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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00010 presentata da MALPEZZI SIMONA FLAVIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 29/05/2018

Atto Senato Mozione 1-00010 presentata da SIMONA FLAVIA MALPEZZI martedì 29 maggio 2018, seduta n.007 MALPEZZI, MIRABELLI, VALENTE, FERRARI, ALFIERI, BITI, COMINCINI, IORI, MAGORNO, NANNICINI, PARRINI, RAMPI, SBROLLINI - Il Senato, premesso che: la povertà economica è spesso legata anche a una condizione di povertà educativa: le due si alimentano reciprocamente e si trasmettono da una generazione all'altra. Secondo l'Istat sono più di un milione (ovvero il 10 per cento del totale) i bambini in stato di povertà e senza istruzione. Più aumenta la povertà economica, più cresce la povertà educativa; le conseguenze di tale "impoverimento" sono evidenti e si misurano con i livelli delle competenze, che purtroppo (in media) sono molto bassi: quasi il 20 per cento dei quindicenni non raggiunge la soglia minima in lettura, il 25 per cento in matematica, mentre il tasso di dispersione scolastica è al 13,8 per cento (cioè circa 4 punti percentuali in più rispetto alla soglia minima fissata dalla UE); inoltre, si registrano profonde differenze territoriali: secondo "Save the children", l'offerta di qualità nella scuola si misura innanzitutto attraverso il numero di classi che garantiscono il tempo pieno, considerandolo sia in riferimento al numero di ore previste per le attività didattiche, sia a quello per le attività extracurricolari (musica, teatro, sport) e per il sostegno ai bisogni educativi speciali. Se si analizza questo aspetto, in media circa il 70 per cento delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno. Solo la Basilicata vanta un'offerta di poco superiore al 50 per cento, mentre in Molise, Sicilia, Campania, Abruzzo e Puglia più dell'80 per cento delle classi non garantisce l'orario lungo; combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica deve essere, dunque, una delle priorità nazionali, perché questa è la base per combattere le altre povertà: da qui partono le disuguaglianze, così come le opportunità; nel 2014 la VII Commissione permanente (Cultura, scienza e istruzione) della Camera dei deputati ha svolto un'indagine conoscitiva sull'insieme dei processi che caratterizzano la dispersione scolastica e sulle strategie per contrastarla, concentrandosi, in particolare, sulla prevenzione del fenomeno e sugli aspetti necessari all'inclusione. Gli indirizzi forniti al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per contrastare tale fenomeno consistono nelle seguenti linee di azione: costanza nel tempo delle azioni, nonché valutazione dei risultati; approccio basato sulle competenze di base e sulla personalizzazione degli apprendimenti; alleanza tra scuola, territorio, famiglia e agenzie educative; potenziamento della scuola dell'infanzia; tra il 2013 e il 2017 sono stati promossi una serie di interventi che vanno proprio in questa direzione: sostenere la lotta alla dispersione scolastica e favorire un potenziamento del ruolo della scuola nelle aree dove sono più evidenti le disuguaglianze socio-economiche. A tal fine sono stati investiti 9,5 miliardi di euro per la ristrutturazione, l'adeguamento antisismico, la messa in sicurezza degli edifici scolastici e la costruzione di strutture innovative; 1,2 miliardi di euro per finanziare 35 azioni organizzate in ambiti (strumenti, competenze e contenuti, formazione e accompagnamento) per realizzare il Piano nazionale scuola digitale; 140 milioni di euro per rendere curricolare l'alternanza scuola-lavoro per tutte le scuole secondarie superiori. Si sono poi rafforzati i servizi educativi per l'infanzia grazie alla creazione di un sistema integrato da 0 a 6 anni; finanziate, con i fondi PON (Programma operativo nazionale), azioni per una scuola più aperta, innovativa e inclusiva e prevista l'erogazione del reddito di inclusione vincolata all'effettiva frequenza scolastica dei ragazzi; il documento finale della cabina di regia sulla dispersione scolastica e la povertà educativa, istituita a maggio 2017 presso il Ministero dell'istruzione, ha indicato una serie di linee di indirizzo e raccomandazioni sulle azioni da realizzare nel prossimo quinquennio per continuare questo lavoro di contrasto della dispersione e della povertà educativa; fra gli obiettivi previsti dal documento vi sono: l'abbattimento dei tassi di abbandono al di sotto del 10 per cento (che è il limite europeo) in tutte le aree del Paese e l'aumento degli investimenti per elevare il livello delle conoscenze e competenze di base e di cittadinanza e, soprattutto, a livello scolastico la predisposizione di strumenti per valutare modalità specifiche di composizione delle classi, rafforzare e favorire la didattica laboratoriale con una gestione più flessibile e aperta delle classi stesse, promuovere un'edilizia scolastica di qualità, estendere il tempo pieno, promuovere attività che vadano oltre l'orario scolastico, sostenere l'innovazione digitale, i laboratori e la formazione dei docenti; in particolare, per realizzare l'allungamento del tempo scuola e la riduzione del numero degli alunni per classe, determinante per migliorare la qualità dell'istruzione complessiva e offrire maggiori opportunità ai bambini nelle zone ad alto rischio sociale, consentendo loro di fare percorsi educativi di qualità nei primi anni di vita e aumentando le possibilità di proseguire gli studi, si rende necessario procedere ad un piano di assunzioni pluriennale che garantisca, quindi, continuità didattica; a tal fine si rende necessario un apposito intervento normativo per riorganizzare il sistema di reclutamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria che, a causa di numerosi interventi normativi succedutisi negli ultimi decenni, non consente di realizzare in modo coerente le finalità di cui sopra; considerato che: vi sono annosi problemi legati al reclutamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria che richiedono un intervento normativo non più procrastinabile; il testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione (di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994) stabilisce che il reclutamento dei docenti si basa per metà sullo scorrimento delle graduatorie concorsuali di merito e per l'altra metà sullo scorrimento delle graduatorie permanenti, trasformate nel 2007 in graduatorie ad esaurimento; alle graduatorie di merito (GM) possono accedere i vincitori di concorso, mentre a quelle ad esaurimento (GAE) possono accedere i docenti in possesso di determinati requisiti; il diploma magistrale costituiva titolo per l'inserimento nelle GAE solo se accompagnato dall'idoneità concorsuale sino al concorso 1999/2000 e da un titolo di idoneità conseguito attraverso procedure riservate, che negli anni sono state previste per i diplomati magistrali con almeno 360 giorni di servizio; la laurea in Scienze della formazione primaria (SFP) costituisce titolo di accesso alle GAE solo per gli iscritti ai percorsi entro l'anno accademico 2007/2008. È stata prevista una fascia aggiuntiva per chi abbia conseguito il titolo di laurea entro l'anno accademico 2010/2011. Tutti gli altri laureati in SFP sono iscritti alle graduatorie d'istituto (GI) che danno diritto alle supplenze e a partecipare alle procedure concorsuali per titoli ed esami; anche i diplomati magistrali ante 2001/2002 hanno diritto ad essere inseriti nelle GI, poiché il titolo conseguito è considerato a tutti gli effetti abilitante: in tal senso, sia i diplomati che i laureati in Scienze della formazione primaria possono ottenere, secondo le disposizioni di legge, le supplenze e partecipare al concorso che consente di accedere al ruolo; tuttavia, i diplomati magistrali ante 2001/2002 hanno avviato una serie di contenziosi, poiché ritenevano che fosse stato leso il loro diritto ad essere inseriti nelle GAE: la legge n. 124 del 1999, recante "Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico", infatti, ha trasformato le graduatorie provinciali, aperte a chiunque avesse superato un corso abilitante, in graduatorie permanenti, nelle quali potevano iscriversi solo i soggetti che avessero superato un concorso pubblico e nel 2007, a seguito della trasformazione delle graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento, furono di fatto impediti nuovi inserimenti nelle predette graduatorie; una serie di pronunce giurisprudenziali favorevoli ai ricorrenti ha concesso a migliaia di diplomati magistrali di iscriversi nelle GAE e a circa 7.000 di questi di ottenere l'immissione in ruolo; per dirimere la questione, con la sentenza n. 11 del 2017, è intervenuto il Consiglio di Stato che, riunito in adunanza plenaria, ha stabilito in via definitiva che il diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 non è titolo sufficiente per l'inserimento nelle GAE, che danno diritto all'accesso al ruolo, impegna il Governo: 1) ad assumere iniziative urgenti che, al fine di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e della povertà educativa, soprattutto nelle aree a maggiore rischio sociale, consentano alle scuole, nell'ambito dell'autonomia loro riconosciuta, di procedere all'allungamento del tempo scuola nella scuola primaria, alla trasformazione di sezioni della scuola dell'infanzia funzionanti a tempo ridotto in sezioni funzionanti a tempo normale, all'allungamento degli orari di funzionamento delle sezioni di scuola dell'infanzia oltre le 40 ore settimanali e alla riduzione del numero di alunni per classe e sezione; 2) a potenziare l'organico dell'autonomia della scuola dell'infanzia e della scuola primaria, al fine di realizzare i suddetti obiettivi; 3) a valutare l'opportunità di realizzare un piano di reclutamento, anche alla luce di quanto stabilito dalla sentenza dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre 2017, che, al fine di garantire la continuità didattica e i diritti di tutti i docenti coinvolti nell'annosa vicenda descritta in premessa, quali i precari storici iscritti alle GAE, i laureati in Scienze della formazione primaria e i diplomati magistrali, preveda l'istituzione di graduatorie di merito, regionali o provinciali, per gli abilitati, predisposte tenendo conto del percorso individuale di ciascun docente (titoli e servizio), cui attingere per l'immissione in ruolo in subordine all'esaurimento delle GAE. (1-00010)