Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06838 presentata da DONNO DANIELA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 17/01/2017
Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06838 presentata da DANIELA DONNO martedì 17 gennaio 2017, seduta n.741 DONNO, SERRA, PAGLINI, GIARRUSSO, MORONESE, PUGLIA, SANTANGELO - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dello sviluppo economico - Premesso che a quanto risulta agli interroganti: in data 6 agosto 2013, Nils Muiznieks, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, nel rendere pubblico un rapporto sulla visita effettuata dal 22 al 24 maggio 2013 in Azerbaigian, dichiarava che: "molestie a giornalisti e a chi esprime un'opinione critica in Azerbaigian sono fonte di preoccupazione per quanto riguarda il rispetto dei diritti dell'uomo. Le autorità dovrebbero rimettere in libertà tutti coloro che sono in detenzione a causa delle proprie opinioni e modificare la legislazione e la pratica riguardanti la libertà d'espressione e di riunione"; in data 3 marzo 2015, il sito internet "Amnesty" rendeva noto che "le autorità azere hanno intensificato la repressione nei confronti dei giornalisti che criticano il governo. Khadija Ismayilova, pluripremiata giornalista d'inchiesta, è stata arrestata il 5 dicembre 2014 sulla base della grottesca accusa di aver incitato al suicidio un ex collega. Khadija Ismayilova aveva diffuso una lista di prigionieri politici e stava indagando sulle voci di legami tra la famiglia del presidente Aliyev e un lucroso progetto edilizio nella capitale Baku. In precedenza, aveva ricevuto minacce di morte anonime secondo le quali se non avesse abbandonato le sue inchieste sarebbero state diffuse sue foto intime, probabilmente scattate da agenti governativi introdottisi nella sua abitazione". Inoltre, "le autorità prendono di mira anche i giovani attivisti che si schierano contro il governo, accusandoli di reati di droga o di teppismo. Le accuse mosse nei loro confronti per poterli arrestare sono molto discutibili e del resto le domande negli interrogatori riguardano per lo più le loro idee politiche"; in data 9 luglio 2015, in occasione della visita ufficiale in Italia del Presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, il direttore della Sezione italiana di "Amnesty International", Gianni Ruffini, in una lettera indirizzata al Governo, chiedeva ufficialmente di affrontare con Aliyev "il tema delle violazioni dei diritti umani"; successivamente, con un documento diffuso in data 15 giugno 2016, Amnesty International tornava a porre l'attenzione sulla violazione dei diritti umani in Azerbaigian, dichiarando che "la comunità internazionale non deve lasciarsi ingannare dai tentativi di facciata delle autorità dell'Azerbaigian di mettere a posto la situazione dei diritti umani, che rimane disastrosa". Nonostante alcune scarcerazioni, tra cui tra cui quella della pluripremiata giornalista investigativa Khadija Ismayilova e di altri 11 prigionieri di coscienza, Denis Krivosheev, vicedirettore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International, dichiarava che: "le persone rilasciate non hanno maggiore libertà di parola rispetto a quando erano in carcere. Le loro celle vuote sono state riempite da altri"; nel suddetto documento si evidenzia "un'ondata di nuovi arresti con accuse prefabbricate nei confronti di chi critica il governo e dei familiari di dissidenti che vivono all'estero". Inoltre, sebbene i prigionieri di coscienza risultassero stimati in un numero pari a 14, l'organizzazione per i diritti umani manifestava preoccupazione circa l'effettiva superiorità del numero reale; considerato che: come indicato dal codice di comportamento TAP (Trans adriatic pipeline) al paragrafo 5.1., TAP ha predisposto studi dell'impatto sui diritti umani (Human Rights Impact Assessment - HRIA) in ciascuno dei tre Paesi che ospitano il progetto, al fine di adempiere alla propria responsabilità d'impresa in tema di rispetto dei diritti umani, in ossequio ai requisiti richiesti dalle istituzioni finanziarie; secondo quanto presente sul sito di riferimento "tap-ag", lo scopo degli studi HRIA è stato quello "di identificare possibili impatti ed opportunità sui diritti umani che possono derivare dal progetto in Grecia, l'Albania e l'Italia, e di sviluppare specifiche misure di mitigazione e valorizzazione. Gli HRIA completano le diverse Valutazioni di Impatto Ambientale e Sociale che coprono temi come l'utilizzo del territorio, la protezione da materiali pericolosi e gli effetti sull'ambiente". Inoltre, "ogni Studio HRIA identifica e valuta i potenziali impatti del progetto su una serie di diritti umani definiti a livello internazionale in documenti come la Carta Internazionale dei Diritti Umani, le Convenzioni fondamentali della Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Identificano anche impatti in relazione ad altri standard con cui TAP si è allineata. Questi includono i requisiti previsti dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), le linee guida per aziende multinazionali della Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), i principi guida delle Nazioni Unite per le Attività economiche e i Diritti dell'uomo e i Principi volontari sulla sicurezza e i diritti umani"; TAP AG, dunque, ha inequivocabilmente manifestato una particolare attenzione alla tematica del rispetto dei diritti umani. All'uopo, in un documento di maggio 2016, Ian Bradshaw, TAP managing director , nell'evidenziare come il rispetto dei diritti umani fosse "parte integrante di "Vivere i nostri valori", il Codice di Condotta di TAP, e della nostra cultura aziendale", sottolineava altresì la sussistenza di una responsabilità aziendale avente la finalità di "aumentare la consapevolezza di chi lavora in TAP sulle questioni connesse ai diritti umani e di incoraggiarli a salvaguardare la loro protezione" oltre che un "impegno a prevenire o mitigare ogni impatto negativi sui diritti umani"; considerato, inoltre, che: in data 12 gennaio 2017 veniva approvato definitivamente in Senato il disegno di legge recante "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Ministero dell'interno della Repubblica italiana e il Ministero degli affari interni della Repubblica di Azerbaijan, firmato a Roma il 5 novembre 2012"; ai sensi dell'art. 2 del citato accordo, "le parti nel quadro delle loro competenze e in linea con le rispettive legislazioni nazionali e con gli Accordi internazionali a cui i loro Stati aderiscono, cooperano ai fini della prevenzione e repressione della criminalità nelle sue varie manifestazioni e in particolare nei seguenti settori: a) criminalità organizzata transnazionale; b) produzione, traffico e contrabbando illeciti di sostanze stupefacenti, psicotrope e loro precursori; c) tratta di persone e traffico di migranti; d) reati contro il patrimonio storico e culturale"; secondo "infoMercatiEsteri", il sito del Ministero degli affari esteri contenente informazioni sui mercati esteri, i rapporti bilaterali tra Italia e Azerbaigian sono intensi e in crescita. Da 7 anni, infatti, l'Italia è "il primo cliente del Paese, con un interscambio pari a circa 5,6 miliardi di euro nel 2015 (6 miliardi di euro nel 2014) - assorbendo il 23% delle esportazioni azere (per un valore pari a 3,39 miliardi di euro)". L'Italia, inoltre, "si conferma come primo partner per il Paese, a fronte dell'elevato valore delle nostre importazioni di prodotti energetici, che fanno dell'Azerbaijan il nostro primo fornitore di petrolio sin dal 2013", si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e se non ritengano contraddittorio intrattenere rapporti di tipo commerciale con Stati, quali l'Azerbaigian, che pongono in essere una grave e sistematica violazione dei diritti umani, fortemente stigmatizzata a livello comunitario ed internazionale; se gli indiscutibili riverberi economici a vantaggio dell'Azerbaigian, connessi alla prevista realizzazione del gasdotto TAP, non debbano definirsi del tutto incompatibili con la proclamata attenzione, responsabilità ed impegno di TAP AG a prevenire o mitigare ogni impatto negativo sui diritti umani. (4-06838)