Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07486 presentata da LATRONICO COSIMO (MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI) in data 22/01/2016
Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-07486 presentato da LATRONICO Cosimo testo di Venerdì 22 gennaio 2016, seduta n. 553 LATRONICO . — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che: il 14 gennaio 2016 la regione Basilicata con DPGR n.11 per fronteggiare l'emergenza rifiuti, ha decretato l'obbligo di conferimento di rifiuti urbani «talquale» di tutti i comuni della provincia di Matera, ad esclusione di Matera e Policoro, presso l'inceneritore Fenice-Edf-Rendina di San Nicola di Melfi (PZ). Il provvedimento interessa i seguenti comuni: Pisticci, Irsina, Tricarico, Montescaglioso, Miglionico, Grottole, Grassano, Pomarico, Ferrandina, Salandra, Craco, Calciano, Montalbano Jonico, San Giorgio Lucano, San Mauro Forte, Oliveto Lucano, Garaguso, Aliano, Gorgoglione, Cirigliano, Stigliano, Tursi, Colobraro, Valsinni, Accettura, Rotondella; per alcuni comuni il trasporto dei rifiuti all'impianto di San Nicola di Melfi si stima intorno a 400 chilometri fra andata e ritorno e questo comporterà enormi disagi causati dal traffico generato dai camion che attraversano mezza regione, l'aumento delle quantità di emissioni di diossine dai camini dell'inceneritore causato dalla combustione dei rifiuti «talquale» e maggiori costi che graveranno sui comuni e sui cittadini della provincia di Matera; l'area nord della Basilicata è il territorio lucano con la più alta percentuale di raccolte differenziate (stabilmente superiore alla media del 50 per cento) e con la maggiore presenza di impianti di vecchia concezione per lo smaltimento del rifiuto Indifferenziato (Venosa, Atella e Fenice). Questi impianti sonoal servizio prevalente delle aree territoriali del Potentino ed ora anche dei comuni del Materano; la direttiva 2008/98/CE introduce, per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, il cosiddetto «principio gerarchico delle 4R» (riduzione, riutilizzo, riciclaggio e recupero energetico); attualmente le principali tipologie di impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti speciali esistenti in Basilicata sono le seguenti: impianto di incenerimento; discariche; impianti di recupero; il ritardo dell'Italia nel ciclo del rifiuto urbano costa caro e sono numerose le procedure di infrazione relative alla normativa comunitaria a carico dell'Italia in materia ambientale, mentre è chiaro che, se oltre il 40 per cento dei rifiuti urbani viene smaltito in discarica, non si favorisce alcuna iniziativa verso soluzioni in grado di generare qualità, crescita e valore per la collettività. Tutto questo nonostante il fatto che la direttiva del 1999 abbia imposto la chiusura delle discariche non a norma e abbia vietato di smaltire in discarica i rifiuti urbani non trattati; nel 2013, la Commissione europea ha ritenuto che l'Italia non avesse ancora adottato tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla sentenza del 2007, venendo meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del diritto dell'Unione. La Corte di giustizia dell'Unione europea, di conseguenza, il 2 dicembre 2014, ha condannato l'Italia a pagare una somma forfettaria di 40 milioni di euro e una penalità semestrale determinata in 42 milioni e 800 mila euro fino alla completa esecuzione della sentenza che riguarda 200 discariche. Da tale importo saranno detratti 400.000 euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200.000 euro per ogni altra discarica messa a norma. Per ogni semestre successivo, la penalità sarà calcolata a partire dall'importo stabilito per il semestre precedente detraendo i predetti importi in ragione delle discariche messe a norma nel corso del semestre; la Conferenza mondiale sul clima che si è tenuta nel mese di dicembre 2015 a Parigi ha ribadito la necessità non più procrastinabile di attuare politiche di salvaguardia dell'ambiente, con particolare riferimento ad un utilizzo sempre maggiore delle energie rinnovabili con la massima cooperazione di tutti i Paesi; in questi giorni il sistema impiantistico materano è andato in tilt perché la saturazione dei siti di smaltimento di Potenza e dell'entroterra aveva fatto trasferire i flussi proprio verso la provincia di Matera, saturando anche questi. Devono ancora essere resi operativi alcuni impianti di trattamento rifiuti, come quello di Colobraro, Pisticci e Lauria; deve essere realizzata una nuova impiantistica a Matera – La Martella e occorre accelerare la procedura di caratterizzazione; deve essere avviato l'esercizio dell'impianto di Tricarico e devono essere implementati i diversi progetti di raccolta differenziata nel territorio–: quali iniziative il Ministro intenda adottare, anche alla luce della necessità di rispettare gli impegni assunti a livello di Unione europea, per verificare l'entità della grave situazione che si è creata nel territorio lucano e per dare piena attuazione alla normativa in materia di trattamento di rifiuti e di gestione delle discariche tutelando la sicurezza dei cittadini e dell'ambiente. (5-07486)