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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08260 presentata da LATRONICO COSIMO (MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI) in data 30/03/2016

Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-08260 presentato da LATRONICO Cosimo testo di Mercoledì 30 marzo 2016, seduta n. 598 LATRONICO . — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che: negli ultimi anni i debiti commerciali della pubblica amministrazione sono divenuti insostenibili in un contesto in cui sono particolarmente difficili le condizioni di liquidità delle imprese fornitrici, poiché alla congiuntura sfavorevole si sono aggiunte le maggiori difficoltà di accesso al credito dovute alle politiche più restrittive delle banche; il ritardo del Governo nel pagamento dei debiti della pubblica amministrazione è costato, nel 2014, alle imprese italiane la cifra di 6,4 miliardi di euro, sotto forma di interessi applicati al capitale prestato; secondo gli ultimi dati disponibili del Ministero dell'economia e delle finanze (agosto 2015), di 7 miliardi di euro stanziati lo Stato ne ha effettivamente pagati 5780 milioni; di 33 milioni e 189 mila euro delle regioni, ne sono stati pagati 23 milioni e 312 mila euro; di 16 milioni 100 mila euro degli enti locali solo 9 milioni e 593 mila euro. In totale, 38 milioni e 685 mila euro milioni su 56 milioni e 289 mila euro. Ciò è dovuto in parte al fatto che, è il caso di alcune regioni, le risorse messe a disposizione per pagare i creditori sono stati invece utilizzate per affrontare nuove spese o coprire il pregresso disavanzo di amministrazione, e in parte poiché vi è stato un nuovo rallentamento del processo di pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni; gli elevati ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni rappresentano una disfunzione grave, su cui sarebbe stato opportuno intervenire ben prima della crisi globale; l'incertezza sui tempi di pagamento rende problematici i rapporti commerciali, rischiando di allontanare le imprese e di favorire comportamenti non corretti e per di più il tutto pesa sui costi dei servizi per le amministrazioni, in quanto le aziende incorporano nei prezzi l'onere atteso dei ritardi; secondo le stime della Associazione artigiani piccole imprese (Cgia) di Mestre, la pubblica amministrazione italiana risulta la peggiore pagatrice d'Europa, saldando, mediamente, i propri fornitori dopo 144 giorni, contro i 38 giorni della media dell'Unione europea, nonostante i tempi di pagamento nell'ultimo anno siano scesi di 21 giorni, l'amministrazione dello Stato italiano resta la più ritardataria, ben 106 giorni in più della media europea; da innumerevoli parti viene lamentato il fatto che di fronte al comportamento impunito di una Pubblica Amministrazione che paga i suoi debiti alle imprese con enorme ritardo (lo Stato per i rimborsi Iva, le regioni e gli enti locali a causa del patto di stabilità interno e dei mancati trasferimenti statali), anche piccoli ritardi nei pagamenti da parte delle imprese oppure il mancato rispetto di poche rate nei piani di rateazione con Equitalia, comportano effetti devastanti per i già fragili bilanci aziendali; ci si riferisce, in modo particolare, per le imprese e i contribuenti, alla decadenza dai benefici di rateazione, all'applicazione di interessi di mora e sanzioni spropositati, alla subitanea iscrizione a ruolo con implacabili procedure esecutive e conseguente blocco dei conti correnti e, di fatto, all'impossibilità di esercitare l'attività economica, garantita ai sensi dell'articolo 41 della Costituzione, con regolarità e serenità; a tale stato di cose conseguono gravissime conseguenze consistenti nelle difficoltà che le imprese incontrano nel rispettare puntualmente le scadenze di pagamento di tributi verso l'Erario. Le inadempienze delle imprese sono chiaramente dovute alla crisi che, almeno nel Mezzogiorno e in particolare in Basilicata, non è affatto superata, e spesso sono causate dai mancati pagamenti della pubblica amministrazione; le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dalla Confapi di Matera delineano un quadro di emergenza per le imprese che hanno in corso con Equitalia un piano di rateizzazione; con il decreto legislativo n.159 del 2015, si prevedeva la possibilità di rateazione delle cartelle esattoriali di Equitalia nei confronti di quei contribuenti che non erano stati in grado di completare il pagamento del piano rateale precedentemente concordato. Le somme non ancora versate potevano essere oggetto di un nuovo piano, ripartito in un massimo di 72 rate o, nei casi comprovati di gravi difficoltà economiche, di 120 rate. Per accedere, inoltre, bisognava presentare domanda a Equitalia entro il 23 novembre 2015; tutti quei contribuenti, fra cui migliaia di piccole e medie imprese, che prima del 23 novembre 2015, seppur in condizioni di difficoltà, risultavano essere regolari nelle rateazioni concordate e per i quali i piani di rateizzazione non risultavano essere decaduti, oggi, in una condizione di problematicità, non potrebbero ottenere i benefici previsti dalla normativa; il provvedimento, infatti, prevede che, per ottenere una nuova rateizzazione, i contribuenti dovrebbero pagare la quota scaduta del vecchio piano in un'unica soluzione e solo successivamente accedere ad un nuovo piano rateale; le piccole e medie imprese che devono fronteggiare situazioni come quelle descritte si ritroveranno, altresì, nella condizione non solo di non poter ottemperare ai propri debiti e sanare la propria posizione debitoria con Equitalia, ma non potranno nemmeno più ottenere la certificazione di regolarità contributiva e, quindi, di fatto, si ritroveranno nella condizione di non poter lavorare–: quali iniziative, anche di carattere normativo, il Ministro intenda adottare al fine di dare soluzione alle situazioni descritte in premessa, per non aggravare le condizioni già precarie, di migliaia di aziende e contribuenti; quali iniziative intenda porre in essere al fine di evitare ulteriori danni a un sistema economico la cui sopravvivenza viene messa a dura prova dall'applicazione di norme che risultano all'interrogante assolutamente inique. (5-08260)

 
Cronologia
martedì 29 marzo
  • Politica, cultura e società
    L'Organizzazione mondiale della sanità dichiara terminata l'emergenza sanitaria relativamente alla diffusione del virus Ebola. L'epidemia ha causato oltre 11.300 vittime.

martedì 5 aprile
  • Parlamento e istituzioni

    Il Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi rassegna le dimissioni. Il Presidente del Consiglio Renzi assume ad interim l'incarico.