Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/01261 presentata da GRILLO GIULIA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 05/02/2016
Atto Camera Interpellanza 2-01261 presentato da GRILLO Giulia testo presentato Venerdì 5 febbraio 2016 modificato Martedì 9 febbraio 2016, seduta n. 565 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute , per sapere – premesso che: il decreto legislativo n.68 del 2011 prevede che, a decorrere dal 2013, le regioni devono convergere verso le percentuali di costo e fabbisogno indicate nella programmazione nazionale, suddividendo poi i risultati per i singoli livelli essenziali di assistenza, proporzionalmente, per i relativi sub-livelli assistenziali: prevenzione 5 per cento; distrettuale 51 per cento; ospedaliera 44 per cento; secondo l’ Institute for Health Metrics and Evaluation (2013), in Europa, le malattie non trasmissibili, quali le patologie cardiovascolari, i tumori, i problemi di salute mentale, il diabete mellito, le malattie respiratorie croniche e le patologie muscolo-scheletriche, sono responsabili della stragrande maggioranza delle morti e della spesa sanitaria. Tra queste, le malattie cardiovascolari costituiscono la principale causa di decessi, e sono responsabili di circa la metà di tutte le morti in Europa. Le malattie del cuore e gli ictus rappresentano, altresì, la principale causa di morte nei 52, Stati membri dell'organizzazione nazionale della sanità. Secondo le ultime stime disponibili, dei 57 milioni di morti nel 2008, 36 milioni (65 per cento) erano dovute a malattie non trasmissibili, di cui circa la metà (17 milioni) per cause cardiovascolari e 7,6 milioni per malattie oncologiche. Inoltre, con riguardo al peso delle patologie croniche nell'Unione europea è riportato come: le malattie croniche sono correlate tra loro, hanno fattori di rischio comuni e sono in gran parte prevenibili; in Europa, 9 persone su 10 muoiono di una malattia cronica; le malattie croniche portano notevoli costi economici, sociali e umani (sofferenza umana, riduzione forza lavoro, esclusione sociale, disuguaglianze sanitarie, costi sanitari, e altro); il 70 per cento e l'80 per cento delle risorse finanziarie impiegate nel settore della sanità è utilizzato per far fronte alle malattie croniche. Ciò corrisponde a circa 700 miliardi di euro nella sola Unione europea; il 97 per cento delle spese sanitarie sono attualmente impiegate per le cure sanitarie e solo il 3 per cento è investito in prevenzione; con l'intesa tra il Governo le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano n.156/CSR del 13 novembre 2014 è stato approvato il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018; l'intesa sopra indicata ha previsto che le regioni ne recepissero le linee essenziali entro il 31 dicembre 2014 e, in particolare, e indicata «la scelta di fissare (pochi) obiettivi comuni a Stato e Regioni e lasciare alla programmazione, inserita nei vari contesti regionali, la definizione delle popolazioni target e la gestione delle azioni funzionali al raggiungimento di tali obiettivi». Allo stesso modo, si riporta che «un punto indiscutibile, rispetto al percorso fino a oggi portato avanti è il ruolo della valutazione, che rappresenta ancora una componente irrinunciabile del Piano, con la duplice funzione di misurazione dell'impatto che il Piano produce sia nei processi, sia negli esiti di salute, sia nel sistema, a livello centrale, regionale e locale e di verifica dell'adempimento LEA (certificazione)»; l'intesa tra il Governo regioni e le province autonome di Trento e Bolzano n.82/CSR del 10 luglio 2014 concernente il nuovo patto della salute per gli anni 2014-2016, prevede: all'articolo 17, comma 1, la destinazione di 200 milioni di euro annui, oltre alle risorse individuate a valere sulla quota di finanziamento vincolato per la realizzazione degli obiettivi del piano sanitario nazionale, ai sensi dell'articolo 1, comma 34, della legge 27 dicembre 1996, n.662 e successive integrazioni; all'articolo 17, comma 2, che il 5 per mille della quota vincolante per il piano nazionale della prevenzione venga destinato a una linea progettuale per lo svolgimento di attività di supporto al, piano nazionale della prevenzione medesimo da parte dei network regionali dell'osservatorio nazionale screening , evidence-based prevention , associazione italiana registri tumori; all'articolo 17 comma 3, che le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano si impegnano a mettere in atto ogni utile intervento per promuovere la salute in tutte le politiche ed attuare la promozione della salute attraverso politiche integrate e intersettoriali a sostegno del diritto di ciascun cittadino di realizzare il proprio progetto di vita in un disegno armonico di sviluppo del territorio e della comunità in cui vie ciascuno; il rapporto BES salute 2015, a cura dell'Istat, indica tra le altre cose come: non migliora la qualità della sopravvivenza e si registra, rispetto al 2005, un peggioramento del benessere psicologico; si riconferma la tendenza all'aumento della mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso tra gli anziani, e soprattutto tra i grandi anziani; il rilevante carico assistenziale che queste patologie comportano sulle famiglie e sui servizi socio-sanitari si può rivelare di difficile sostenibilità sociale ed economica, riflettendosi negativamente sulla qualità della vita, non solo dei malati ma anche dei loro familiari; continuano ad essere diffusi sedentarietà, eccesso di peso e un non adeguato consumo di frutta e verdura; a riguardo al comma 3 dell'articolo 17 dell'Intesa tra il, Governo le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano n.82/CSR del 10 luglio 2014 il rapporto OASI del CERGAS dell'università Bocconi, pubblicato il 22 ottobre 2015, riporta (capitolo 1) come: «anche i dipartimenti di prevenzione, dopo anni di ricercata autonomia e divisionalizzazione, sentono il bisogno di integrarsi con il resto dell'azienda. I loro processi produttivi appaiono però scarsamente integrati internamente e quindi di difficile coordinamento con il resto dell'azienda». Lo stesso documento dedica un intero capitolo (13) approfondendo i livelli di integrazione ed individuando come: «non sembra, tuttavia, che all'integrazione prevista dal modello istituzionale abbia, in generale, corrisposto un livello accettabile di integrazione funzionale, al punto che la situazione prevalente all'interno delle stesse aziende sembra meglio descrivibile in termini di giustapposizione tra due aree, attraversate da dinamiche differenti»–: se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle valutazioni riportate all'interno del rapporto Cergas dell'università Bocconi e quali iniziative di competenza eventualmente intenda intraprendere in merito; se sia a conoscenza di quali siano le attività di prevenzione individuate dalle singole regioni (per gli anni 2013, 2014, 2015 e di previsione 2016), in particolare con riguardo ai valori per ognuno dei servizi previsti, al fine di verificare il rispetto del parametro del 5 per cento previsto nella normativa vigente; quali siano i dati di monitoraggio e di valutazione qualitativa, delle attività di prevenzione delle singole regioni rispetto all'adozione di quanto previsto dalle intese tra il Governo le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano indicate in premessa e, in particolare con riguardo a quanto previsto al comma 3 dell'articolo 17 del patto della salute 2014-2016. (2-01261) « Grillo , Baroni , Colonnese , Di Vita , Silvia Giordano , Lorefice , Mantero ».