Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA URGENTE 2/01159 presentata da CRIVELLARI DIEGO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 10/11/2015
Atto Camera Interpellanza urgente 2-01159 presentato da CRIVELLARI Diego testo presentato Martedì 10 novembre 2015 modificato Venerdì 27 novembre 2015, seduta n. 531 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico , per sapere – premesso che: la regione Veneto è stata interessata nel recente passato da fenomeni di subsidenza dovuti alla sovrapposizione di diverse cause con ricadute sull'assetto idraulico, geomorfologico e territoriale tali da richiedere forti iniziative volte al controllo ed al contrasto attivo di tali fenomeni; la subsidenza è un fenomeno presente su gran parte del territorio della pianura padana ed è causata da vari processi naturali, quali quelli di origine geodinamica e tettonica e da processi di compattazione naturale dei sedimenti, ma la causa più rilevante è di origine antropica ed è dovuta all'estrazione di acque sotterranee e di idrocarburi che genera ed acuisce criticità territoriali già particolarmente evidenti; difatti, la planimetria quotata attuale mostra che il territorio bassopolesano è totalmente sotto il livello del mare mediamente di 2 metri con punte fino a 4,30 metri; altro problema causato dalla subsidenza è rinvenibile nelle coltivazioni: la subsidenza provoca la risalita dell'acqua di mare sul fondo dell'alveo lungo i tratti terminali dei fiumi; il fenomeno chiamato cuneo salino rientra nell'ampia problematica rappresentata dall'espandersi della salinità dei territori costieri, che comprende anche il depositarsi i sali nelle falde acquifere sotterranee ed interessa i rami del delta del Po, i tratti terminali del Po di Levante, del Po di Volano, dell'Adige, del Brenta, del Piave e del Tagliamento. Negli ultimi decenni il cuneo salino ha assunto una dinamica sempre più preoccupante per la progressiva intrusione verso l'interno dei corsi d'acqua; è per questo motivo che la regione del Veneto ha mantenuto una costante attenzione sulle aree particolarmente fragili del proprio territorio e ha promosso azioni tese ad approfondire le conoscenze, sia ai fini di salvaguardia che di individuazione degli interventi di contrasto; infatti, la regione Veneto, come altre regioni, ha avanzato una proposta referendaria con l'obiettivo di cassare parte del decreto-legge 12 settembre 2014, n.133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive; tale provvedimento nato per favorire lo sviluppo delle risorse energetiche nazionali, consentire il raggiungimento degli obiettivi della strategia energetica nazionale, garantire una maggiore sicurezza in termini di approvvigionamenti di gas naturale e di petrolio e sbloccare gli ingenti investimenti privati in programma da anni nel settore, rischia seriamente di mettere in pericolo la regione Veneto per quanto riguarda il rischio concreto di subsidenza che si potrebbe venire a creare a seguito delle estrazioni. Risulta quindi urgente la necessità di tutelare il territorio della pianura così come quello lagunare e costiero dal rischio di subsidenza e quindi anche dai conseguenti pericoli di eventi alluvionali, di erosione dei litorali, dell'aumento di forze distruttive delle onde, della risalita del cuneo salino, che invece risultano favoriti dalle attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi; da ultimo, in data 20 ottobre 2015, il consiglio regionale ha approvato, all'unanimità, il progetto di legge presentato dal consigliere del Pd Graziano Azzalin che, modificando l'articolo 30 della legge istitutiva del Parco del Delta del Po, rende impossibile la ricerca «con ogni mezzo» di idrocarburi nei comuni compresi nell'area del Parco, impedendo di fatto ogni possibile tentativo di sfruttamento nel mare che fronteggia il Polesine; l'approvazione di tale legge regionale, essendo essa sottordinata a quella nazionale, non «cancella» quanto previsto dal decreto-legge «Sblocca Italia» varato dal Governo, provvedimento che nel definire «strategiche» per il sistema Paese tutte le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, centralizza a Roma sia l'individuazione delle aree che delle opere strumentali, oltre al rilascio dei titoli minerari; già l'articolo 26 della legge 31 luglio 2002 n.179, recante disposizioni relative a Venezia e Chioggia, dispone il divieto di prospezione, ricerca e la coltivazione di idrocarburi nelle acque del Golfo di Napoli, del Golfo di Salerno e delle Isole Egadi, nonché nelle acque del Golfo di Venezia, nel tratto di mare compreso tra il parallelo passante per la foce del fiume Tagliamento e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po–: se i Ministri interpellati non intendano, alla luce di quanto esposto in premessa, considerando anche l'approvazione della legge regionale e quanto stabilito dal richiamato articolo della legge 31 luglio 2002, n.179, assumere iniziative per rivedere le disposizioni contenute nel decreto-legge «sblocca Italia» per le zone particolarmente fragili dal punto di vista ambientale, apportando le modifiche sostanziali auspicate dai promotori del referendum in questione. (2-01159) « Crivellari , Rostellato , Crimì , Casellato , Ginato , D'Arienzo , Naccarato , Narduolo , Mognato , Camani , Miotto , Zoggia , Zardini , De Menech , Zan , Rubinato , Martella , Sbrollini , Pastorelli , Moretto , Rotta , Dallai , Nardi , Cova , Pierdomenico Martino , Brandolin , Zanin , Giuseppe Guerini , Tacconi , Albini , Gianni Farina , Manzi , Cominelli , Mura , Mauri , Tullo , Minnucci , Castricone ».