Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06131 presentata da LATRONICO COSIMO (FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 23/07/2015
Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-06131 presentato da LATRONICO Cosimo testo di Giovedì 23 luglio 2015, seduta n. 467 LATRONICO . — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che: nel mese di giugno 2015 la Sogin ha consegnato all'Ispra l'aggiornamento della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) alla localizzazione del deposito nazionale e della relativa documentazione, richiesto nel mese di aprile dai Ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico; in realtà la mappa era già stata inviata a inizio gennaio dalla Sogin, la società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. I tecnici dovevano verificare il rispetto della guida tecnica per la localizzazione (pubblicata nel giugno 2014) che prevedeva quindici criteri di esclusione delle aree su cui dovrà essere costruito il deposito all'interno di un parco tecnologico; in particolare, sono da escludere le aree vulcaniche, le località a più di 700 metri sul livello del mare o a una distanza inferiore a 5 chilometri dalla costa, le zone a sismicità elevata, a rischio frane, inondazioni, le zone che costeggiano i fiumi e tutte le superfici dove c'e una pendenza maggiore del 10 per cento. Sono escluse anche le aree naturali protette, quelle che non siano ad adeguata distanza dai centri abitati, quelle a distanza inferiore di un chilometro da autostrade e strade extraurbane principali e ferrovie; il 20 luglio 2015 l'ISPRA ha inviato ai Ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio e dello sviluppo economico la carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) ad ospitare il sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari, ancora secretata; per rifiuti radioattivi si comprendono diverse categorie di rifiuti, fra loro molto diverse, tra cui quelli provenienti dai reattori di ritrattamento del combustibile nucleare, quelli prodotti dallo smantellamenti di vecchi impianti, e gli elementi di combustibile esauriti; le scorie nucleari possono essere prodotte nelle centrali nucleari (per la maggior parte), in medicina, e nei siti industriali per le analisi produttive di parti metalliche; il deposito nazionale sarà un'infrastruttura di superficie dove mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi, consentirà la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività. Insieme al deposito è prevista la realizzazione del parco tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning , della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato; dei circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, ricorda Sogin, il 60 per cento deriverà dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40 per cento dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, che continueranno a generare rifiuti anche in futuro; il nostro Paese ha l'obbligo di dar vita ad un sito di stoccaggio permanente delle scorie, sancito dalla direttiva europea 2011/70 Euratom, che impone ad ogni Stato membro la realizzazione di un punto di stoccaggio in grado di ospitare in sicurezza il combustibile nucleare esaurito e i rifiuti radioattivi, anche derivanti dagli impieghi medicali, di ricerca e industriali. Sono 23 i siti italiani che attualmente ospitano questa «spazzatura atomica», tra cui il centro Itrec Trisaia di Rotondella (MT); indiscrezioni giornalistiche affermavano che la Basilicata e in particolare Matera, Montescaglioso, Montalbano Jonico, Banzi, Palazzo san Gervasio, Genzano di Lucania e Altamura erano stati individuati nella carta preliminare delle aree potenzialmente idonee per il deposito unico nazionale delle scorie; la città di Matera, Capitale della Cultura 2019, e l'area murgiana non possono essere indicate come sito per l'ubicazione del deposito nazionale di scorie radioattive, in quanto ciò creerebbe un pregiudizio all'immagine della città dei Sassi, Patrimonio dell'Unesco–: se il Governo non ritenga quanto prima di rendere pubblica la carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) e quali iniziative intenda assumere per evitare che si riproponga la Basilicata quale sito per il deposito unico nazionale delle scorie, regione in cui già è presente il deposito di stoccaggio scorie radioattive di III categoria nell'impianto di Itrec di Rotondella. (5-06131)