Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01085 presentata da ROSATO ETTORE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 01/07/2013
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-01085 presentato da ROSATO Ettore testo di Lunedì 1 luglio 2013, seduta n. 43 ROSATO , BLAZINA , COPPOLA e MALISANI . — Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che: un bene culturale, anche qualora non abbia una quotazione economica, si può considerare tale in quanto ha una legittimazione sociale, derivante dal riconoscimento che una comunità dà all'oggetto, attribuendogli la capacità di essere veicolo documentale rilevante per la comprensione delle radici e dell'identità di un luogo; in questa accezione, si devono considerare patrimonio culturale gli oggetti dell'archeologia industriale del mare, ossia i resti fisici che testimoniano il lavoro marittimo e le trasformazioni subite dall'ambiente costiero, particolarmente portuale, a seguito dell'impatto dell'industria sul territorio; il pontone-gru galleggiante «Ursus» è uno straordinario manufatto dell'ingegneria nautico-meccanica il cui progetto originario, attribuito allo stabilimento tecnico triestino per il Ministero della marina austroungarica, risale agli inizi del 1900 e fu portato a definitivo completamento tra il 1925 e il 1931, giungendo ad essere, con la sua altezza di 75 metri e una capacità di sollevamento di 150 tonnellate, un esemplare unico nel bacino del Mediterraneo; l’«Ursus», che fu impiegato nella costruzione del transatlantico «Conte di Savoia» e in moltissimi porti dell'Adriatico tra gli anni ’60 e ’70, è stato operativo fino al 1994, rimanendo poi in disarmo fino al 2004 in attesa di essere demolito, allorché Fincantieri, proprietaria del pontone, lo cedette alla sezione di Trieste della guardia costiera ausiliaria, che attualmente ha in gestione la struttura; l'eccezionale robustezza della costruzione ha consentito all’«Ursus» di conservarsi per quasi un secolo, ma è evidente che una struttura galleggiante esposta di continuo alle intemperie sia destinata a deteriorarsi gravemente in assenza di adeguati interventi di restauro, come dimostra un recente episodio di infiltrazione d'acqua piovana dalla superficie del ponte non più a tenuta; l'ultimo intervento di rilievo risale al 1975 quando al pontone venne rifatta la parte di scafo comprendente i doppi fondi e vennero sostituiti gli originari motori con altri diesel di nuova tipologia, mentre successivamente sono stati eseguiti lavori manutentivi con risorse stanziate dalla regione Friuli Venezia Giulia; nel 2004 un contributo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha reso possibile lo start up del progetto Areamedinit, che, basato su uno studio fornito a Marina militare italiana, Mare Nostrum, Nautital, Assonautica, Politecnico di Milano, Guardia costiera, si proponeva di individuare, censire e catalogare il patrimonio rappresentato dall'archeologia industriale del mare; sono disponibili studi e documentazioni di rilievo scientifico così come progetti avanzati, realizzati col supporto della regione Friuli Venezia Giulia, della camera di commercio di Trieste, della Guardia costiera ausiliaria e dell'Assonautica, che considerano le condizioni dell’«Ursus» e le possibilità di conservazione e reimpiego in funzione turistica e culturale –: se i Ministri non ritengano che, soprattutto per un Paese come l'Italia, le testimonianze dell'archeologia industriale del mare rappresentino un autentico giacimento culturale da proteggere e valorizzare, non solo in quanto fortissimo elemento identitario nazionale e supporto a una riflessione sull'utilizzo consapevole della costa, ma anche come risorsa potenziale meritevole di attenzione e investimenti; se i Ministri intendano valutare la possibilità di un'iniziativa straordinaria volta a garantire almeno la conservazione di uno dei pochissimi esemplari di pontone-gru del primo novecento tuttora esistenti al mondo o, in subordine, possano assicurare la loro disponibilità a essere fattivamente coinvolti in iniziative promosse da enti o istituzioni locali a salvaguardia dell’«Ursus». (4-01085)