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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA URGENTE 2/00708 presentata da CIMBRO ELEONORA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 07/10/2014

Atto Camera Interpellanza urgente 2-00708 presentato da CIMBRO Eleonora testo presentato Martedì 7 ottobre 2014 modificato Venerdì 17 ottobre 2014, seduta n. 312 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare , per sapere – premesso che: il dissesto idrico nella zona a nord della città di Milano, problema più che cinquantennale, ha naturalmente da ritrovare le sue cause, come già si annotava negli uffici comunali milanesi negli anni Sessanta, nell'improvvido e incauto consumo di suolo della speculazione edilizia e nella barbara cementificazione, che dagli anni del boom economico, ha continuato e continua a fare scempio delle ricchezze e bellezze di un ormai irriconoscibile e deturpato territorio lombardo, brianzolo e milanese; scempio che ha creato la definizione, per l'area che va da Milano fino a Varese, di «città infinita»: uno dei luoghi più antropizzati e inquinati d'Europa, confrontabile alla sola regione della Ruhr tedesca; analogo discorso va fatto per la sua rete idrica, i suoi fiumi e torrenti: il torrente Seveso, oggetto di questo atto, è il terzo fiume più inquinato del continente; l'urbanizzazione abnorme lungo le sue rive, giunta addirittura fino allo stesso letto del torrente, ha portato ad azzerare la permeabilità del territorio circostante: le acque piovane dei collettori e degli scarichi industriali e urbani contribuiscono ad aumentare la portata del fiume, senza alcuna dispersione. Questo, e non il cambiamento climatico, è il vero problema del Seveso, così come del Lambro e del Lura; in ordine alle ultime esondazioni, in nessun caso i volumi di precipitazione sono stati tali da potersi parlare di piogge alluvionali; per risolvere il problema delle esondazioni del fiume nei quartieri settentrionali di Milano, si sono succedute negli anni, fin da un decreto legge del 1951, firmato dal Presidente della Repubblica Einaudi, una serie di ipotesi, fra loro diversissime e mai attuate; l'ultima, la realizzazione di vasche di laminazione da costruirsi nei comuni dell’ hinterland , è della giunta Moratti; ipotesi che andò a cancellare il precedente progetto di raddoppio del canale scolmatore del fiume, annunciato dal sindaco Albertini; scelto il territorio di Senago come sito, il progetto, la cui realizzazione dovrebbe cominciare nella primavera del 2015, è stato dal 2009 ininterrottamente bocciato, con atti votati all'unanimità, dal consiglio comunale della città; fermamente contrari al progetto, insieme a Senago, sono inoltre le amministrazioni presenti sul territorio, come ad esempio quella di Bollate; la scelta della città di Senago è da ascrivere alla minore urbanizzazione del suo territorio; sarà così a dover pagare la cementificazione selvaggia di questo cinquantennio uno tra i pochi comuni virtuosi della provincia, in ogni caso un territorio che non ha avuto alcuna responsabilità nello squilibrio idrico del fiume; la realizzazione della vasche di laminazione sul territorio di Senago non risulterebbe risolutiva del problema, secondo quanto rilevato dai tecnici dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPO): per azzerare il flusso d acqua del torrente Seveso, a monte della presa di Palazzolo del Canale Scolmatore di nord-ovest, risulta che sarebbe necessario un volume complessivo di 4.300.000 metri cubi, al quale le vasche di Senago contribuirebbero con un milione di metri cubi; le vasche senaghesi sono distanti circa 4 chilometri dal torrente principale e sono ad esso collegate tramite il canale scolmatore nord-ovest; tale canale, costruito negli anni Sessanta, devia le acque verso il nodo idraulico di Vighignolo e da qui verso il Ticino e l'Olona. Il progetto di raddoppio della sua portata (30 metri cubi al secondo), insufficiente a contenere le piene causate dalla crescente urbanizzazione degli anni Ottanta, non fu mai completato, su indicazione dell'autorità di bacino del fiume Po; si sarebbe, infatti, compromesso l'equilibrio ambientale del fiume Ticino; la distanza dall'alveo del fiume e l'afflusso delle acque, vincolato alla portata del canale, fa comunque incomprensibilmente giudicare prioritarie le vasche senaghesi rispetto alle altre in progetto sull'asse del fiume; le vasche di Senago, come spiega una nota di Legambiente del mese di agosto 2014, «nulla infatti potranno contro gli acquazzoni tra Cinisello, Cormano e Paderno Dugnano: tutti comuni posti a valle dello scolmatore di nord ovest»; il comune di Senago, supportato dal dipartimento di ingegneria civile e architettura dell'università di Pavia, ha proposto soluzioni alternative anche attraverso il potenziamento del canale scolmatore nord-ovest con minori costi di realizzazione e di manutenzione degli impianti, ridotto impatto ambientale e maggior efficacia dei risultati attesi, che tuttavia sono state respinte; il numero di esondazioni evitate dalle sole vasche di laminazione di Senago sarebbe pari a quello che si potrebbe ottenere dalla bonifica sostanziale del torrente, dalla riqualificazione dell'ex depuratore di Varedo e dal potenziamento del canale scolmatore; all'elevato importo del costo di realizzazione dell'opera, andrebbero a sommarsi gli altrettanto gravosi costi di manutenzione di circa 450.000 euro annui; tali vasche produrrebbero, inoltre, un notevole impatto ambientale, in quanto localizzate in gran parte all'interno del parco delle Groane, sottoposto a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n.42 del 2004; entrambi gli invasi previsti inferirebbero con la falda freatica sottostante creando i presupposti di una sua possibile, se non probabile, contaminazione. Tale flusso di falda alimenta i pozzi idropotabili della confinante città di Bollate, rappresentando un rischio potenziale per la potabilità delle acque dei cittadini bollatesi; non è mai stata fatta una seria e accurata valutazione strategica ambientale per il progetto di piano di risanamento idraulico del fiume; in assenza di una serie di interventi di sostenibilità ambientale, le vasche diventerebbero rapidamente vasche di decantazione per fanghi e inquinanti vari, con costi altissimi di manutenzione e deperimento delle aree di afferenza, sugli unici territori che hanno gli spazi per contenerle, quelli appartenenti ai comuni più virtuosi, quelli cioè che meno di altri hanno consumato suolo: si deve quindi considerare prioritario il disinquinamento del Seveso, con un piano regionale attraverso il contratto di bacino, analogamente a quanto fatto con successo sull'Adda; sui comuni dell'asse del fiume andranno gestite separatamente le acque bianche, nere e meteoriche, depurando le seconde e gestendo in modo sostenibile le terze, affinché rimangono nei territori di caduta attraverso la ripermealizzazione del suolo e l'inverdimento; parallelamente, la città di Milano deve correggere le inefficienze della propria rete fognaria; infine, si deve agire in modo più efficace contro chi inquina in modo illegale. Recupero del verde urbano e dell'equilibrio idrogeologico: questa è la via; occorrono non le solite cure tardive ed emergenziali, atte a curare il mero sintomo, ma seri interventi strutturali che possano risolvere il problema alla sua origine e nel suo complesso: il primo passo è fermare il già altissimo livello di cementificazione e urbanizzazione, attraverso un'azione di controllo da parte delle istituzioni sovracomunali; nell'ambito dell'audizione svoltasi in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati del 23 luglio 2014, il coordinatore della struttura di missione a Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico si è detto aperto al dialogo fra Governo, istituzioni locali e cittadini; nel medesimo mese, durante un incontro fra lo stesso dottor Erasmo de Angelis, regione Lombardia, comune di Milano e gli amministratori del comune di Senago, si è concordato come la priorità assoluta d'intervento sul torrente sia la depurazione delle sue acque; rispondendo in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici l'11 settembre 2014, ad un'interrogazione presentata dagli onorevoli Grimoldi e Rondini sulla questione, il Sottosegretario di Stato Velo ha spiegato come «la soluzione delle criticità ambientali dovrà andare di pari passo con la costruzione e messa in opera delle vasche di laminazione progettate lungo l'asta del Seveso, opera contemplata all'interno dell'accordo quadro di sviluppo territoriale “Contratto del Fiume Seveso”». Tale accordo prevede diversi interventi finalizzati proprio al miglioramento delle acque del fiume in parola, riguardanti principalmente opere di fognatura per l'eliminazione di scarichi diretti e opere di depurazione; la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, unitamente alla regione Lombardia, sta monitorando lo stato di attuazione degli interventi già individuati, molti dei quali già in fase di gara o di progettazione avanzata e per la maggior parte dei quali si prevede la completa realizzazione entro la fine del 2015; oltre agli interventi previsti nell'accordo citato, all'interno dello stesso progetto di realizzazione delle vasche del Seveso è stata prevista, ed è in fase di esecuzione, un'attenta attività di monitoraggio della qualità delle acque, nell'ottica di garantire l'efficacia delle strutture progettate, non solo ogni qualvolta esse saranno impegnate dalle acque di piena, ma anche nella vita ordinaria di tempo asciutto in cui l'area della vasca sarà destinata ad altri usi e destinazioni ambientali e le caratteristiche dell'acque ne determineranno la fruibilità; ad ogni buon conto la regione Lombardia ha comunicato di aver recentemente destinato agli agglomerati interessati dalla causa C 85/13 (sentenza di condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea del 10 aprile 2014) – che, si ripete, non riguarda l'agglomerato Seveso nord – risorse pari a circa 22 milioni di euro derivanti dall'apposito fondo che la legge di stabilità 2014 ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per finanziare un piano straordinario di interventi «finalizzato prioritariamente a potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani»; si è a conoscenza dell'impegno di tutte le istituzioni rispetto alla definizione di un percorso che possa risolvere il problema delle esondazioni del Seveso, attraverso la depurazione delle sue acque, il raddoppio del canale scolmatore e la realizzazione di una serie di interventi di sostenibilità ambientale di minore impatto sul territorio–: quali iniziative di competenza il Governo abbia intenzione di intraprendere per la definizione di un percorso, concordato con le amministrazioni locali, che preveda la messa in campo di tutti gli interventi di risanamento ambientale menzionati. (2-00708) « Cimbro , Civati , Cominelli , Colaninno , Casati , Cova , Mauri , Peluffo , Marchi , Francesco Sanna , Giuseppe Guerini , Guerra , Laforgia , Portas , Ginoble , Berretta , Marrocu , Oliverio , Monaco , Rabino , Dambruoso , Daniele Farina , Kronbichler , Quaranta , Prina , Crimì , Gianni Farina , Gadda , Pollastrini , Stumpo , Roberta Agostini , Fiorio , Ferrari , Ferro , Albini , Coccia , Rondini ».





 
Cronologia
giovedì 2 ottobre
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva, con 323 voti favorevoli, 168 contrari e 9 astenuti, nel testo delle Commissioni senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, l'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recanti disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno (C. 2616-A), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.



mercoledì 8 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    Il Senato approva, con 165 voti favorevoli, 111 contrari e 2 astenuti, l'emendamento 1.800 interamente sostitutivo degli articoli del d.d.l. recante deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (S. 1428), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.