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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/09080 presentata da SAVINO SANDRA (FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 05/07/2016

Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-09080 presentato da SAVINO Sandra testo di Martedì 5 luglio 2016, seduta n. 647 SANDRA SAVINO e SECCO . — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che: nella seconda metà del 2015, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza sono state costrette ad azzerare il valore delle proprie azioni poiché non trovavano sottoscrittori disposti ad acquistarle; a dicembre 2015, infatti, Veneto Banca aveva fissato il prezzo di recesso delle azioni a 7,30 euro, obbligando, di fatto, gli azionisti che avessero voluto venderle a perdere l'81 per cento del valore di ogni azione (solo ad aprile il valore era 39,50 euro); di seguito la Banca Popolare di Vicenza (i cui vertici risultano indagati per aggiotaggio) ha fissato il prezzo di recesso: 6,30 euro il 90 per cento in meno rispetto ai 62,5 euro a cui le azioni erano state collocate fino all'anno precedente; per questi due istituti di credito, l'Esecutivo non ha emanato alcun provvedimento legislativo, né tanto meno ha previsto rimborsi per i clienti e per gli azionisti che, nella maggior parte dei casi, hanno perso i propri risparmi; difatti, il decreto-legge 3 maggio 2016, n.59, recante «disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione», che è stato approvato presso la Camera dei deputati in data 29 giugno scorso, con l'ennesimo voto di fiducia, non ha fatto menzione alcuna dei risparmiatori e azionisti dei predetti istituti di credito; da notizie in possesso degli interroganti, la direzione per gli aiuti di Stato della Commissione europea, avrebbe avuto un ruolo decisivo nel richiedere che il valore dei crediti esigibili fosse abbattuto a quasi un quinto del valore iniziale, con la conseguenza di una stima sbagliata che ha prodotto severi effetti nel sistema, portando ad una condizione che vedeva «esacerbare la tensione sul settore del credito e innescare crolli in Borsa»; tale episodio si configura, secondo gli interroganti, come una ingerenza da parte della stessa direzione della Commissione europea e una perdita di sovranità dello Stato italiano; nell'aprile 2014, Vincenzo Consoli, all'ora amministratore delegato di Veneto Banca, ha ceduto la sua abitazione di Vicenza – una villa palladiana nel cuore della città – a un fondo patrimoniale intestato a se stesso e alla moglie. Una scelta volta a proteggere il patrimonio di famiglia da possibili future azioni giudiziarie; oltre al dottor Consoli, vi sarebbero circa un centinaio di persone, tra consiglieri di amministrazione, sindaci e revisori dei conti, coinvolte nello scandalo delle banche popolari; vi sarebbe, altresì, il dottor Gianni Zonin, ex presidente della popolare di Vicenza, altro grande istituto cooperativo del Nordest, sotto le indagini della magistratura, con decine di migliaia di soci che hanno visto sparire quasi per intero il loro investimento, che ha ceduto le sue proprietà ai figli; verso il Presidente Zonin e gli altri responsabili della «decadenza» non si è potuto procedere legalmente grazie al voto contrario dell'Assemblea che detiene la maggioranza azionaria (gran parte degli amministratori in carica che in teoria dovrebbero gestire il rinnovamento, sono stati nominati ai tempi della Presidenza Zonin e hanno avallato e sostenuto la disastrosa gestione della banca negli anni passati); il 7 luglio 2016, l'assemblea dei soci tornerà a riunirsi per rinnovare il consiglio di amministrazione e, forse, l'azione di responsabilità, nei confronti del dottor Zonin verrà posta all'ordine del giorno, creando così una vera rottura con il passato; per la sostituzione del consiglio di amministrazione di Veneto Banca, invece, è dovuta intervenire la vigilanza della Banca centrale europea, che nei mesi scorsi ha richiesto un ricambio completo nelle file degli amministratori, con le eccezione di quelli nominati di recente, quale il Presidente Bolla e il consigliere delegato Cristiano Carrus; da ulteriori notizie in possesso degli interroganti, la Banca Popolare di Vicenza ha 118.000 soci e ha valore di 62,5 euro per azione, possedendo circa 6 miliardi di capitale dell'Istituto; detta quotazione ha rappresentato la massima raggiunta, ridotta nel 2015 a euro 48, poi nel 2016 euro 6,3 e infine agli attuali 0,10 centesimi: il capitale di 6 miliardi si è ridotto a 10 milioni di euro; a giudizio degli interroganti, la situazione in cui versano i correntisti, gli azionisti, i vicentini e gli investitori tutti non è più sostenibile; è notizia della settimana scorsa un pensionato di Montebello Vicentino (VI), Antonio Bedin, si è suicidato, sembra, per aver perso tutti i risparmi (circa 500.000 euro); è dunque improcrastinabile che vengano adottati tutti gli opportuni provvedimenti affinché la situazione sia celermente risolta prima che vi siano altre persone disperate a compiere gesti estremi–: quali orientamenti intenda esprimere il Ministro interrogato, in riferimento a quanto esposto in premessa e, conseguentemente, quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per risolvere le annose problematiche che hanno colpito l'istituto di credito Vicentino e Trevigiano; per quali ragioni il Governo abbia preferito sostenere solo taluni istituti di credito sofferenti a discapito di altri, causando così a giudizio degli interroganti notevole disparità di trattamento tra i cittadini, risparmiatori e azionisti delle une e delle altre banche. (5-09080)





 
Cronologia
venerdì 1° luglio
  • Politica estera ed eventi internazionali
    In Bangladesh, a Dacca, un commando assalta un ristorante, provocando 24 vittime, tra cui 9 italiani, e 50 feriti.

giovedì 7 luglio
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva con modificazioni le proposte di legge recanti disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali (C. 45-933-952-1959-B). Il provvedimento sarà licenziato definitivamente dal Senato il 14 luglio (legge 21 luglio 2016, n. 145).