Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/00287 presentata da SANTANGELO VINCENZO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 01/07/2015
Atto Senato Interpellanza 2-00287 presentata da VINCENZO SANTANGELO mercoledì 1 luglio 2015, seduta n.476 SANTANGELO, DONNO, BERTOROTTA, CAPPELLETTI, PUGLIA, CATALFO, NUGNES, BLUNDO, AIROLA, PAGLINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che: in data 10 aprile 2015, sull'autostrada A19 Catania-Palermo, all'altezza del viadotto Himera, chilometro 61 tra gli svincoli di Scillato e Tremonzelli, direzione del capoluogo etneo, hanno ceduto 2 piloni a causa di un movimento franoso che ha interessato la strada provinciale 24 Scillato-Caltavuturo; ad oggi, dopo più di 2 mesi dal verificarsi del fenomeno di dissesto, il viadotto Himera risulta ancora chiuso ed impraticabile e l'autostrada A19, unica infrastruttura di collegamento tra la parte occidentale e quella orientale dell'isola, appare completamente paralizzata; permane, pertanto, una grave situazione di emergenza che sta causando enormi difficoltà nei trasporti ed ingenti perdite economiche per tutta la popolazione; la Procura della Repubblica di Termini Imerese ha aperto un'inchiesta per disastro colposo per far luce sulla vicenda e per accertare eventuali responsabilità in capo alla protezione civile regionale e ad ANAS (quale gestore della rete stradale ed autostradale italiana di interesse nazionale) in ordine al mancato intervento di monitoraggio sul viadotto Himera; a giudizio degli interpellanti l'Assessorato regionale per il territorio e l'ambiente, nell'elaborazione del piano di assetto idrogeologico (PAI), quale strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni, gli interventi e le norme d'uso riguardanti la difesa dal rischio idrogeologico del territorio siciliano, non avrebbe esaminato con la dovuta attenzione le criticità di carattere geologico dell'area su cui insiste il viadotto, area alla quale è stato assegnato, sulla base delle regole per l'attribuzione dei livelli di rischio previsti dall'allegato tecnico al decreto-legge n. 180 del 1998, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 267 del 1998, un indice di rischio di classe "R3" (rischio elevato) anziché di classe "R4" (rischio molto elevato) data l'assenza, nella zona interessata dai fenomeni di dissesto, di nuclei abitativi; con deliberazione del Consiglio dei ministri del 18 maggio 2015 viene dichiarato lo stato di emergenza per il maltempo dal 16 febbraio al 10 aprile 2015 nelle province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina e Trapani e vengono messe a disposizione, per l'attuazione dei primi interventi, nelle more della ricognizione in ordine agli effettivi ed indispensabili fabbisogni, risorse economiche nel limite di 27.250.000 euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali di cui all'articolo 5, comma 5- quinquies , della legge n. 225 del 1992; successivamente, con le ordinanze n. 257 e n. 258 del 30 maggio 2015 del capo del Dipartimento della protezione civile, si dispone la nomina dei 2 commissari delegati per la realizzazione dei primi interventi urgenti di protezione civile finalizzati alla più celere attuazione delle misure volte a rimuovere le situazioni di rischio, a garantire l'assistenza ed il ricovero delle popolazioni colpite e ad assicurare la messa in sicurezza dell'area interessata dal tratto del viadotto dissestato; considerato che: risulta agli interpellanti che delle relazioni elaborate dagli ispettori del Ministero delle infrastrutture emergerebbero precisi ed inequivocabili profili di responsabilità in capo alla protezione civile regionale e, in particolar modo, ai vertici di ANAS per una vicenda già nota agli addetti ai lavori non soltanto dal 2005 bensì, addirittura, dal 1971; si apprende infatti dalla lettura di un articolo de "il Fatto Quotidiano" del 19 giugno 2015 che dall'analisi di progetti, documenti, lettere e note, infatti, risulterebbe evidente che "L'ANAS era in possesso degli elementi atti ad avere la consapevolezza della esistenza, entità e gravità dei fenomeni di dissesto e delle criticità geologiche, sin dalla definizione delle scelte del progetto, ed era a conoscenza dell'aggravio della situazione che nel 2005 ha portato, tra l'altro, alla necessità di realizzare una variante alla strada provinciale" e che, pertanto, "ANAS aveva l'onere d'intervenire, in quanto soggetto cui spetta la gestione e la manutenzione delle infrastrutture autostradali in gestione diretta e, di conseguenza, aveva l'obbligo di vigilare sulla efficienza e salvaguardia di tali opere"; gli ispettori del Ministero farebbero anche cenno ad una relazione geologica, risalente addirittura al 10 maggio 1971, nella quale già si evidenziavano le criticità inerenti alla "delicatezza ed alla fragilità del complesso geologico" ed alla necessità di emanare provvedimenti di difesa dell'autostrada che avessero carattere di definitività e permanenza. Tali interventi, consistenti nella realizzazione di muri ed opere flessibili in gabbionate da collocare al piede del versante, per un costo pari a 6 milioni di lire, non furono mai realizzati; inoltre, secondo la protezione civile regionale il verificarsi dell'evento calamitoso non sarebbe da ricollegare ad una gestione dissennata delle manutenzioni ed alla mancanza di adeguati controlli finalizzati alla prevenzione del tratto interessato ma, piuttosto, ad eventi meteorologici avversi ed alle continue precipitazioni nel periodo dal 17 febbraio al 9 marzo 2015. Eppure, in una lettera dell'ex prefetto di Palermo, Giosuè Marino, inviata in data 23 aprile 2005 alla Protezione civile regionale, nella quale si faceva riferimento ad una nota dell'ANAS, già si evidenziavano le criticità relative alla frana di Caltavuturo ed ai rischi per la A19; la stessa ANAS, in data 14 aprile 2005, aveva, peraltro, segnalato al prefetto un vasto movimento franoso lato Caltavuturo che avrebbe potuto interessare la A19; lo stesso ex presidente di ANAS, Pietro Ciucci (invitato dal Governo a dimettersi, a metà maggio 2015, a parere degli interpellanti proprio a seguito dell'evento calamitoso avvenuto sul viadotto Himera), all'indomani del crollo aveva dichiarato che ANAS non aveva ricevuto nessuna segnalazione al riguardo e che l'azienda non aveva nessuna competenza sul monitoraggio delle frane; considerato inoltre che, a giudizio degli interpellanti: a nulla varrebbe la nomina del nuovo presidente ANAS, Gianni Vittorio Armani, che attraverso un comunicato si è impegnato a verificare mediante l'istituzione di una commissione interna aziendale che cosa non ha funzionato e le responsabilità di quello che è accaduto sulla A19, se non si procederà, in tempi brevi, a mutare radicalmente l'assetto organizzativo di vertice di ANAS che vede al suo interno ancora molti dirigenti, tecnici e collaboratori dell'ex presidente coinvolti nella vicenda del crollo del viadotto Himera; appare chiaro che sia la protezione civile regionale che ANAS erano perfettamente a conoscenza, fin dagli inizi degli anni '70, dei gravi movimenti franosi e dei dissesti in atto nell'area; pertanto, durante questo lasso di tempo, avrebbero potuto, o, meglio, dovuto, provvedere alla realizzazione degli interventi necessari per tentare di risolvere o, perlomeno, di arginare e limitare il più possibile il verificarsi di conseguenze dannose alle infrastrutture; considerato altresì che: il Movimento 5 Stelle, al fine di assicurare una rapida risoluzione della situazione di emergenza propone un'idea, progettuale, protocollata presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con n. 22779 del 12 giugno 2015, aggiuntiva a quella sulla scorciatoia di Caltavuturo, che prevede la realizzazione di una bretella che potrebbe vedere la luce in meno di un mese e a costi notevolmente contenuti, grazie al coinvolgimento del Genio militare; la proposta prevede, nello specifico, la realizzazione di un " bypass " sulla sponda sinistra del fiume Imera, meno interessata dai movimenti franosi che hanno provocato il dissesto dell'autostrada A19, utilizzando la vecchia strada di servizio denominata "Lodigiani", che fu utilizzata dall'omonima impresa per realizzare il viadotto interessato dal dissesto. Per il collegamento tra l'autostrada e la "bretella", è prevista la realizzazione di un ponte "Bailey" (tipologia di ponte di origine militare che consente un ripristino provvisorio del collegamento stradale) a doppia campata, idoneo al transito dei mezzi pesanti; a giudizio degli interpellanti, si tratta di una valida soluzione progettuale che presenta evidenti ed innegabili vantaggi sia in termini di tempo che di costi. Le opere, che prevedono il ripristino e la messa in sicurezza della strada "Lodigiani" già esistente e la costruzione di ponti "Bailey", sarebbero direttamente realizzate dallo Stato attraverso il reparto di riferimento del reggimento Genio guastatori per un importo complessivo dei lavori pari circa ad 1,5 milioni di euro rispetto ai circa 9 milioni di euro previsti per la realizzazione dell'opera progettuale ideata dal Ministero, senza contare la reversibilità delle opere e l'assoluta mancanza di punti di interferenza tra il bypass e il nuovo intervento per la realizzazione dell'infrastruttura principale, si chiede di sapere: se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti; se non ritenga opportuno, al fine di addivenire ad una celere e tempestiva risoluzione dello stato di emergenza, provvedere ad un'immediata attuazione della soluzione progettuale citata in ragione dei brevissimi tempi per l'esecuzione delle opere di ripristino e di messa in sicurezza e del considerevole contenimento dei costi di realizzazione; se non consideri opportuna la sostituzione del commissario delegato per il superamento dell'emergenza nel territorio delle province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina e Trapani, dottor Calogero Foti, in quanto, nonostante fosse ampiamente e da molto tempo informato sullo stato di dissesto dei territori coinvolti, in qualità di dirigente generale della Protezione civile in Sicilia da oltre 9 anni non abbia mai provveduto a mettere in atto le opportune misure di manutenzione. (2-00287)