Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07547 presentata da COMINARDI CLAUDIO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 27/01/2016
Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-07547 presentato da COMINARDI Claudio testo di Mercoledì 27 gennaio 2016, seduta n. 556 COMINARDI , TRIPIEDI , CHIMIENTI , CIPRINI , DALL'OSSO e LOMBARDI . — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che: il fondo di previdenza del clero secolare e per i ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla religione cattolica è stato istituito presso l'INPS ai sensi dell'articolo 1 della legge 22 dicembre 1973, n.903, con lo scopo di concedere agli iscritti una pensione di vecchiaia, di invalidità nonché una pensione ai superstiti e viene alimentato dai contributi degli iscritti e dal contributo dello Stato italiano; come riportato dal quotidiano online « liberoquotidiano.it », articolo del 19 luglio 2015, dal titolo «Inps, “Fondo clero” in rosso: le pensioni dei preti ci costano 2 miliardi di euro», emerge che all'esito dell'operazione trasparenza, denominata «Porte Aperte», risulterebbe costantemente in passivo il «fondo clero», che eroga la pensione a circa 13.788 sacerdoti, con un disavanzo patrimoniale di oltre 2,2 miliardi di euro che sarebbe coperto dalla fiscalità generale. Inoltre, secondo l'articolo, lo sbilancio del fondo del clero fra il 2002 e il 2015 sarebbe cresciuto da 56 a 115 milioni di euro; in merito all'alimentazione del Fondo di previdenza del clero e dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica, gli interroganti evidenziano che, ai sensi degli articoli 6 e 21 della legge n.903 del 1973, il fondo sarebbe alimentato dal contributo annuo obbligatoriamente dovuto da ogni iscritto nonché dal contributo dello Stato italiano che, con decreto del 7 ottobre 2014 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, è stato aumentato, a decorrere dal 1 o gennaio 2013, da euro 7.693.286,34 a euro 7.924.084,93; alla luce delle disposizioni richiamate, gli interroganti intendono evidenziare come l'attuale disciplina normativa regolatrice del Fondo di previdenza del clero non possa ritenersi sostenibile all'interno del sistema previdenziale italiano, considerato che i contributi previdenziali e i trattamenti pensionistici sono rispettivamente versati e riconosciuti in misura fissa. Inoltre, la legge n.903 del 1973 non sembrerebbe tenere conto della differenza tra i contributi effettivamente versati e la complessiva quota di risorse necessaria per far fronte alla concessione e l'erogazione dei trattamenti pensionistici in favore degli iscritti a tale Fondo, determinando un gravoso disavanzo per le casse dell'Inps e dello Stato italiano–: se il Ministro interrogato non intenda evidenziare i motivi che hanno comportato il deficit del Fondo di previdenza del clero sopra riportato e, di conseguenza, se non ritenga urgente e doveroso adottare le iniziative necessarie al fine di modificare l'attuale regime previdenziale a cui sono sottoposti gli iscritti al Fondo, abrogando il contributo dello Stato italiano di cui all'articolo 21 della legge n.903 del 1973, anche al fine di salvaguardare il sistema previdenziale italiano. (5-07547)