Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02494 presentata da GUIDESI GUIDO (LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI) in data 20/09/2016
Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02494 presentato da GUIDESI Guido testo presentato Martedì 20 settembre 2016 modificato Mercoledì 21 settembre 2016, seduta n. 677 GUIDESI , FEDRIGA , ALLASIA , ATTAGUILE , BORGHESI , BOSSI , BUSIN , CAPARINI , CASTIELLO , GIANCARLO GIORGETTI , GRIMOLDI , INVERNIZZI , MOLTENI , PICCHI , GIANLUCA PINI , RONDINI , SALTAMARTINI e SIMONETTI . — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie . — Per sapere – premesso che: nei giorni scorsi notizie di stampa riportavano di un probabile taglio di 1,5 miliardi di euro del fondo sanitario nazionale; la possibilità che, oltre a non prevedere la conferma dei due miliardi di euro in più nel 2017, ci possa essere un ulteriore taglio preoccupa profondamente per le inevitabili conseguenze derivanti: in primo luogo, la revisione dei livelli essenziali di assistenza e la loro effettiva implementazione, poiché tra le condizioni poste dalle regioni c’è proprio la specifica richiesta di riconferma dei 113 miliardi di euro sul 2017, rispetto ai 111 del 2016, e, in secondo luogo, il mancato rifinanziamento del fondo per i farmaci innovativi che, per il 2017, non ha ancora alcuna voce di finanziamento; i presidenti delle regioni «virtuose», quelle regioni con modelli di sanità efficienti e con bilanci in ordine, hanno rappresentato i loro timori, riguardanti – tra l'altro – il rischio che gli ennesimi tagli rendano il sistema non più sostenibile, causando la chiusura di ospedali; da anni si discute sulle capacità di risparmio nel settore sanitario, confondendo tra loro il concetto di taglio con quello di spending review : la revisione della spesa è ben altra cosa rispetto ai tagli. Essa consiste nell'applicare i costi standard immediatamente, in tutto il Paese, tagliando dove si spreca, imponendo le best practice a tutte le regioni ed evitando che i tagli lineari siano a detrimento della buona sanità regionale; qualora il Governo decidesse di destinare meno risorse di quelle previste nei saldi di finanza pubblica, ciò non può che considerarsi un evidente taglio nel settore della sanità; nel mese di febbraio 2016 la Conferenza Stato-regioni ha sottoscritto un'intesa con il Governo che prevede un preciso incremento del fondo, riconfermato e ribadito all'atto della previsione della revisione dei livelli essenziali di assistenza, che hanno un valore complessivo di 1,5 miliardi di euro e che attualmente trovano copertura da parte del Governo per soli 800 milioni di euro. La differenza è coperta dai bilanci regionali. Allo stato dei fatti, dunque, l'incremento del fondo sanitario è già previsto dall'accordo Stato-regioni; senza gli illogici tagli imposti dal Governo, la regione Lombardia potrebbe fare molto di più per i propri cittadini e non solo; l'eccellenza del proprio sistema ospedaliero è unanimemente riconosciuta e confermata dai dati sull'emigrazione sanitaria regionale che attestano come solo il 3 per cento dei lombardi (la percentuale più bassa d'Italia) scelga di farsi curare fuori dalla sua regione, contro una media nazionale di quasi il 9 per cento, con picchi del 19 per cento di Calabria e Puglia e del 20 per cento del Molise; la Lombardia, peraltro, è anche la regione che vanta il maggior credito verso le altre regioni per la mobilità sanitaria dei pazienti: le spetta un rimborso di 534 milioni di euro, centinaia di milioni di euro sottratti ai lombardi; il Governo, inoltre, non può ignorare la spesa sanitaria per l'immigrazione: tra il 2003 ed il 2012 i ricoveri ospedalieri ordinari di cittadini extracomunitari sono cresciuti del 52,6 per cento, nella sola Milano il costo dell'assistenza sanitaria per gli irregolari ammonta a circa venti milioni di euro l'anno–: se trovino conferma le notizie stampa circa il supplementare taglio alla sanità rispetto ai 113 miliardi di euro per il 2017 già concordati con le regioni, taglio che si ripercuoterebbe ulteriormente in maniera negativa anche e soprattutto sulla revisione dei livelli essenziali di assistenza. (3-02494)