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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00395 presentata da VALENTE VALERIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 19/06/2013

Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-00395 presentato da VALENTE Valeria testo presentato Mercoledì 19 giugno 2013 modificato Venerdì 21 giugno 2013, seduta n. 38 VALERIA VALENTE , ROBERTA AGOSTINI , BOSSA , PALMA , ROSTAN , TARTAGLIONE , MANFREDI , PAOLUCCI , VALIANTE , SALVATORE PICCOLO . — Al Ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili . — Per sapere – premesso che: i brutali episodi di violenza sulle donne che si sono verificati in Campania negli ultimi giorni vanno ad aggiungersi all'allarmante dato che vede proprio la regione Campania al primo posto, in Italia, per episodi di violenza ai danni delle donne, violenze troppe volte sfociate in femminicidi o in devastanti lesioni all'integrità fisica e psicologica delle vittime; è noto, peraltro, che la effettiva dimensione di questa emergenza, nel Paese come nella regione Campania, deve ritenersi assolutamente sottostimata, considerato che la maggior parte delle violenze perpetrate ai danni delle donne, di ogni estrazione sociale e livello culturale, si verifica tra le mura domestiche, nell'ambito di rapporti familiari o di relazioni interpersonali consolidate, senza che gli episodi di violenza vengano denunciati o resi noti, almeno fintanto che non si traducono in cruenti fatti di cronaca; gli episodi di violenza sulle donne non possono essere affrontati esclusivamente con riferimento alla responsabilità personale degli autori dei delitti, considerato che il ripetersi di questi episodi è sintomo di grave disagio socio-familiare, dovuto a problemi culturali che non riguardano esclusivamente i soggetti coinvolti e le loro famiglie, ma che interessano l'intera collettività; appare indifferibile e urgente individuare le risorse finanziarie necessarie a garantire una dotazione adeguata del fondo contro la violenza alle donne, finalizzato alla prevenzione, all'informazione, alla sensibilizzazione nei confronti del fenomeno, nonché al sostegno dei centri antiviolenza e delle case-rifugio, in raccordo con le istituzioni locali, con le forze dell'ordine, con l'associazionismo, il volontariato e con gli operatori sociali e della cultura; è ugualmente urgente realizzare, in concorso con le regioni, ciascuno per quanto di competenza, un piano formativo uniforme su tutto il territorio nazionale, con l'obiettivo di sensibilizzare anche gli operatori sanitari ospedalieri e territoriali al riconoscimento di possibili situazioni di soggezione psico-fisica e alla interazione con le vittime; l'Unione europea ha definito « standard di qualità» per i centri antiviolenza e le case rifugio in numerosi documenti sottoscritti anche dal nostro Paese ed è stata, altresì, affermata l'obbligatorietà, per tutti i Governi nazionali dell'Unione, della elaborazione del «piano nazionale sulla violenza contro le donne, in collaborazione con le associazioni di donne»; l'avvenuta approvazione della legge di ratifica delle convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne impone allo Stato italiano di risolvere, senza ulteriori differimenti, le tante criticità – normative, interpretative, di organizzazione amministrativa – già segnalate con le raccomandazioni del Comitato CEDAW (convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna), convenzione Onu ratificata dal nostro Paese sin dal 1985, con successiva adesione dell'Italia al protocollo opzionale nel 2002; all'Italia è stato, infatti, contestato di non aver applicato in maniera coerente le linee di intervento fissate dal Comitato Cedaw, della cui attuazione, peraltro, il Governo dovrà, a breve, rendere conto al Comitato Cedaw medesimo; la convenzione di Istanbul impone di affrontare il problema della violenza come fenomeno complesso che connette la discriminazione con il femminicidio, con un approccio interdisciplinare e globale di tipo «olistico», che superi, perciò, anche nella indicazione di attività, progetti, interventi, soggetti coinvolti, visioni settoriali e approcci disomogenei al problema; con l'espressione violenza nei confronti delle donne – secondo quanto dettato dalla convenzione di Istanbul – si intende «... designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano, o sono suscettibili di provocare, danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata»; il Ministro interrogato nel suo intervento alla Camera riguardante la ratifica della convenzione di Istanbul, ha ribadito la necessità di sensibilizzare l'intera collettività sul fenomeno della violenza di genere, formando adeguatamente operatori socio-sanitari e forze dell'ordine istituzionalmente competenti, potenziando i centri antiviolenza esistenti sul territorio, reperendo maggiori risorse finanziarie da destinare alla prevenzione e al contrasto alla violenza di genere, considerando la convenzione un utile strumento per introdurre nell'ordinamento italiano misure più adeguate ad affrontare il problema, sia di carattere amministrativo, sia di carattere normativo; l'ordine degli psicologici della Campania ha realizzato lo studio «Osservatorio sulla violenza alle donne» – con il diretto coinvolgimento dei 17 centri antiviolenza della Campania – con cui si sono, fra l'altro, evidenziate le enormi difficoltà che dette strutture incontrano per lo svolgimento dei loro compiti, sia a causa della carenza di risorse, di personale, di strutture adeguate (alcuni centri antiviolenza non dispongono neppure di spazi per accogliere ed ospitare le donne che intendono sottrarsi ai loro persecutori), sia per la inadeguata dislocazione dei centri antiviolenza sul territorio regionale (9 dei quali nel napoletano, 1 per l'intera provincia di Avellino, 1 per Benevento e 2 per Salerno); la regione Campania, con legge regionale 23 febbraio 2005, n.1, ha disciplinato la «Istituzione dei centri e case di accoglienza e assistenza per le donne maltrattate» e con successiva legge regionale 11 febbraio 2011, n.2, ha disciplinato le «Misure di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere», dotandosi, così, di strumenti legislativi e presidi antiviolenza che la regione stessa ha l'onere di utilizzare correttamente, in concorso con gli altri soggetti coinvolti, nel quadro dei compiti e delle funzioni istituzionali di competenza–: alla luce dell'urgenza imposta dalla gravità degli episodi verificatisi in Campania, quali iniziative intenda adottare il Ministro, nell'ambito delle sue competenze, d'intesa con la regione Campania, al fine di facilitare la piena attuazione alle norme richiamate in premessa; in che tempi e con quali modalità il Ministro intenda pervenire alla sollecita adozione del piano nazionale sulla violenza contro le donne e alla dotazione di un apposito fondo contro la violenza alle donne; in che tempi e con quali modalità il Ministro, con il coinvolgimento di tutti i Ministeri a vario titolo interessati (Ministero dell'interno, dell'istruzione, dell'università e della ricerca, della salute) intenda promuovere gli interventi, dallo stesso Ministro preannunciati, per attivare i percorsi formativi volti alla sensibilizzazione degli operatori sanitari ospedalieri e territoriali in favore delle donne vittime di violenza e gli ulteriori interventi destinati a realizzare una specifica campagna contro la violenza sulle donne, che coinvolga regioni, enti locali, associazioni, forze dell'ordine, mezzi di informazione, anche al fine di attivare collegamenti funzionali fra scuola, servizi territoriali, presidi istituzionali e sanitari, per realizzare politiche educative sulla relazione fra uomo e donna, sull'educazione all'uguaglianza, sulle pari opportunità. (5-00395)





 
Cronologia
martedì 18 giugno
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva il disegno di legge recante conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 maggio 2013, n. 54, recante interventi urgenti in tema di sospensione dell'imposta municipale propria, di rifinanziamento di ammortizzatori sociali in deroga, di proroga in materia di lavoro a tempo determinato presso le pubbliche amministrazioni e di eliminazione degli stipendi dei parlamentari membri del Governo (C. 1012), che sarà approvato definitivamente dal Senato il 17 luglio (legge 18 luglio 2013, n. 85).



venerdì 21 giugno
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva, con 383 voti favorevoli e 154 contrari, nel testo della Commissione identico a quello approvato al Senato, l'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 26 aprile 2013 n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per l'Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE (C. 1197), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia. (legge 24 giugno 2013, n. 71).