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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. DI BILANCIO 9/04127-bis-A/125 presentata da VAZIO FRANCO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 25/11/2016

Atto Camera Ordine del Giorno 9/04127-bis-A/125 presentato da VAZIO Franco testo di Venerdì 25 novembre 2016, seduta n. 709 La Camera, premesso che: considerata la difficoltà di molti enti locali, soprattutto comuni medio piccoli, che negli scorsi decenni si sono fatti carico di ospitare sul territorio discariche, regolarmente autorizzate, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani; considerato che la gestione post operativa, trentennale, delle discariche esaurite, costituisce un preciso obbligo imposto dalla normativa che ha recepito la direttiva europea 1999/31/CE e che questi enti sono tenuti a garantire la gestione post operativa, il cosiddetto post mortem , delle discariche che nel frattempo si sono esaurite e sono state chiuse, al fine di una corretta gestione ambientale obbligatoria ex lege e spesso molto onerosa, per la necessità di effettuare monitoraggi, manutenzioni e smaltire correttamente il percolato; considerato che molti di essi sono enti virtuosi che hanno accantonato e vincolato una quota parte della tariffa ricevuta per lo smaltimento dei rifiuti in discarica, in base a piani finanziari ed agli obblighi imposti dal decreto legislativo all'articolo 8, comma 1, lettera m) del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n.36 ad oggetto Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti», per tutta la durata della gestione post operativa; ritenuto che ora questi Enti (che non chiedono allo Stato o alla Regione ulteriori contributi finanziari, in quanto hanno accantonato nel loro avanzo le somme necessarie a questa gestione post operativa), non sono nella condizione di potere spendere e quindi assicurare la gestione post operativa delle discariche senza incorrere nelle violazioni previste per il mancato rispetto del principio di pareggio di bilancio, in quanto tale gestione comporta la necessità di sostenere spese correnti a valere su fondi vincolati nell'avanzo di amministrazione; considerato che l'avanzo di amministrazione non è entrata utile ai fini del pareggio di bilancio, e gli spazi sinora concessi dalle leggi di stabilità e dalle compensazioni orizzontali o verticali a livello regionale hanno riguardato solo spese in conto capitale; ritenuto in aggiunta che nel caso di piccoli comuni, inferiori a mille abitanti, la difficoltà emerge con enorme gravità, da quando sono stati anche loro obbligati al rispetto del principio di pareggio di bilancio, in quanto si tratta di enti le cui capacità di bilancio in termini di pareggio non consentono di riassorbire le spese correnti destinate al post mortem e finanziate appunto con l'avanzo, impegna il Governo ad affrontare con ulteriori iniziative normative la problematica posta in premessa allo scopo di trovare idonee soluzioni strutturali. 9/4127- bis -A/ 125 . Vazio , Giacobbe , Carocci , Tullo .

 
Cronologia
giovedì 24 novembre
  • Parlamento e istituzioni

    Il Senato approva, con 162 voti favorevoli 86 contrari e 1 astenuto, nel testo approvato dalla Camera, l'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili (S. 2595), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia (legge 1 dicembre 2016, n. 225).



venerdì 25 novembre
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva, con 348 voti favorevoli e 144 contrari, nel testo licenziato dalla Commissione, l'articolo 1 del d.d.l. recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019 (C. 4127-bis-A), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.



domenica 4 dicembre
  • Parlamento e istituzioni
    33 milioni di elettori (oltre il 65% degli aventi diritto) si recano alle urne per esprimere il proprio voto sul referendum popolare confermativo della legge costituzionale per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione. Il 59% degli elettori respinge la modifica.