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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00068 presentata da MINZOLINI AUGUSTO (IL POPOLO DELLA LIBERTA') in data 05/09/2013

Atto Senato Interpellanza 2-00068 presentata da AUGUSTO MINZOLINI giovedì 5 settembre 2013, seduta n.097 MINZOLINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che, per quanto risulta all'interpellante: a seguito di un complesso iter parlamentare (decreto-legge n. 87 del 27 giugno 2012, decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 (articoli da 23- sexies a 23- duodecies ), decreto-legge 6 dicembre 2012, n. 216), il 28 febbraio 2013 lo Stato ha sottoscritto 4,07 miliardi di euro di cosiddetti Monti bond emessi dalla Banca Monte dei Paschi di Siena ("MPS" o la "Banca") di cui 1,9 miliardi in sostituzione degli aiuti concessi nel 2009 (cosiddetti Tremonti bond ), 171 milioni come corrispettivo di interessi maturati e 2 miliardi di euro di aiuti addizionali; lo Stato si trova oggi ad aver corrisposto circa 4 miliardi di soldi pubblici a MPS che ne capitalizza circa 2 e mezzo senza possedere un solo diritto di voto, senza alcuna rappresentatività negli organi di governo e di controllo (consiglio d'amministrazione, collegio sindacale) e senza nessuna possibilità di partecipare ad una futura creazione di valore a fronte di un salvataggio effettuato con soldi pubblici. Si ricorda altresì che i Monti bond sopportano integralmente il rischio di impresa trattandosi di strumenti di capitale e non di debito (ad esempio nel caso di insolvenza, lo Stato verrebbe ripagato dopo che sono stati ripagati i risparmiatori, i creditori e tutti gli obbligazionisti), non prevedono alcun obbligo di rimborso da parte di MPS e non garantiscono il pagamento degli interessi che in certi casi possono essere corrisposti in azioni il cui valore potrebbe anche essere pari a zero; la motivazione addotta per giustificare la necessità di ricorrere agli aiuti di Stato è un aspetto chiave nel processo autorizzativo in sede comunitaria per assicurare che gli aiuti non rappresentino un aiuto indebito da parte di uno Stato membro a discapito della concorrenza e del libero mercato. La normativa comunitaria disciplina esplicitamente la modalità con cui gli aiuti di Stato possono essere corrisposti alle banche in funzione delle cause che li hanno resi necessari (es. vedere "Comunicazione sul Settore Bancario" 2008/C 270/02 del 25 ottobre 2008, "Comunicazione sulla Ricapitalizzazione" 2009/C 10/02 del 15 gennaio 2009); nel caso MPS, la procedura degli aiuti di Stato è stata avviata durante la XVI Legislatura (Governo Monti) con lettera del Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco (numero di protocollo 0551378/12 del 25 giugno 2012) al Ministero dell'economia e delle finanze con questa precisa rappresentazione: "Banca Monte dei Paschi di Siena (…) ha evidenziato uno shortfall di capitale di 3,3 miliardi di euro, riconducibile alla valutazione ai prezzi di mercato dei titoli di Stato italiani detenuti in portafoglio"; la necessità di ripianare un deficit di capitale riconducibile all'esposizione della Banca ai titoli del debito pubblico italiano è stata costantemente ribadita in ogni circostanza dalla Banca d'Italia, dal Governo Monti e da MPS al mercato (es. comunicato MPS del 24 gennaio 2013; intervento del Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco al FOREX del 9 febbraio 2013), al Parlamento (es. audizione del Ministro dell'economia e delle finanze pro tempore Vittorio Grilli davanti la Commissione Finanze e Tesoro di Camera e Senato in seduta congiunta il 29 gennaio 2013) ed alla Commissione europea il cui processo di approvazione è ancora in corso; nel periodo gennaio-agosto 2013 sono emerse numerose nuove informazioni: inchieste della magistratura divenute pubbliche a gennaio 2013; esposto della Consob contro MPS a febbraio 2013; 'errori' contabili per 730 milioni di euro comunicati da MPS a febbraio 2013 (in pratica tutti i bilanci di MPS dal 2008 in poi erano falsi incluso la semestrale al 30 giugno 2012 e la trimestrale al 30 settembre 2012 firmate dal Presidente Profumo); la circolare Banca d'Italia, Consob e IVASS dell'8 marzo 2013; una lunga serie di informazioni tenute nascoste da MPS per molto tempo e poi incluse nel bilancio 2012 ad aprile 2013; risposte di MPS a richieste della Consob ad aprile 2013; la sentenza del Tribunale del Riesame di Siena il 13 luglio 2013; da queste nuove informazioni emerse evidentemente dopo la conclusione dell' iter parlamentare per l'approvazione degli aiuti a dicembre 2012, a giudizio dell'interpellante si evince in maniera incontrovertibile che contrariamente a quanto affermato davanti al Parlamento, alla Commissione europea ed al mercato i 2 miliardi di aiuti addizionali concessi a MPS il 28 febbraio 2013 non sono serviti affatto per coprire le perdite generate dal portafoglio di titoli di Stato italiani detenuti dalla banca ma per ripianare un deficit di capitale generato da due temerarie operazioni di derivati eseguite da MPS con Deutsche Bank e Nomura con il fine illecito - già pacificamente riconosciuto da MPS - di occultare le perdite di altre operazioni ('Santorini' e 'Alexandria'); le operazioni eseguite da MPS con Deutsche Bank e Nomura tuttora surrettiziamente rappresentate nei bilanci di MPS come titoli di Stato (BTP) hanno contribuito al deficit di capitale di MPS per 2 miliardi e 70 milioni di euro (fonte: pagina 18 della relazione degli Amministratori di MPS al Punto 4 all'ordine del giorno dell'Assemblea ordinaria del 29 aprile 2013 "Azione di responsabilità, deliberazioni inerenti e conseguenti") e dunque sono state da sole integralmente responsabili dei 2 miliardi di aiuti addizionali versati dai contribuenti nel febbraio scorso; la Banca d'Italia ed in particolare il Ministro dell'economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni che ne è stato Direttore Generale e membro del Direttorio dal 2 ottobre 2006 fino alla sua nomina a Ministro il 28 aprile scorso, ha a giudizio dell'interpellante una responsabilità diretta, specifica e personale (vedere punto 'e' di seguito) sugli aiuti di Stato concessi a MPS: a) la Banca d'Italia ha il compito di assicurare la " sana e prudente " gestione delle banche ed oggi sappiamo con certezza che la gestione di MPS non è stata né sana né prudente come confermato dai bilanci della banca (perdita netta complessiva di circa 8 miliardi negli esercizi 2011 e 2012, riduzione del patrimonio civilistico da 17,1 a 6,5 miliardi di euro dal 31 dicembre 2010 al 31 dicembre 2012) e dalle numerose inchieste della magistratura (es. acquisizione Antonveneta, distrazioni da parte della c.d. "Banda del 5 per cento", accordi di manleva nascosti al mercato relativi all'aumento di capitale FRESH, eccetera) di cui si è appresa l'esistenza solo dal gennaio scorso; b) la concessione degli aiuti di Stato a MPS è stata sottoposta all'approvazione della Banca d'Italia, il cui Direttorio - si ricorda che il Ministro Saccomanni ne faceva parte - ha espresso parere favorevole in data 26 gennaio 2013 (vedere comunicato stampa Banca d'Italia del 26 gennaio 2013); c) le due temerarie operazioni eseguite con Deutsche Bank e Nomura precedentemente richiamate, per il loro carattere anomalo avevano attratto l'attenzione della vigilanza della Banca d'Italia sin dal maggio 2010 (vedere relazione "Principali Interventi della Vigilanza sul Gruppo MPS" Banca d'Italia, 28 gennaio 2013) quando le perdite in formazione erano relativamente esigue: se la Banca d'Italia avesse esercitato correttamente e tempestivamente i propri poteri di vigilanza informativa ed ispettiva sin dal maggio 2010, si sarebbe potuto (e dovuto) evitare che le perdite sulle due operazioni in questione assumessero proporzioni gigantesche (2,070 milioni di euro al 30 settembre 2011, data di riferimento dell'EBA Capital Exercise) costringendo i contribuenti a ripianarle con i propri soldi; d) addirittura prima che gli aiuti di Stato fossero erogati, il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ed il Direttore Generale della Banca d'Italia che all'epoca era appunto l'attuale Ministro Fabrizio Saccomanni erano stati informati per mezzo di varie comunicazioni/lettere estremamente precise e circostanziate scritte da un qualificato esperto di mercato che aveva sollevato il dubbio che le operazioni con Deutsche Bank e Nomura potessero nascondere derivati impropriamente occultati in bilancio, così come poi è stato puntualmente riconosciuto persino da una sentenza del tribunale del riesame (13 luglio 2013); e) l'8 marzo 2013 il Ministro Saccomanni, all'epoca Direttore Generale e Membro del Direttorio della Banca d'Italia, ha firmato insieme con il Governatore Ignazio Visco una circolare ad hoc (circolare Banca d'Italia, Consob e IVASS N. 6 dell'8 marzo 2013) emanata soltanto una settimana dopo l'avvenuta sottoscrizione dei Monti bond , interamente dedicata alla tipologia delle due operazioni eseguite da MPS con Deutsche Bank e Nomura affermando che trattasi di derivati creditizi ( credit default swap) ed ingiungendo di contabilizzarle come tali. MPS nel Bilancio 2012 approvato dall'assemblea dei soci il 29 aprile 2012 ovvero successivamente al rilascio della circolare suddetta non ha ritenuto di doverla applicare e la Banca d'Italia da parte sua non ha ritenuto di utilizzare i propri poteri per ingiungere a MPS di recepirla; in sostanza il Ministro Saccomanni è oggi perfettamente a conoscenza del fatto che il tipo di operazioni eseguite da MPS con Deutsche Bank e Nomura non fossero Titoli di Stato ma derivati creditizi ( credit default swap ), avendo lui stesso firmato la circolare che lo ha esplicitamente confermato (circolare Banca d'Italia, Consob e IVASS N. 6 dell'8 marzo 2013): tenuto conto che queste due operazioni, come detto in precedenza, hanno generato un deficit di capitale di 2,070 milioni di euro ovvero un deficit pari all'importo degli aiuti addizionali richiesti da MPS, il Ministro Saccomanni è a giudizio dell'interpellante evidentemente consapevole che la motivazione addotta per giustificare i 2 miliardi addizionali di aiuti di Stato concessi a MPS a febbraio 2013 non era veritiera; f) tra gli ampi poteri di cui la Banca d'Italia dispone, rientra quello di proporre al Ministro del Tesoro il commissariamento secondo quanto previsto dal Titolo IV, Sezione I Art. 70 del Testo Unico Bancario di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, ovvero: "Il Ministro dell'Economia e delle Finanze su proposta della Banca d'Italia, può disporre con decreto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo delle banche quando: a) risultino gravi irregolarità nell'amministrazione, ovvero gravi violazioni delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie che regolano l'attività della banca; b) siano previste gravi perdite del patrimonio"; posto che MPS ha subito una perdita patrimoniale di circa 10,7 miliardi di euro nel biennio 2011 e 2012 e che il 6 febbraio 2013 sono emerse irregolarità contabili per 730,3 milioni di euro (vedere comunicato MPS del 6 febbraio 2013) la Banca d'Italia ha ritenuto a tutt'oggi di non presentare istanza di commissariamento. A dimostrazione dell'utilizzo discrezionale dei poteri di cui gode, l'interpellante ricorda che nel corso del 2013 la Banca d'Italia ha proposto il commissariamento della Banca Popolare di Spoleto (30 gennaio 2013) - la banca è stata poi effettivamente commissariata con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze 8 febbraio 2013 - ed ha recentemente richiesto la sospensione in via temporanea degli organi con funzioni di amministrazione e controllo di Banca delle Marche (30 agosto 2013); la Consob ha altresì essa stessa funzioni di vigilanza e controllo in quanto all' authority è affidato il controllo della correttezza delle informazioni fornite al mercato dai soggetti che fanno appello al pubblico risparmio nonché le informazioni contenute nei documenti contabili delle società quotate: a) la Consob ha ricevuto un esposto anonimo in data 29 luglio 2011 in cui venivano segnalate in modo estremamente particolareggiato gravissime irregolarità ed illeciti commessi nell'area finanza di MPS, incluso l'operazione con Nomura sopra menzionata. Con riferimento a questa operazione, nell'esposto veniva chiaramente spiegato che questa operazione fosse stata realizzata in collegamento con altre operazioni per nasconderne le perdite. Nonostante l'informativa fosse datata luglio 2011, soltanto a febbraio 2013 MPS ha riconosciuto che effettivamente l'operazione in questione fu fatta per occultare le perdite di un'operazione di investimento denominata 'Alexandria' così come era stato notificato alla Consob un anno e mezzo prima; b) il Presidente della Consob dottor Giuseppe Vegas era stato informato per mezzo di varie lettere da un qualificato esperto di mercato prima che gli aiuti di Stato fossero erogati che le due operazioni con Deutsche Bank e Nomura potessero nascondere derivati a tutt'oggi non contabilizzati; c) il Presidente della Consob Giuseppe Vegas ha firmato insieme al Ministro Saccomanni - all'epoca Direttore Generale e Membro del Direttorio della Banca d'Italia - ed al Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco la circolare Banca d'Italia, Consob e IVASS N. 6 dell'8 marzo 2013 prima richiamata e dunque era lui stesso perfettamente a conoscenza della reale natura (derivati creditizi) delle operazioni eseguite da MPS con Deutsche Bank e Nomura tutt'oggi surrettiziamente contabilizzati come titoli di Stato ed operazioni ancillari di finanziamento e copertura rischio tasso; d) la Consob ha ricevuto numerose lettere da un qualificato esperto di mercato che ha segnalato le anomalie del Bilancio MPS 2012 con riferimento specifico alle informazioni non veritiere ed omissive (a detta dell'esperto) con cui MPS ha ritenuto di non applicare la circolare sopra richiamata. La Consob, a giudizio dell'interpellante, pur senza confutare l'informativa ricevuta, non ha usato nessuno dei suoi poteri per ingiungere a MPS di correggere il bilancio; e) una sentenza del Tribunale del Riesame di Siena in data 13 luglio 2013 ha pacificamente concluso che l'operazione eseguita da MPS con Nomura è un derivato creditizio e questo, oltre a confermare la natura non veritiera delle rappresentazioni fatte per l'ottenimento degli aiuti di Stato di MPS, significa, a giudizio dell'interpellante, che il Bilancio di MPS al 31 dicembre 2012 contiene gravi irregolarità e che la Consob - pur essendone stata informata anzitempo ed pur avendolo essa stesso riconosciuto per effetto della circolare Banca d'Italia, Consob e IVASS N. 6 dell'8 marzo 2013 - non ha ingiunto a MPS di correggere il bilancio; gli attuali amministratori di MPS (Presidente dottor Alessandro Profumo, Amministratore Delegato dottor Fabrizio Viola) nominati nell'aprile 2012 come rappresentanti della lista n. 1 del Socio Fondazione MPS che continua ad essere il socio di riferimento della Banca con il 33,4 per cento del capitale ordinario, hanno dimostrato un comportamento omissivo e reticente: a) MPS ha formulato la richiesta per gli aiuti di Stato in quanto necessari a ripianare un deficit di capitale dovuto alle perdite del portafoglio di investimento in titoli del debito pubblico italiano mentre i 2 miliardi addizionali di aiuti di Stato sono serviti invece a ripianare un deficit di giustappunto 2 miliardi creato da due temerarie operazioni di derivati ancora non contabilizzati; b) prescindendo dal tema della rappresentazione contabile (ci si può chiedere se titoli di Stato o derivati), MPS ha rivelato l'esistenza delle operazioni concluse con Deutsche Bank e Nomura soltanto a dicembre 2012/gennaio 2013, ovvero quasi un anno dopo l'insediamento del nuovo vertice nonostante queste due operazioni abbiano prodotto un deficit di capitale di oltre 2 miliardi e dunque per la loro rilevanza dovevano essere certamente notificate al mercato; c) MPS ha omesso per molti mesi di comunicare aspetti rilevanti di queste due operazioni, quali ad esempio: i) l'aver concesso a Nomura un finanziamento di 3 miliardi di euro ovvero di importo esattamente uguale (appunto 3 miliardi) al presunto finanziamento che MPS ha dichiarato di aver ricevuto da Nomura in quello che a tutta evidenza appare quantomeno una circolarità di intenti; ii) l'aver incluso nei contratti le clausole tipiche dei contratti derivati, come poi è emerso a piena conferma che le operazioni in questione sotto il profilo sostanziale - l'unico che rileva per la corretta preparazione del bilancio - sono effettivamente derivati; d) MPS continua a contabilizzare nei propri bilanci le due operazioni con Deutsche Bank e Nomura come titoli di Stato disattendendo con motivazioni non veritiere o quanto meno omissive quanto richiesto da un'apposita circolare a firma Banca d'Italia e Consob (N. 6 dell'8 marzo 2013) e nonostante il tribunale del Riesame di Siena abbia emesso una sentenza il 13 luglio scorso in cui è pacificamente riconosciuto come l'operazione con Nomura (l'unica delle due operazioni che il Tribunale ha esaminato) sia un derivato creditizio; e) nel febbraio 2013, la Consob ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena accusando la Banca di aver fornito informazioni "non veritiere o quanto meno omissive" in modo "continuativo, sistematico e reiterato" formulando l'ipotesi di reato di ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza citando fatti avvenuti il 23 aprile 2012, 10 maggio 2012, 25 giugno 2012, 20 luglio 2012, 6 luglio 2012 e 1 ottobre 2012 ovvero successivamente all'insediamento dell'attuale vertice (si ricorda che il dottor Viola è entrato in MPS con la carica di Direttore Generale a gennaio 2012 e che il Presidente Profumo si è insediato ad aprile 2012). I rilievi mossi dalla Consob si riferiscono a due operazioni, una delle quali è proprio l'operazione con Nomura sopra citata; f) nel marzo 2013 la Consob ha integrato l'informativa precedente trasmettendo alla Procura ulteriore documentazione che "non era stata comunicata alla Consob nell'ambito dell'attività di vigilanza posta in essere e non emersa nell'ambito delle analisi condotte dall'audit interno della Banca del 25 settembre 2012 ("Rapporto di audit n. 660/2012") richiesto dalla Consob ai sensi dell'art. 115 del decreto legislativo 58/98 dell'8 maggio 2012", continuando ad evidenziare un comportamento quantomeno omissivo di MPS anche nel corso della gestione Profumo-Viola; la Commissione europea con lettera indirizzata al Ministro dell'economia e delle finanze in data 16 luglio 2013 ha richiesto precisi interventi nel Piano di ristrutturazione presentato da MPS il 17 giugno scorso riconoscendo implicitamente che la rappresentazione data dalle autorità italiane (ovvero che MPS sia una banca fondamentalmente sana soggetta a "problemi esogeni" e che il deficit di capitale è dovuto agli effetti della crisi del debito sovrano sul portafoglio titoli di Stato della Banca) non è corretta ma che al contrario MPS è una banca affetta da "problemi endogeni" (ovvero che il deficit di capitale è stato generato da temerarie posizioni speculative in derivati e malagestio ). Infatti, come ricordato in precedenza, la normativa comunitaria prevede appunto che "la ricapitalizzazione delle banche che non sono fondamentalmente sane dovrebbe essere soggetta a condizioni più severe" e "l'utilizzo di capitale statale per tali banche può essere accettato soltanto a condizione che la banca … sia sottoposta ad una ristrutturazione ampia e profonda, che comprenda se del caso cambiamenti a livello di management e di corporate governance" (2009/C 10/02 del 15 gennaio 2009 "Comunicazione sulla Ricapitalizzazione"). Ed è esattamente quello che la Commissione sta oggi richiedendo ovvero una ristrutturazione ampia e profonda; come parte delle misure richieste per l'approvazione del piano di ristrutturazione, la Commissione europea nella lettera del 16 luglio scorso ha chiesto tra l'altro di ridimensionare l'attività di trading e l'esposizione al rischio sovrano - da notare che la Commissione, evidentemente consapevole della tematica sopra riportata, non fa mai riferimento al portafoglio di titoli di Stato ma molto più genericamente al 'rischio sovrano' ricomprendendo con ciò l'esposizione su rischio sovrano attraverso strumenti derivati ovvero le operazioni con Deutsche Bank e Nomura - richiesta a cui il Ministro Saccomanni sembrerebbe inspiegabilmente opporsi. Si tenga presente che, in base ai dati pubblicati nella semestrale di MPS al 30 giugno 2013, la Banca ha addirittura aumentato rispetto al 30 giugno 2012 le consistenze del portafoglio di investimenti finanziari (da 36,3 a 40,5 miliardi di euro): in sostanza gli aiuti di Stato sono serviti per ripianare un deficit di capitale causato da rischi che la banca aveva assunto senza che questi rischi siano stati nel frattempo rimossi con una decisione illogica, contraria alla normativa comunitaria, gestionalmente insensata - infatti questi rischi devono essere rimossi immediatamente semplicemente perché MPS non ha né il capitale né la liquidità per gestirli - e soprattutto immorale per i contribuenti i cui soldi sono stati utilizzati per rinnovare scommesse speculative in derivati; la responsabilità politica della procedura degli aiuti di Stato addizionali corrisposti a MPS a febbraio 2013 ricade a giudizio dell'interpellante sul Governo Monti (in particolare sul Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Mario Monti e sul Ministro dell'economia pro tempore Vittorio Grilli) ma sotto il profilo tecnico la responsabilità delle rappresentazioni non veritiere fornite al Parlamento, alla Commissione europea ed al mercato sulle vere cause che hanno reso necessari l'intervento pubblico (ci si chiede se si tratti di perdite sul portafoglio di titoli di Stato o di perdite su temerarie speculazioni in derivati tutt'oggi nascosti in bilancio) ricade interamente sui tre firmatari della Circolare Banca d'Italia, Consob e IVASS N. 6 dell'8 marzo 2013 (Fabrizio Saccomanni, Ignazio Visco, Giuseppe Vegas) oltre che naturalmente sui vertici di MPS (Presidente dottor Alessandro Profumo, Amministratore Delegato dottor Fabrizio Viola) espressione del socio di maggioranza Fondazione MPS che hanno continuato ad occultare i derivati messi in piedi dai loro predecessori l'interpellante ritiene che, alla luce di quanto esposto in premessa, l'azione delle due authority (Banca d'Italia e Consob) si sia dimostrata palesemente inefficace, con danno per i contribuenti e per il mercato, si chiede di sapere: se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza per fare chiarezza in merito ai fatti evidenziati in premessa, con particolare riferimento alle rappresentazioni fatte dal Ministero dell'economia e delle finanze, dalla Banca d'Italia e dagli attuali vertici di MPS al Parlamento, alla Commissione europea ed al mercato in merito alle cause che hanno prodotto il deficit di capitale di MPS; se e quali iniziative di competenza il Governo intenda avviare onde verificare l'operato del Ministero dell'economia e, nei limiti delle proprie attribuzioni, per chiarire la regolarità delle vicende di cui in premessa, anche in relazione all'attività di vigilanza svolta dalla Banca d'Italia e dalla Consob; se e in che modo il Governo intenda valutare la posizione di eventuale confitto di interessi su MPS dell'attuale Ministro dell'economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni che ha ricoperto la carica di Direttore Generale e Membro del Direttorio della Banca d'Italia fino alla sua nomina a Ministro e che ha avuto responsabilità dirette, specifiche e personali su MPS per quanto evidenziato in premessa; quale sia il piano del Governo per recuperare 4 miliardi di soldi pubblici corrisposti dallo Stato a MPS sulla base di rappresentazioni non veritiere, utilizzati per ripianare un deficit di capitale generato da due temerarie speculazioni in derivati con Deutsche Bank e Nomura, peraltro senza che i rischi generati da queste posizioni siano stati ancora chiusi; se il Governo non ritenga necessario ingiungere a MPS di convertire i Monti bond in azioni, in modo da ripristinare la coerenza tra modalità di intervento pubblico e cause del deficit di capitale o in alternativa nazionalizzare la banca; quale sia il motivo per cui lo Stato non si è costituito parte civile nei procedimenti intentati da MPS contro Deutsche Bank e Nomura o non se ne è fatto esso stesso promotore, posto che il deficit di capitale di 2,070 milioni di euro prodotto dalle operazioni eseguite da Deutsche Bank e Nomura con un fine già pacificamente riconosciuto come illecito, ovvero occultare le perdite di altre operazioni fatte dalle medesime banche ('Alexandria' e 'Santorini'), si è tradotto in un danno erariale ed ha messo a rischio la stabilità dell'intero sistema finanziario; quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di rettificare le informative trasmesse alla Commissione europea su MPS e quali misure intenda adottare per prevenire il subendo danno alla credibilità del Paese in campo internazionale, laddove la Commissione concluda che le autorità italiane hanno trasmesso informative non veritiere ai partner europei - che la Commissione ovviamente rappresenta - in merito agli aiuti di Stato a MPS; se il Governo ritenga ragionevole o meno che MPS possa ancora essere esposta a quegli stessi rischi finanziari di natura proprietaria ( trading , investimenti finanziari) che hanno generato le perdite integralmente responsabili per il ricorso al supporto pubblico e quali iniziative di competenza intenda attuare onde far sì che MPS non metta a rischio il denaro dei contribuenti; se il Governo ritenga di dover intervenire, quand'anche per il mezzo dell'esercizio della moral suasion , onde provvedere all'immediata sostituzione del management attualmente alla guida di MPS per le responsabilità descritte in premessa; se e quali iniziative di competenza intenda promuovere, nelle opportune sedi, per la riforma delle authority (Banca d'Italia e Consob). (2-00068)

 
Cronologia
venerdì 30 agosto
  • Parlamento e istituzioni

    Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nomina senatori a vita il maestro Claudio Abbado, la professoressa Elena Cattaneo, l'architetto Renzo Piano e il professor Carlo Rubbia, per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico, artistico e sociale.



venerdì 6 settembre
  • Politica estera ed eventi internazionali

    Al vertice G20 che si svolge a San Pietroburgo, i leader dei paesi membri approvano un piano d'azione per la crescita economica e l'occupazione rivolto principalmente agli investimenti.