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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02342 presentata da LATRONICO COSIMO (MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI) in data 24/06/2016

Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-02342 presentato da LATRONICO Cosimo testo di Venerdì 24 giugno 2016, seduta n. 641 LATRONICO . — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che: la Sogin, Società gestione impianti nucleari, è la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani ( decommissioning ) e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare. La società svolge anche attività di ricerca, consulenza, assistenza e servizio in campo nucleare, energetico e ambientale, sia in Italia che all'estero; Sogin è interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze e opera in base agli indirizzi strategici del Governo italiano. Oltre alle quattro ex centrali nucleari di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta) e all'impianto FN di Bosco Marengo, Sogin gestisce il decommissioning degli ex impianti di ricerca Enea Eurex di Saluggia (Vercelli), Opec e Ipu di Casaccia (Roma) e Itrec di Rotondella (Matera); nel settembre 2004 SOGIN diventa gruppo societario con l'acquisizione del 60 per cento delle azioni di Nucleco s.p.a. operatore nazionale qualificato per la raccolta, il trattamento, il condizionamento e lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti e delle sorgenti radioattive provenienti dalle attività di medicina nucleare e di ricerca scientifica e tecnologica, mentre il 40 per cento rimane di proprietà di Enea; le oltre 1000 persone del gruppo, tra cui ingegneri nucleari, civili, meccanici, ambientali, fisici, chimici, geologi, esperti di radioprotezione e biologi, rappresentano in Italia il più significativo presidio di competenze professionali nella gestione dei rifiuti radioattivi e nel decommissioning degli impianti nucleari; il nostro Paese non è ancora dotato di una struttura centralizzata per la definitiva messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, in contrasto con quanto previsto dalla direttiva 2011/70/Euratom, recepita con il decreto legislativo n.45 del 2014, ai sensi della quale anche l'Italia deve definire ed attuare una strategia di gestione dei rifiuti radioattivi, dalla fase di generazione a quella di smaltimento. Entro settembre 2015 doveva essere resa pubblica la carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito di rifiuti radioattivi, ma da allora non vi è stata ancora notizia della Carta che continua ad essere un documento assolutamente riservato; ogni giorno sul territorio italiano ci sono da un lato i rifiuti radioattivi derivanti dallo smantellamento dei vecchi impianti nucleari ormai fermi e, dall'altro, quelli costantemente prodotti dalle attività industriali, di ricerca o di medicina nucleare effettuate. I primi rappresentano complessivamente circa il 60 per cento dei rifiuti che saranno smaltiti nel nuovo deposito mentre i secondi il restante 40 per cento; nel deposito italiano saranno smaltiti definitivamente 75.000 metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media attività, ai quali servono 300 anni per perdere la radioattività e decadere. In via provvisoria – finché non sarà individuato e realizzato un deposito geologico europeo – vi saranno anche custoditi 15.000 metri cubi di rifiuti ad alta attività, quelli che per decadere impiegano invece centinaia di migliaia di anni; il tema dei rifiuti radioattivi e quello del decommissioning degli impianti nucleari sono connessi, sia perché la gestione dei rifiuti esistenti avviene in gran parte all'interno degli impianti in decommissioning , sia perché dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari deriveranno rifiuti radioattivi in quantità notevoli, superiori a quelle già oggi presenti; sin dal loro inizio, le operazioni di decommissioning sono procedute molto lentamente e la previsione della loro conclusione, con il rilascio finale dei siti, ha subìto successivi slittamenti, solo in parte giustificati dalla mancanza del deposito nazionale ove trasferire i rifiuti radioattivi già esistenti all'interno dei singoli impianti e quelli generati con il loro smantellamento; ai ritardi e agli slittamenti dei programmi di decommissioning si è aggiunta, da oltre un anno la crisi interna tra il presidente Giuseppe Zollino e l'amministratore delegato Riccardo Casale, sfociata in reciproche denunce politiche e pubbliche. Il conflitto della governance di Sogin ha portato alla revoca dei poteri dell'amministratore delegato da parte del consiglio di amministrazione nell'ottobre 2015; il 26 ottobre 2015 Riccardo Casale, amministratore delegato della Sogin spa, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico con una lettera indirizzata al Ministro dell'economia e delle finanze ed al Ministro dello sviluppo economico mettendo in evidenza una situazione allo sbando all'interno della governance della società, tra inerzia operativa, riduzione dei fondi e ritardi che hanno compromesso l'andamento delle attività e il raggiungimento degli obiettivi previsti; la situazione di difficoltà e di crisi nel management della Sogin che è stata resa pubblica sugli organi di stampa ha paralizzato le attività della società e non è stato ancora approvato l'aggiornamento del piano industriale per i prossimi quattro anni. Ogni mese che le attività si fermano, sono opportunità in meno in termini di gare e di processi industriali che impegnano l'industria nazionale, e in termini di attività che riguardano il trattamento dei rifiuti; la Sogin avrebbe dovuto presentare entro il 31 ottobre 2015 all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico il piano quadriennale 2016-2019 delle attività di smantellamento e di gestione rifiuti radioattivi oltre al budget 2016. Tali atti sono stati successivamente approvati dall'Autorità stessa e la società non ha rispettato i due termini di proroga concessi del 31 dicembre 2015 e del 31 gennaio 2016. Il 23 febbraio 2016 il budget per l'anno in corso è stato approvato dal consiglio di amministrazione Sogin che aveva previsto la pubblicazione della carta delle aree per il deposito nazionale il 2 marzo 2016 e stimava un valore economico di circa 10,5 milioni di euro; oggi l'attività del decommissionamento nucleare nel mondo inizia ad avere una certa importanza, perché in tutta Europa nei Paesi industrializzati sta venendo a maturazione la vita attiva delle centrali che si sono costruite negli anni ‘60 e ‘70 e la Sogin potrebbe partecipare insieme all'industria italiana alla sfida per queste attività di smantellamento che si sta o moltiplicando in tutta Europa–: se i Ministri interrogati ritengano necessario intervenire affinché venga fatta chiarezza su quanto esposto in premessa e se non ritengano opportuno assumere iniziative per definire una nuova governance che sia in grado di recuperare i ritardi e di attuare gli obiettivi industriali nei tempi previsti; quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano intraprendere, in tempi rapidi, per mettere fine alla situazione di paralisi dell'attività e dell'operatività in cui versa la Sogin in un momento in cui l'Italia è impegnata su vari fronti per cercare nuove opportunità per la crescita dell'industria; se ritengano opportuno vigilare e assumere iniziative, affinché Sogin possa adempiere alla gestione ordinaria, attuando i programmi prefissati e garantendo la stabilità dell'azienda, valorizzare le competenze professionali e tutelare i lavoratori, considerato il delicato compito che la società svolge per la tutela della salute dell'uomo e dell'ambiente. (3-02342)

 
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giovedì 23 giugno
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Nel referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea il 51,9% dei votanti si esprime per l'uscita dall'UE (Brexit).

domenica 26 giugno
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