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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00012 presentata da CANDIANI STEFANO (LEGA - SALVINI PREMIER) in data 29/05/2018

Atto Senato Mozione 1-00012 presentata da STEFANO CANDIANI martedì 29 maggio 2018, seduta n.007 CANDIANI, ARRIGONI, AUGUSSORI, BAGNAI, BARBARO, BERGESIO, BONFRISCO, BORGHESI, BORGONZONI, Simone BOSSI, Umberto BOSSI, BRIZIARELLI, BRUZZONE, CALDEROLI, CAMPARI, CANDURA, CANTU', CASOLATI, CENTINAIO, DE VECCHIS, FAGGI, FERRERO, FREGOLENT, FUSCO, IWOBI, MARIN, MARTI, MONTANI, NISINI, OSTELLARI, PAZZAGLINI, Emanuele PELLEGRINI, PEPE, PERGREFFI, PIANASSO, PILLON, PIROVANO, Pietro PISANI, PITTONI, PIZZOL, PUCCIARELLI, RIPAMONTI, RIVOLTA, ROMEO, RUFA, SAPONARA, SAVIANE, SBRANA, SIRI, SOLINAS, STEFANI, TESEI, TOSATO, VALLARDI, VESCOVI, ZULIANI - Il Senato, premesso che: ad avviso dei proponenti del presente atto di indirizzo l'agricoltura prealpina e pedemontana è sovente equiparata, dal punto di vista del trattamento normativo, all'agricoltura svolta nelle aree pianeggianti, rispetto alle quali risulta peraltro disomogenea e presenta delle peculiarità legate a specifici fattori di svantaggio, tra cui, segnatamente, la frammentazione dei fondi e una minore produttività rispetto alle zone di pianura; mentre la montagna ha spesso politiche di sostegno dedicate, tutta l'area prealpina e pedemontana si trova ad essere ingiustamente, equiparata alla pianura fertile, quando, in realtà, vive una situazione difficilissima dal punto di vista economico; esiste un'evidente differenza tra l'agricoltura prealpina e pedemontana e quella della pianura irrigua, sia in termini di costi di produzione, sia in termini di rese, ma soprattutto in termini generali di competitività del settore. Lo svolgimento dell'attività agricola nelle fasce prealpine e pedemontane rappresenta un importante fattore di sviluppo; nelle zone prealpine e pedemontane si aggrava il fenomeno rilevante della frammentazione e polverizzazione fondiaria. Migliaia di proprietari di particelle catastali di poche centinaia di metri quadrati rendono di fatto impossibile la stipula di contratti di affitto scritti e registrati; è necessario intervenire sulla normativa relativa ai titoli di conduzione dei terreni agricoli, estendendola anche ai terreni agricoli prealpini di collina, pedemontani e della pianura non irrigua, caratterizzati, appunto, da un'elevata frammentazione fondiaria. La normativa attualmente in vigore, valida per la montagna, permette di non disporre di titolo di conduzione per la dichiarazione nel fascicolo dei terreni di superficie inferiore ai 5.000 metri quadrati, onde contrastare la crescente frammentazione e polverizzazione fondiaria; i titoli di conduzione sono strettamente legati all'erogazione dei contributi comunitari. Gli agricoltori spesso si trovano ad essere ingiustamente "criminalizzati", proprio per la mancanza di titoli di condizione formali per superfici effettivamente condotte. Questo provoca danni economici e soprattutto pesanti ripercussioni nell'assegnazione dei titoli della PAC (politica agricola comune); da un primo riscontro effettuato su un campione di 400 aziende situate nel territorio prealpino e pedemontano, che va dal comune di Cernobbio, al triangolo lariano, fino a Rovello Porro, tra il 2014 e il 2016, si sono persi circa 800 ettari come superficie valevole per effettuare gli spandimenti reflui zootecnici (grave problema in Lombardia), come superficie valida all'abbinamento dei titoli della PAC (e il titolo medio è di un importo pari a 230 euro all'ettaro) e infine, ma non per ultimo, come superficie valevole per l'assegnazione del gasolio agevolato; è necessario, inoltre, contemperare l'esigenza dell'individuazione di aree protette dal punto di vista ambientale con le caratteristiche dell'agricoltura prealpina e pedemontana e con la crescente urbanizzazione; nella fascia prealpina e pedemontana si assiste anche al fenomeno, sempre crescente, dell'aumento della presenza di fauna selvatica, soprattutto di ungulati, specie particolarmente dannosa per l'agricoltura. È necessario contrastare i danni arrecati dalla fauna selvatica ai terreni a destinazione agricola, in generale, e a quelli della zona prealpina e pedemontana in particolare; ancora, per ragioni territoriali, culturali e climatiche, nelle zone prealpine e pedemontane si era andata radicando la tradizione florovivaistica, che oggi ha subito una preoccupante contrazione a causa dell'eliminazione dell'esenzione dell'accisa sul gasolio agricolo utilizzato per il riscaldamento delle serre. Sarebbe quanto mai opportuno intervenire sulle accise sul gasolio, al fine di sostenere la serricoltura e il florovivaismo; infine, è importante considerare il trattamento fiscale dei redditi dell'attività agricola prealpina e pedemontana, anche dal punto di vista della necessaria multifunzionalità, che la stessa ha dovuto assumere per compensare la scarsa redditività del settore primario; in seguito a quanto detto, in data 27 luglio 2016, a conclusione dell'esame in 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato dell'affare assegnato sulle «problematiche dell'agricoltura nelle zone prealpine», è stata approvata una risoluzione (Doc. XXIV, n. 63) che ha messo in evidenza le criticità e le caratteristiche della particolare area territoriale prealpina e pedemontana, in relazione allo svolgimento dell'attività agricola; impegna il Governo a voler dare seguito agli impegni assunti durante la XVI Legislatura, a seguito dell'approvazione della suddetta risoluzione, in merito alle problematiche nelle zone prealpine e pedemontane, con particolare riguardo ai titoli di conduzione dei terreni agricoli. (1-00012)