Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07403 presentata da D'UVA FRANCESCO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 18/01/2016
Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-07403 presentato da D'UVA Francesco testo di Lunedì 18 gennaio 2016, seduta n. 549 D'UVA , DIENI e SIBILIA . — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che: nei giorni 8 e 9 novembre 2015, così come confermato dal relativo sito istituzionale, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha preso parte ad un viaggio diplomatico presso la città di Riyad, capitale dell'Arabia Saudita; secondo le informazioni ufficiali fornite dalla Presidenza domenica 8 novembre il premier Renzi ha incontrato il Principe ereditario e Ministro dell'interno, Mohammed bin Nayef, e il vice Principe Ereditario e Ministro della difesa, Mohammed bin Salman, mentre «lunedì 9 novembre il presidente del Consiglio ha visitato il cantiere della metropolitana di Riad ed in seguito ha incontrato Re Salman bin Abdulaziz Al Saud»; in data 8 gennaio 2016, il quotidiano consultabile online Il Fatto Quotidiano , in un proprio articolo titolava «Governo in visita in Arabia Saudita. La missione finisce in rissa per i Rolex in regalo»; secondo tale fonte di stampa «durante la trasferta a Riyad dello scorso novembre, i delegati italiani si sono accapigliati per dei cronografi da migliaia di euro, un omaggio dei sovrani sauditi», e per tali motivi gli stessi oggetti, o parte di essi, sarebbero oggi sequestrati dalla Presidenza del Consiglio; i fatti, che secondo lo stesso quotidiano rappresenterebbero «una grossa figuraccia internazionale per l'Italia», e riportati da testimoni oculari, risalirebbero alla serata tra l'8 e il 9 novembre, quando «il cerimoniale di Palazzo Chigi, depositario degli elenchi e dei protocolli di una trasferta di Stato, prima del riposo tenta di alleviare le fatiche con l'inusuale distribuzione dei regali», distribuzione che avveniva per «oltre 50 ospiti» tra i quali vi sarebbero stati i vertici di alcune aziende statali come Finmeccanica e Salini Impregilo, società di affidataria dell'appalto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, recentemente tornato tra gli obiettivi dell'attuale Governo; secondo l'articolo, i doni destinati alla delegazione italiana consisterebbero in «avveniristici cronografi prodotti a Dubai, con il prezzo che oscilla dai 3.000 ai 4.000 euro e Rolex robusti, per polsi atletici, che sforano decine di migliaia di euro, almeno un paio», riferendo inoltre come allo stesso Presidente del Consiglio «sarà recapitato anche un cassettone imballato, trascinato con il carrello dagli inservienti»; dalla lettura dell'articolo emergerebbe una indebita acquisizione di beni a funzionari pubblici, in accordo con la normativa vigente, risultando tali azioni assolutamente incompatibili con le funzioni di una rappresentanza istituzionale, dal momento che in luogo della cerimonia sarebbe avvenuta addirittura una rissa, causata da un tentativo di appropriazione di un bene di maggior valore, nel caso di specie un Rolex sottratto al pur illegittimo destinatario; a confermare quanto avvenuto nei giorni 8 e 9 novembre 2015, in occasione della visita istituzionale presso Riyad, è intervenuta la stessa Presidenza del Consiglio, con propria nota ufficiale, rilevando come «I doni di rappresentanza ricevuti dalla delegazione istituzionale italiana, in occasione della recente visita italiana in Arabia Saudita, sono nella disponibilità della Presidenza del Consiglio, secondo quello che prevedono le norme. Come sempre avviene in questi casi, dello scambio dei doni se ne occupa il personale della presidenza del Consiglio e non le cariche istituzionali», smentendo sì la possibilità di indebita appropriazione, senza tuttavia essere in grado di fornirne certa dimostrazione; il decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n.62, emanato in attuazione della legge anti-corruzione n.190 del 2012, in linea con le raccomandazioni OCSE in materia di integrità ed etica pubblica, dispone il divieto per il dipendente di chiedere regali, compensi o altre utilità, nonché il divieto di accettare regali, compensi o altre utilità, salvo quelli d'uso di modico valore (non superiore a 150 euro) – anche sotto forma di sconto. il decreto, articolo 4, comma 1, in particolare, prevede il divieto del dipendente di non chiedere, né sollecitare, per sé o per altri, regali o altre utilità, in evidente contrasto, quindi, con i fatti sopra richiamati; secondo le previsioni del successivo comma «il dipendente non accetta, per sé o per altri, regali o altre utilità, salvo quelli d'uso di modico valore effettuati occasionalmente nell'ambito delle normali relazioni di cortesia e nell'ambito delle consuetudini internazionali. In ogni caso, indipendentemente dalla circostanza che il fatto costituisca reato, il dipendente non chiede, per sé o per altri, regali o altre utilità, neanche di modico valore a titolo di corrispettivo per compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio da soggetti che possano trarre benefici da decisioni o attività inerenti all'ufficio, né da soggetti nei cui confronti è o sta per essere chiamato a svolgere o a esercitare attività o potestà proprie dell'ufficio ricoperto»; in considerazione della natura sia politica che commerciale della missione italiana presso la capitale dell'Arabia Saudita, Riyad, qualora venissero confermati, i fatti riportati dal quotidiano nazionale apparirebbero in evidente contrasto con la normativa riportata; come già evidenziato, per regali o altre utilità di modico valore si intendono quelle di valore non superiore, in via orientativa, a 150 euro, anche sotto forma di sconto, ben al di sotto, quindi del valore di mercato dei beni messi a disposizione, secondo quanto riportato in premessa, in occasione del viaggio diplomatico tenutosi nei giorni 8 e 9 novembre; sulla stessa notizia interviene in data 8 gennaio 2016, il quotidiano consultabile online La Stampa , il quale, ricollegandosi alla notizia riportata dalla rivista Il Fatto Quotidiano , riporta come «la vicenda rischia di diventare ancora più misteriosa. Gli orologi sarebbero spariti da Palazzo Chigi: non sono nella stanza dei regali al terzo piano, denuncia Il Fatto . Se la cosa fosse confermata significa che i preziosi regali sarebbero finiti nelle mani di qualche singolo funzionario, contravvenendo così alla direttiva Monti che impedisce ai dipendenti pubblici di accettare omaggi del valore superiore a 150 euro. Dove sono finiti, allora, i Rolex degli sceicchi?», considerando come, nonostante la smentita, l'attuale condizione dei beni ricevuti non sia del tutto nota; in data 10 gennaio 2016 il contenuto di un nuovo articolo della testata giornalistica Il Fatto Quotidiano farebbe emergere altri particolari, non soltanto legati alla vicenda sin qui esposta, ma ad una più generica, possibile, consuetudine circa lo scambio di beni in luogo di missioni estere dei principali esponenti politici del nostro Paese; in particolare la notizia riporta di come «i cronografi sono fin troppi. E molto nascosti, un po’ sperduti, tra risse notturne nel palazzo reale di Ryad – fra la delegazione di Roma per ghermire la scatoletta con il congegno svizzero – e gli stessi orologi preziosi che Renzi sfoggia dai primi mesi di domicilio a Palazzo Chigi: un paio di Rolex, di sicuro un Daytona, un vistoso Audemars Piguet. Li ha comprati di recente? Li ha ricevuti dai capi di governo stranieri? Più che la precisione, allora, occorre la trasparenza»; lo stesso articolo rilevava come non ci fosse bisogno «di stimare la due ruote Shimano di Shinzo Abe al collega Renzi (giugno 2014): si tratta di un dono che sfonda il tetto dei 300 euro. Episodio isolato oppure rodata consuetudine? Palazzo Chigi non ha risposto ai dubbi, suffragati da diverse fonti, su almeno tre orologi indossati da Renzi durante il mandato a Roma»; ad avviso degli interroganti la vicenda, avendo assunto caratteri di rilievo nazionale, merita un approfondimento necessario a fugare ogni ragionevole dubbio circa la possibile violazione della normativa prevista dal decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n.62, «Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici», dal momento che questa prevede espressamente una condotta che ponga il funzionario al di sopra di ogni sospetto e in un quadro di assoluta trasparenza–: se si intendano assumere iniziative per introdurre con urgenza un efficace protocollo da applicare in occasione di viaggi diplomatici e visite di rappresentanza, sia con finalità politiche che commerciali, al fine di impedire, con procedure efficaci, la possibilità che casi analoghi possano verificarsi in futuro, assicurando e garantendo la correttezza istituzionale, ovvero l'impossibilità per funzionari e rappresentanti pubblici di disporre, anche solo temporaneamente, dei beni sottoposti ai vincoli previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n.62. (5-07403)