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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07630 presentata da D'UVA FRANCESCO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 03/02/2016

Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-07630 presentato da D'UVA Francesco testo di Mercoledì 3 febbraio 2016, seduta n. 561 D'UVA , DI BENEDETTO , VACCA , MANNINO , VILLAROSA , GRILLO , SIMONE VALENTE , BRESCIA , SIBILIA , MARZANA , LUIGI GALLO e CHIMIENTI . — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che: in data 1 o febbraio 2016 il quotidiano nazionale, « Il Corriere della Sera » pubblicava un articolo firmato dal noto giornalista Gian Antonio Stella circa alcune gravi irregolarità avvenute in sede di abilitazione a professore ordinario in letteratura italiana contemporanea presso il dipartimento di scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali; dalla lettura della notizia si rilevano possibili anomalie nel buon andamento della prova, laddove si riporta come «un docente messinese ha portato all'abilitazione in Letteratura italiana contemporanea testi qua e là platealmente copiati di sana pianta. Fin qui, capita. Non è la prima volta, difficile sia l'ultima. Molto più grave è risposta del ministero. Dove si spiega che la commissione, messa davanti alle prove del plagio, ha deciso di non modificare il giudizio»; secondo quanto riportato dall'articolo, protagonista della vicenda sarebbe Dario Tomasello, professore associato di letteratura italiana contemporanea all'università degli studi di Messina, figlio dell'ex Rettore dell'università degli studi di Messina, il professore Francesco Tomasello; l'allora rettore Tomasello fu imputato nel processo sul concorso di II fascia per l'assegnazione di un posto da professore presso la facoltà di veterinaria dell'università degli studi di Messina, e per il quale venne condannato in primo grado di giudizio dalla prima sezione penale del tribunale di Messina in data 20 febbraio 2013 per tentata concussione e abuso d'ufficio, alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione, più l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni; a seguito di quei fatti veniva depositata un'interpellanza parlamentare al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca a prima firma D'Uva, la n.2-00050, presentata il 15 maggio 2013 e attualmente ancora senza risposta, attraverso la quale veniva denunciata la situazione dell'ateneo circa possibili irregolarità nella sua corretta gestione; nonostante tale segnalazione il Ministero ritenne di non dover assumere alcun provvedimento, nell'ambito delle sue prerogative e in accordo con il principio dell'autonomia universitaria; dalla lettura del su citato articolo si apprende come «nei lavori del Tomasello non solo i pensieri, ma le parole stesse di Giuseppe Amoroso», storico luminare della materia, venivano riportate come proprie, con la presenza di «pagine e pagine non ispirate ma riprese da questo o quel libro con il copia incolla. Senza virgolette e citazione dei testi originali»; l'accusa, ad opera di Giuseppe Fontanelli, anch'egli professore associato presso l'ateneo messinese, viene provata dal quotidiano attraverso la presenza di numerosi parti dell'elaborato prodotto dal Tomasello, con interi passi integralmente pubblicati e resi noti dal quotidiano, i quali accrescono notevolmente la preoccupazione circa la regolarità e il corretto andamento della procedura pubblica; a seguito della denuncia, presentata anche alla procura della Repubblica di Milano, grazie al materiale utile alle indagini fornito dall'attuale rettore dell'università degli studi di Messina Pietro Navarra, che per primo ha inteso far chiarezza sull'accaduto, si è appresa dalle pagine del quotidiano non soltanto la volontà del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di non procedere all'immediato annullamento della prova, bensì di disporne la convalida, dal momento che lo stesso direttore generale del Ministero, Daniele Livon, avrebbe riferito di avere visionato la relativa documentazione e di aver ritenuto, allo stesso tempo, non modificare giudizio di abilitazione già reso nei riguardi del professore Dario Tomasello; il Ministero, infatti, avrebbe chiesto nei mesi successivi alla segnalazione della vicenda alla commissione esaminatrice che si è occupata delle abilitazioni di rivedere il proprio giudizio in merito all'elaborato prodotto dal docente messinese, la quale ha inteso confermare interamente la propria valutazione e, quindi, la relativa abilitazione; la stessa commissione esaminatrice, tra l'altro, avrebbe lodato, secondo quanto concluso dall'articolo, il professore Dario Tomasello per i suoi «contributi originali», suscitando l'inevitabile richiesta di chiarimenti; è motivo di preoccupazione per gli interroganti, infatti, la scelta del Ministero di non chiarire, a oggi, gli elementi reali che hanno caratterizzato tale vicenda, ovvero le ragioni e le scelte assunte dal direttore generale Livon, il quale, benché a conoscenza dei principi di esclusiva imputabilità ai dirigenti della responsabilità per l'attività gestionale, così come stabiliti dalle legge 7 agosto 2015 n.124, ha ritenuto di non dover approfondire la questione ovvero di non rendere note le proprie motivazioni–: se non intenda rendere note le motivazioni che la commissione esaminatrice ha fornito al Ministero a seguito delle richieste dallo stesso avanzate per verificare la sussistenza di possibili irregolarità nella prova per l'abilitazione a professore ordinario in letteratura italiana contemporanea; se non intenda chiarire, in particolare, per quale motivo il direttore generale del Ministero, Daniele Livon, non abbia ritenuto necessario effettuare ulteriori verifiche sui fatti esposti in premessa, anche in considerazione delle disposizioni normative in materia di responsabilità per l'attività gestionale. (5-07630)





 
Cronologia
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