Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00833 presentata da GIORDANO GIANCARLO (SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA') in data 02/08/2013

Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-00833 presentato da GIORDANO Giancarlo testo di Venerdì 2 agosto 2013, seduta n. 64 GIANCARLO GIORDANO , COSTANTINO , FRATOIANNI , PAGLIA e FERRARA . — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che: la Costituzione della Repubblica italiana all'articolo 3 recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese»; all'articolo 33 recita: «la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali»; all'articolo 34 recita: «La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni; è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso»; la legge n.444 del 1968 istituisce la Scuola materna Statale; il decreto ministeriale 3 giugno 1991, intitolato, «Orientamenti dell'attività educativa nelle scuole materne statali» definisce una idea di progetto educativo in cui «l'ulteriore sviluppo di questa scuola si profila, pertanto, come generalizzazione di un servizio educativo di elevata qualità, impegnato a diffondersi senza squilibri e disuguaglianze sul territorio nazionale, espressione di una progettualità politica e pedagogica consapevole delle sfide provenienti dalle nuove dinamiche della cultura e della società e in grado di tradurre nei fatti la convinzione che l'infanzia rappresenta una fase ineludibilmente preziosa dell'educazione dell'uomo e del cittadino». Questa idea è solo in parte rilanciata dalle successive Indicazioni Nazionali del 2007, troppo attente ad una enfatizzazione della pluralità di modelli istituzionali e organizzativi promossi e da quelle vigenti, emanate nel 2012. Pur con i limiti indicati, i testi citati hanno comunque il pregio di incardinare, seppure non ancora obbligatoriamente, la scuola dell'infanzia nel percorso scolastico precedente l'obbligo di istruzione sottraendola definitivamente alla originaria dimensione socio-assistenziale; il decreto legislativo n.297 del 1994, all'articolo 2, nel rispetto del dettato Costituzionale garantisce ai docenti delle scuole Statali (e comunali) la «libertà d'insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale» essendo «l'esercizio di tale libertà diretto a promuovere attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni», definendone così chiaramente il carattere laico, carattere che non trova riscontro nella stessa normativa contrattuale per i docenti delle scuole paritarie private ad indirizzo confessionale; la legge n.62 del 2000 all'articolo 1 specifica quanto segue: «1. Il sistema nazionale di istruzione di istruzione, fermo restando quanto previsto dall'articolo 33, comma 2 della Costituzionale, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti lavori. La Repubblica individua come obiettivo prioritario l'espansione dell'offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall'infanzia lungo tutto l'arco della vita; la legge n.53 del 2003 all'articolo 2 comma 1, lettera e) e il decreto legislativo n.59 del 2004 all'articolo 1, commi 1 e 2, nel delineare le finalità della scuola dell'infanzia ne prevedono la generalizzazione (allo stato ancora incompiuta): «1. La scuola dell'infanzia, non obbligatoria e di durata triennale, concorre all'educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini promuovendone le potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, e ad assicurare un'effettiva eguaglianza delle opportunità educative; nel rispetto della primaria responsabilità educativa dei genitori, contribuisce alla formazione integrale delle bambine e dei bambini e, nella sua autonomia e unitarietà didattica e pedagogica, realizza il profilo educativo e la continuità educativa con il complesso dei servizi all'infanzia e con la scuola primaria. 2, è assicurata la generalizzazione dell'offerta formativa e la possibilità di frequenza della scuola dell'infanzia; la Commissione europea in Efficienza e equità nei sistemi europei di istruzione e formazione (2006) afferma che «L'istruzione preelementare presenta il rendimento più elevato in termini di risultati e di adattamento sociale dei bambini. Gli Stati membri dovrebbero aumentare i propri investimenti nell'istruzione preelementare, quale mezzo efficace per creare le basi di ulteriore apprendimento, prevenendo l'abbandono scolastico, rendendo più equi i risultati ed elaborando i livelli complessivi di capacità» e ribadisce nel 2011 che la scuola dell'infanzia costituisce la base essenziale per il buon esito dell'apprendimento permanente, dell'integrazione sociale, dello sviluppo personale e della successiva occupabilità, principi recepiti nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo 2012; nella città di Bologna è cresciuto ogni anno il numero di bambini esclusi dalle scuole d'infanzia comunali e statali, arrivando a giugno del 2012 a 423 bambini in lista d'attesa; in simili casi la soluzione temporanea per le famiglie è quella di iscrivere i figli esclusi a una scuola privata, pur non condividendone l'orientamento confessionale; è di circa un milione di euro all'anno il finanziamento pubblico destinato alle scuole private; si è costituito il comitato articolo 33 in difesa della scuola pubblica statale e comunale, che ha proposto un quesito referendario, sostenuto dalla raccolta di tredicimila firme di cittadini e cittadine, i quali hanno chiesto di potersi esprimere su questo tema per indirizzare le attività dell'amministrazione comunale; il 26 maggio 2013 si è tenuto un referendum consultivo relativo al finanziamento comunale alle scuole paritarie private; il risultato del referendum ha restituito all'amministrazione comunale di Bologna una netta presa di posizione da parte della comunità che si è espressa in modo contrario alla possibilità di finanziare le scuole private con circa un milione di euro pubblici; il giorno 29 luglio il consiglio comunale di Bologna, ignorando completamente il risultato del referendum consultivo cittadino, ha votato e accolto un ordine del giorno che blinda, l'attuale sistema pubblico integrato bolognese decidendo che il milione di euro versato dal comune alle scuole materne paritarie private non sarà toccato, né dimezzato o messo in discussione; i cittadini bolognesi meriterebbero una risposta differente alla loro volontà, così chiaramente emersa dal risultato del referendum consultivo del 26 maggio 2013 frutto delle istanze sostenute dal «Comitato articolo 33»; sul piano nazionale, la nostra scuola d'infanzia, un tempo modello di riferimento per altri Paesi, rischia, a causa dei tagli indiscriminati e della mancanza di sinergie tra gli enti interessati, di non essere più in grado di rispondere al dettato costituzionale e alle direttive europee. Assistiamo ad un peggioramento dell'offerta anche nelle regioni che erano all'avanguardia e il 70 per cento delle sezioni è affidato a privati, attraverso un sistema carente e frammentato di convenzioni, definizione dei livelli qualitativi, controlli; gli enti locali, in estrema difficoltà per il patto di stabilità e per le minori risorse trasferite dallo Stato, sempre più spesso non riescono a garantire i contributi erogati in precedenza, non possono assumere personale educativo e ricorrono in molti casi all'esternalizzazione di pezzi dell'offerta formativa. Molte famiglie dal canto proprio sono costrette a tagliare le spese relative alla formazione scegliendo di far frequentare ai figli metà giornata scolastica. Ne consegue una forte varianza territoriale in termini di quantità e qualità dell'offerta didattica; secondo il monitoraggio effettuato in alcune regioni dalla FLC CGIL sono alcune centinaia le sezioni e a volte intere scuole che si richiede che vengano passate allo Stato (39 sezioni a Bologna, 5 a Parma, 105 sezioni in Toscana, 45 sezioni in Lombardia); non si è palesata, finora, la necessaria inversione di tendenza della spesa pubblica in istruzione a partire dall'abolizione dell'articolo 64 del decreto-legge n.112 del 2008 convertito con modificazioni, dalla legge n.133 del 2008; conseguentemente, la spesa pubblica resta vincolata alla logica della riduzione dei costi e del pareggio di bilancio, attuata con tagli indiscriminati ai finanziamenti e alle risorse umane, e sembra avere quale unico obiettivo lo smantellamento della scuola pubblica e il rafforzamento della tendenza alla «privatizzazione dei saperi»–: quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare affinché sia: a) rilevata l'entità delle diverse forme di finanziamento delle scuole dell'infanzia, in modo da verificare l'esatta configurazione delle scelte compiute nei confronti delle scuole statali, delle scuole paritarie degli enti pubblici e delle paritarie private; b) garantita una concreta opportunità di scelta nei confronti della scuola statale o comunale pubblica, laica e gratuita, la cui consistenza attuale non copre l'interezza del bisogno; c) data risposta alle richieste delle liste di attesa delle città italiane in cui l'offerta del servizio pubblico statale e comunale non riesce a coprire la domanda espressa dalle famiglie che chiedono una istruzione laica e gratuita; d) avviato un processo di generalizzazione della scuola dell'infanzia statale e comunale, interrotto dalla legge Gelmini, con garanzia di offerta pubblica, statale o comunale, su tutto il territorio nazionale, affinché anche dove sia presente e più ampia la presenza di scuole affidate, con convenzioni, a privati, sia comunque offerta alle famiglie che ne facciano richiesta la possibilità di frequentare sezioni statali o comunali. (5-00833)

 
Cronologia
mercoledì 31 luglio
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva in via definitiva il disegno di legge recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2013 (C. 1327), che era stato licenziato dal Senato l'8 luglio (legge 6 agosto 2013, n. 97) e il disegno di legge recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2013 (C. 1326), che era stato licenziato dal Senato l'8 luglio (legge 6 agosto 2013, n. 96).



lunedì 5 agosto
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva il disegno di legge recante conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° luglio 2013, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena (C. 1417), che sarà definitivamente licenziato dal Senato l'8 agosto (legge 9 agosto 2013, n. 94).