Documenti ed Atti
XVII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA URGENTE 2/01717 presentata da D'UVA FRANCESCO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 21/03/2017
Atto Camera Interpellanza urgente 2-01717 presentato da D'UVA Francesco testo presentato Martedì 21 marzo 2017 modificato Venerdì 24 marzo 2017, seduta n. 766 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale , per sapere – premesso che: dalla stampa locale siciliana – rileva su tutti l'articolo pubblicato sul sito internet del quotidiano « Gazzetta del Sud » recante «Gabrielli “Due nuovi hotspot a Messina e Mineo”» in data 7 marzo 2017 – si apprende che il capo della polizia, dottor Franco Gabrielli, in occasione dell'audizione alla Commissione d'inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti, ha dichiarato che l'Italia aprirà entro la fine del mese due nuovi hotspot , uno a Messina e l'altro a Mineo (Catania), in aggiunta ai quattro già operativi (Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto); sempre secondo quanto riportato dal quotidiano sopra citato, lo stesso capo della polizia, ha altresì sottolineato, che «l'Italia ha onorato gli impegni con l'Europa, dall'apertura degli hotspot alle identificazioni, ma non mi sembra che l'Europa abbia rispettato gli impegni sui ricollocamenti. Tutti vengono a farci le pulci, ma noi i compiti a casa li abbiamo fatti, mentre l'Europa per l'ennesima volta ci ha lasciati in braghe di tela»; un articolo del quotidiano « Il Sole 24 Ore » riporta altresì l'intenzione del Governo di aprire 3 ulteriori hotspot in Calabria – a Crotone, Corigliano Calabro e Reggio Calabria; queste determinazioni – che ad avviso degli interpellanti provengono da pressioni che l'Unione europea ha esercitato sull'Italia, avviando una procedura d'infrazione per l'asserita mancata identificazione dei migranti, poi ritirata – ove realizzate, comporterebbero gravosissime conseguenze sulle condizioni socio-economiche dei territori individuati, in particolar modo se predisposti all'accoglimento di diverse centinaia di migranti (come da stime dell’ hotspot previsto a Messina), non contemperati da un'equa politica sull'accoglimento dei migranti da parte dell'UE, che impartisce ordini al nostro Stato ma non dà seguito ai principi sull'accoglienza diffusa sovente proclamati, mancando incomprensibilmente di esercitare un'azione perentoria nei confronti dei Paesi non collaborativi; un articolo pubblicato sul Corriere della Sera online del 16 ottobre 2016 riporta le dichiarazioni del Ministro dell'interno pro tempore Alfano: «C’è stato un gesto di inaffidabilità gravissima da parte dell'Europa, che ci ha tirato un bidone sui migranti, non rispettando gli accordi sulla loro redistribuzione», non è concepibile che l'Unione europea imponga rigidamente l'istituzione di centri identificativi se mancano regole certe sulla successiva destinazione dei migranti, che restano così relegati in luoghi non adatti alla lunga permanenza; per tale ragione il sistema degli hotspot si è già rilevato ampiamente fallimentare, perché se non inserito in un quadro complessivo perfettamente funzionante in cui, a seguito della fase identificativa, i trasferimenti dei soggetti alle destinazioni loro assegnate siano rapidamente ed efficacemente eseguiti, in particolar modo con riguardo ai soggetti destinatari di ordine di respingimento, rischia di impattare violentemente sugli equilibri delle comunità locali; ad avviso degli interpellanti, non è di altri hotspot che il sistema di accoglienza ha bisogno, bensì del consolidamento e di una migliore regolazione del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), che può portare alla realizzazione di un'accoglienza integrata attraverso percorsi individuali di inserimento socio-economico; l'esperienza fallimentare già sperimentata non potrà che ripetersi, per gli interpellanti, anche per la scelta dell'allocazione dei nuovi hotspot in luoghi già gravati da simili ed altre problematiche; del tutto inadeguato si rivela il sito che risulterebbe individuato per la realizzazione del centro di prima accoglienza nella città dello Stretto, presso l'Ex Caserma di Bisconte, quartiere dove già ora occorre gestire gravi questioni di ordine sociale; la forzata allocazione in tale contesto di centinaia e centinaia di migranti produrrebbe soltanto un aggravio, rischiando di innescare gravi problematiche di ordine pubblico; per non parlare del centro di Mineo, già utilizzato come Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), oggetto di numerosi filoni di indagini anche legati a Mafia Capitale, definito da molti un ghetto recintato da filo spinato, dove, come riportato dall'articolo sul sito internet www.lasicilia.it il 17 gennaio 2017, si è tristemente venuti a conoscenza, per un verso, di «appalti truccati, corruzione elettorale, terrorismo e truffe sulle presenze gonfiate», per altro verso, della diffusione del fenomeno del caporalato e dello sfruttamento –: se il Governo non intenda riconsiderare la determinazione di aprire 5 nuovi hotspot nei luoghi succitati; se il Governo non intenda, prima di assumere tali determinazioni, rivendicare innanzi all'Unione europea la necessaria e leale collaborazione di tutti gli Stati membri, affinché sia assicurata una più efficace ed equa soluzione dell'imponente ed incessante fenomeno migratorio verso le coste del territorio italiano. (2-01717) « D'Uva , Brescia , Lorefice , Dieni , Nesci , Grillo , Villarosa , Colonnese , Cancelleri , Di Benedetto , Di Vita , Marzana , Nuti , Rizzo , Cecconi , Cozzolino , Dadone , D'Ambrosio , Toninelli ».