Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/00033 presentata da PUPPATO LAURA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 06/06/2013
Atto Senato Interpellanza 2-00033 presentata da LAURA PUPPATO giovedì 6 giugno 2013, seduta n.037 PUPPATO, FAVERO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che: il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, cosiddetta spendig review , che ha previsto la riorganizzazione dei servizi degli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze e delle Agenzie fiscali, ha predisposto un piano di soppressione degli uffici dell'Agenzia delle entrate presenti nel territorio nazionale; nello specifico l'art.23- quinquies , comma 5, stabilisce che, "nei casi in cui si ritenga indispensabile, ai fini dell'efficace svolgimento di compiti e funzioni dell'amministrazione centrale, l'articolazione delle strutture organizzative in uffici territoriali, si procede comunque alla riduzione del numero degli stessi. Gli uffici da chiudere sono individuati avendo riguardo prioritariamente a quelli aventi sede in province con meno di 300.000 abitanti, ovvero aventi un numero di dipendenti in servizio inferiore a 30 unità, ovvero dislocati in stabili in locazione passiva"; è in applicazione della suddetta disposizione, dunque, che è stata prevista la soppressione di 11 uffici territoriali in Piemonte e Veneto (Nizza Monferrato, Cossato, Bra, Chieri, Domodossola, Santhia?, Pieve di Cadore, Badia Polesine, Castelfranco veneto, Vittorio veneto e Arzignano); ciò fa seguito ad un precedente analogo provvedimento del luglio 2012 con cui è stata disposta la chiusura di altri 17 uffici nello stesso territorio; nulla è dato conoscere in merito ai piani futuri dell'Agenzia nonostante gli importanti riflessi che la soppressione dell'Agenzia del territorio e dei Monopoli e il loro accorpamento rispettivamente con l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle dogane avranno sull'assetto organizzativo, sul futuro lavorativo del personale che opera presso tali strutture, sulla qualità dei servizi resi ai cittadini e alle attività contribuenti; l'eventuale chiusura, momentaneamente sospesa, degli 11 uffici del Piemonte e del Veneto, produrrebbe, infatti, un forte aumento dei costi e dei disagi sia per i 70 lavoratori che attualmente operano presso tali strutture (costretti a trasferirsi anche a 40 chilometri di distanza) sia ai cittadini e alle imprese che a tali uffici fanno riferimento e che, nel caso degli uffici di montagna, dovrebbero affrontare fino a 5 ore di viaggio per recarsi presso l'ufficio più vicino; la scelta di procedere alla chiusura sarebbe stata effettuata in base ai seguenti parametri: minor distanza con l'ufficio accorpante, minor numero di personale, percentuale di servizi erogati rispetto al totale provinciale, numero di comuni serviti, popolazione servita, costi di gestione, quantità e frequenza dei collegamenti con trasporti pubblici, costi degli immobili che ospitano gli uffici (anche considerando eventuali contratti di locazione); considerato che: appaiono del tutto oscure le ragioni che possono aver spinto l'Agenzia delle entrate a prevedere la chiusura di tali importanti presidi, soprattutto se tale operazione viene giustificata dall'esigenza di ridurre i costi della spesa pubblica; infatti, forti sono i dubbi in ordine al risparmio economico che da tale operazione potrebbe derivare, soprattutto se si considera che per il personale sarebbe stato previsto un semplice trasferimento dei lavoratori da un ufficio all'altro, con i relativi costi di gestione, e che l'accorpamento non produrrebbe alcun risparmio legato alle lavorazioni essendo le stesse non sovrapponibili; la prevista chiusura non sarebbe inoltre giustificata neanche dall'incapacità dello Stato a far fronte alle spese di locazione degli immobili che ospitano gli uffici, in quanto le amministrazioni comunali, consapevoli dell'importanza che la presenza di tali presidi ha sul territorio, si sarebbero rese disponibili ad una locazione gratuita dei locali all'Agenzia delle entrate; a giudizio degli interpellanti, ciò che invece appare chiaro ed inequivocabile è che la soppressione degli uffici territoriali andrà di fatto a penalizzare i lavoratori e a privare ulteriormente i cittadini e le tutte le categorie economiche, paradossalmente proprio nelle aree più virtuose del nostro Paese, di un servizio estremamente utile, a fronte di una pressione fiscale sempre più forte e insostenibile, che non ha eguali in Europa; appare agli interpellanti, inoltre, fortemente incoerente uno Stato che da un lato sbandiera i risultati della lotta contro l'evasione fiscale e fa progetti per continuare in tale impresa e dall'altra cancella proprio quei presidi territoriali che a ciò contribuiscono con la loro attività di controllo e verifica; stante l'attuale congiuntura economica con imprese e famiglie che faticano ad andare avanti, a giudizio degli interpellanti l'idea di uno Stato latitante che si ritira dal territorio addossando costi e disagi ai cittadini e? inaccettabile e non può che trasformarsi in un boomerang per le istituzioni; preoccupa infatti l'ipotesi sempre più realistica che quello a cui si sta assistendo possa essere solo il preludio ad una futura chiusura definitiva degli uffici periferici il cui smantellamento e? a giudizio degli interpellanti cominciato nel 2009 (anno di istituzione delle direzioni provinciali) con lo spostamento dell'attività di controllo presso i capoluoghi di provincia, il conseguente trasferimento dei lavoratori e la mancata sostituzione del personale giunto a fine rapporto di lavoro, si chiede di sapere: se il Governo non ritenga di dover intervenire con la massima urgenza per scongiurare la chiusura degli 11 uffici territoriali presenti in Veneto e Piemonte, in considerazione degli enormi disservizi e delle pesanti ripercussioni che tale operazione avrebbe sull'economia del territorio; quali siano le ragioni che hanno spinto l'Agenzia delle entrate a prevedere la chiusura di tali uffici e, qualora dovessero essere di carattere economico, se non ritenga di dover chiarire quali sarebbero gli effettivi risparmi per lo Stato a seguito di tale operazione; se, comunque, non ritenga che un servizio come quello offerto dagli uffici territoriali sia e debba essere considerato prioritario anche rispetto ad un ipotetico risparmio per le casse dello Stato che, per quanto giusto e doveroso, non può legittimare misure eccessive contro i cittadini, i lavoratori e le realtà economiche del Paese sempre più tassati e sempre più privati di quei servizi che lo Stato è tenuto ad assicurare. (2-00033)