Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01792 presentata da LATRONICO COSIMO (FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 27/10/2015
Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-01792 presentato da LATRONICO Cosimo testo di Martedì 27 ottobre 2015, seduta n. 511 LATRONICO . — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che: in questi giorni desta grande preoccupazione nelle amministrazioni locali, nelle associazioni ambientaliste e nella popolazione lucana, la notizia delle autorizzazioni concesse dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare alla multinazionale del settore energetico – petrolifero Shell, per procedere a due trivellazioni per la ricerca di idrocarburi al largo delle coste della Basilicata e Puglia; il 13 ottobre 2015 la compagnia petrolifera Shell ha ottenuto una valutazione positiva di compatibilità ambientale per le istanze d73 F.R-SEI con un'estensione di 730 chilometri quadrati nel Mar Ionio (Zona F) e d74 F.R-SH con un'estensione di 617,8 chilometri quadrati, ubicata nella porzione settentrionale del Mar Ionio, ricadendo essa quasi interamente all'interno e la zona marina F, malgrado i pareri contrari delle regioni Basilicata e Puglia, di numerosi comuni rivieraschi e delle associazioni ambientaliste; i progetti della Shell si aggiungono a quello della Enel Longanesi autorizzato con decreto emesso nel mese di luglio 2015 e in pochi mesi si è giunti a ben tre istanze che hanno ottenuto il riconoscimento di compatibilità ambientale in un mare chiuso come quello del golfo di Taranto; si tratta di interventi che possono provocare ripercussioni economiche e ambientali sulle popolazioni delle tre regioni direttamente interessate; la ricerca di idrocarburi prima e l'estrazione poi sono altamente dannose per gli ecosistemi e soprattutto per le economie locali e per il prodotto interno lordo delle imprese (settore del turismo, della pesca e dell'agricoltura) che rischiano di essere seriamente danneggiate dalle estrazioni e lavorazioni petrolifere; l'area jonica con il golfo di Taranto è stata riconosciuta dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale come area prioritaria di conservazione di alto mare e delle acque profonde da candidare come riserva e area protetta ASPIM (area specialmente protetta di interesse mediterraneo), area di protezione e tutela dei cetacei; l'intero mar Jonio e il golfo di Taranto custodiscono enormi patrimoni archeologici della Magna Grecia, ancora da riportare alla luce per mancanza di fondi, come documentato nello studio scientifico «Archeomar» del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e le popolazioni che vivono di turismo e di pesca oltre che di agricoltura biologica, lungo le coste ioniche non vogliono assolutamente che sia distrutto il proprio mare e, al riguardo è in atto una grande mobilitazione di persone e di coscienze; nell'intera area sarà possibile esplorare i fondali utilizzando la tecnica dell’ air gun , la pistola sottomarina ad area compressa in grado di generare onde sismiche utili per poter individuare i possibili giacimenti petroliferi. Con questa tecnica il suono viaggia nell'acqua circa quattro volte più in fretta che nell'aria (la velocità di propagazione del suono in aria è di 343 metri al secondo, in acqua di circa 1.483 metri al secondo), per cui le onde hanno la potenzialità di diffondersi su raggi molto elevati, anche di 100 chilometri e a ridosso dell’ air gun si possono misurare picchi di pressione dell'ordine di 230 dB (a mero paragone, un'esplosione nucleare in mare ha un valore di 300-310 decibel) e può essere dannosa per l'integrità degli ecosistemi marini e letale per la fauna marina, in particolare per i cetacei; va ricordato che la Basilicata ha il più grande giacimento di petrolio d'Europa, e da quasi 20 anni contribuisce allo sfruttamento degli idrocarburi con il 69 per cento del greggio e il 16 per cento del gas prodotti in Italia e che alla produzione di energia ha pagato un prezzo altissimo in termini di tutela e salvaguardia territoriale, di minacce alla salute delle popolazioni, di aumento dell'incidenza tumorale; nonostante 10 consigli regionali, compreso quello lucano, abbiano depositato in Cassazione sei quesiti referendari contro le trivellazioni previste dall'articolo 38 del decreto-legge «Sblocca Italia» (legge 11 novembre 2014, n.164) e dall'articolo 35 del decreto sviluppo decreto-legge 7 agosto 2012 n.134) e la Conferenza delle regioni il 20 ottobre 2015 all'unanimità ha approvato il documento di Termoli sottoscritto il 24 luglio 2015 dai rappresentanti di Basilicata, Molise, Abruzzo, Calabria, Marche e Puglia per condividere una visione comune sul tema della ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare e riaprire il confronto con il Governo sulle prerogative delle regioni che non possono essere tagliati fuori dalle scelte che riguardano i propri territori; per opporsi a tale stato di cose la giunta regionale della Basilicata ha dato mandato agli avvocati di presentare ricorso al Tar contro le autorizzazioni concesse alla società Shell per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel mar Ionio dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; con la designazione di Matera a capitale europea della cultura 2019 la stessa città Policoro e il Metapontino rappresentano una straordinaria risorsa ed un importante strumento per la valorizzazione dell'economia turistica dell'intera regione, per cui diventa imprescindibile adottare misure di difesa dai rischi di estrazione nel mar Ionio. Il settore del turismo e della pesca non possono permettersi il lusso di vedere vanificati gli investimenti pubblici e privati, proprio adesso che l'intera filiera inizia a registrare i primi segnali positivi rispetto alla drammatica crisi che si è verificata negli ultimi anni–: se il Governo non intenda, per quanto di competenza attivarsi affinché venga interrotta ogni tipo di attività di ricerca di idrocarburi nel mar Jonio al fine di evitare ogni serio e grave pericolo per l'ambiente marino e per la vocazione economica, agricola e turistica dei territori interessati. (3-01792)