Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00061 presentata da BERGAMINI DEBORAH (IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 08/07/2013

Atto Camera Risoluzione in commissione 7-00061 presentato da BERGAMINI Deborah testo presentato Lunedì 8 luglio 2013 modificato Martedì 30 luglio 2013, seduta n. 61 La III Commissione, premesso che: la risoluzione 1820 (2008) del Consiglio di sicurezza dell'ONU ha per la prima volta affermato che lo stupro e le altre forme di violenza sessuale costituiscono un crimine di guerra, un crimine contro l'umanità ovvero un atto che può prefigurare un genocidio, sviluppando le previsioni dello statuto di Roma della Corte penale internazionale (1998) e le indicazioni della risoluzione 1325 (2000) su «Donne, pace e sicurezza»; il rapporto 2012 del gruppo di esperti delle Nazioni Unite su Rule of Law/Sexual Violence in Conflict individua 8 Paesi si in cui la situazione, dal punto di vista della violenza sessuale nei conflitti, è particolarmente grave. Questi sono: Bosnia-Erzegovina, Repubblica Centrafricana, Colombia, Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Liberia, Sudan (Darfur) e Sud Sudan; il 24 giugno 2013 il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha adottato all'unanimità la risoluzione 2106 che prende atto del Rapporto presentato dal Segretario generale il 12 marzo 2013, lamentando la lenta implementazione della risoluzione 1960 (2010) relativamente ad importanti aspetti della prevenzione della violenza sessuale nei conflitti armati e nelle situazioni post-conflitto; l'11 aprile 2013 i Ministri degli esteri dei Paesi del G8 hanno formulato una dichiarazione sulla prevenzione della violenza sessuale nei conflitti, assicurando la disponibilità di un fondo pari a 27,5 milioni di euro; le prime vittime di violenza sessuale durante i conflitti armati sono le donne e le bambine, che vengono sottoposte a violenza per scopi intimidatori, punitivi e di pulizia etnica. Secondo il fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNPF), nel 2008 nella Repubblica democratica del Congo ci sono stati 16.000 casi di violenza sessuale e, nel 65 per cento dei casi, questi hanno riguardato bambine e ragazze adolescenti; come osservato recentemente anche da Save the Children , le bambine e i bambini sono spesso vittime di violenza sessuale durante i conflitti armati. Secondo la organizzazione non governativa nella crisi post-elettorale che si è aperta in Costa d'Avorio nel 2010, il 51,7 per cento delle vittime di violenza sessuale erano bambini, in più della metà dei casi al di sotto dei 15 anni di età; anche i bambini maschi e i ragazzi sono frequentemente vittime di violenza sessuale nei conflitti, nonostante il fenomeno sia meno studiato. Tuttavia, si stima che tra il 4 e il 10 per cento dei sopravvissuti a violenza sessuale che chiedono aiuto psicologico in Repubblica democratica del Congo siano uomini. Numerose evidenze di stupri maschili sono emerse anche nei conflitti in Afghanistan e in Siria; alcuni gruppi di bambini (maschi e femmine), come quelli disabili, gli orfani, i bambini di strada, i bambini soldato, i bambini migranti non accompagnati, quelli che si trovano a vivere nei campi per rifugiati ed altre categorie particolarmente fragili sono più facilmente vittime di violenza sessuale; come affermato dalla rappresentante speciale del segretario generale dell'ONU per la violenza sessuale nei conflitti, Zainab Hawa Bangura in occasione della presentazione del rapporto 2012 sulla violenza sessuale nei conflitti armati a cura del team di esperti delle Nazioni Unite, la violenza sessuale nei conflitti è un'arma letale come un proiettile e distruttiva come una bomba; nella guida delle Nazioni Unite «Addressing Conflict-Related Sexual Violence» destinata ai peace-keeper si afferma che la violenza sessuale sfida il concetto convenzionale di minaccia alla sicurezza. Essa, infatti, è spesso invisibile: la comunità non percepisce lo stupro allo stesso modo, per esempio, delle ferite causate dalle mine antiuomo. Lo stupro è dunque meno caro dei proiettili e non richiede alcuna arma specifica, è lowcost , ma di forte impatto. Inoltre è spesso resistente ai processi di disarmo e cessate il fuoco; nella stessa guida si nota come laddove lo stupro è stato utilizzato come arma di guerra, esso può divenire un abitudine che permane nel contesto post-conflitto. Donne e bambini divengono dunque comodi obiettivi su cui scaricare la frustrazione in una società frammentata e brutalizzata in cui, spesso, i signori della guerra mandatari degli stupri di massa si trovano seduti al tavolo dei negoziati piuttosto che in una prigione; la comunità internazionale deve sentirsi responsabile della punizione dei colpevoli dei crimini di violenza sessuale che non possono essere amnistiati così come della riparazione nei confronti delle vittime, facendo sì che di tali aspetti si tenga conto nei processi di risoluzione dei conflitti e nelle fasi seguenti di pacificazione e di riconciliazione; il rappresentante speciale del segretario generale dell'ONU per la violenza sessuale nei conflitti, Zainab Hawa Bangura, ha effettuato nel mese di maggio 2013 una visita in Somalia, durante la quale ha accolto con soddisfazione l'impegno del Governo somalo ad impegnarsi per affrontare il problema della violenza sessuale nei conflitti in modo comprensivo ed in via prioritaria; il Congresso nazionale generale libico sta per esaminare un disegno di legge per risarcire ed assistere le donne stuprate e violentate durante il conflitto del 2011, nonché le vittime degli abusi perpetrati in maniera sistematica durante gli anni del precedente regime; in un'ottica di pacificazione sociale e ricostruzione – o costruzione – di società e Stati democratici, il riconoscimento delle vittime e delle loro ferite è fondamentale. A questo scopo la giustizia transazionale – che mette insieme strumenti giudiziali e misure stra-giudiziali al fine di costruire percorsi collettivi e riconosciuti per riparare alle conseguenze di violazioni dei diritti umani su larga scala – si è rivelata spesso uno strumento molto utile, impegna il Governo: a promuovere in sede internazionale la più ampia sensibilizzazione al contrasto della violenza sessuale nelle situazioni di conflitto e di post-conflitto, con particolare riferimento alla punizione dei colpevoli, al risarcimento delle vittime ed al riconoscimento delle esigenze specifiche dei bambini e delle bambine che sono stati vittime di violenza sessuale; a sostenere l'iniziativa delle Nazioni Unite Action Against Sexual Violence in Conflict ed a tenerne presenti le indicazioni nei propri orientamenti di politica estera; a contribuire al piano concordato in seno al G8 per la prevenzione della violenza sessuale nei conflitti; ad assistere i Paesi interessati, anche attraverso opportuni programmi di cooperazione, affinché sia resa giustizia alle donne vittime di violenze sessuali nei conflitti, e ad appoggiare, laddove possa risultare utile, il ricorso al metodo della giustizia transizionale. (7-00061) « Bergamini , Carfagna , Centemero , Locatelli , Amendola , Cirielli , Scotto , Manciulli , Mogherini , Faenzi , Saltamartini , Manlio Di Stefano , Marazziti , Rigoni ».

 
Cronologia
lunedì 1° luglio
  • Politica estera ed eventi internazionali

    La Croazia entra a far parte dell'Unione europea, come 28° Stato membro.



giovedì 11 luglio
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva la proposta di legge recante istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (C. 67), che sarà licenziata definitivamente dal Senato il 18 dicembre (legge 7 gennaio 2014, n.1).