmio di Ferrara.