Documenti ed Atti
XVIII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00570 presentata da FIORINI BENEDETTA (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 27/06/2018
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00570 presentato da FIORINI Benedetta testo di Mercoledì 27 giugno 2018, seduta n. 20 FIORINI . — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che: il decreto ministeriale 2 aprile 2015, n. 70, recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera a cui le regioni e le strutture sanitarie devono adeguarsi entro il 2016; in particolare, il punto 4.2 dell'Allegato I al decreto citato, introduce una novità in materia di dimensionamento dei punti nascita, introducendo le soglie minime di volume di attività di cui all'Accordo Stato-regioni 16 dicembre 2010; in base a tale accordo il Governo e le regioni si sono impegnate a sviluppare un programma di interventi articolato in 10 linee di azione da avviare congiuntamente a livello nazionale, per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascite e per la riduzione del taglio cesareo, raccomandando, tra l'altro, di adottare criteri per la riduzione progressiva dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1.000 all'anno; il decreto ministeriale 11 novembre 2015 prevede la possibilità che le regioni o province autonome possano presentare, una volta sentito il parere del relativo Comitato percorso nascita regionale (Cpnr), al tavolo di monitoraggio di cui al decreto ministeriale 29 luglio 2015 eventuali richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui in deroga a quanto previsto dal citato accordo Stato-regioni; le deroghe alla chiusura sono previste in casi eccezionali: la distanza e la difficoltà dei collegamenti per alcune isole e alcuni comuni montani, la fusione con punti nascita di altri comuni o l’«attrattività» verso le donne dei paesi limitrofi a fronte di precise compensazioni (ad esempio, un servizio di elisoccorso operativo h.24). Negli altri casi, a fare la differenza tra la sopravvivenza o meno di un punto nascita sono tre fattori: almeno 500 parti/anno, disponibilità h.24 di ginecologi, pediatri neonatologi e ostetriche, presenza a corto raggio di un servizio di terapia intensiva neonatale e subintensiva per le madri; in Emilia-Romagna sono stati chiusi i punti nascita di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), Pavullo nel Frignano (Modena) e Borgo Val di Taro (Parma), anche se proseguono i servizi pre e post parto. Per il Ministero non ci sarebbero le condizioni di sicurezza per tutelare madri e neonati in una delle fasi più delicate della vita; la regione Emilia-Romagna ha già avanzato una domanda di deroga al Comitato nascita nazionale fornendo le informazioni richieste, inclusa l'indicazione delle distanze e dei tempi di percorrenza verso i punti nascita alternativi. Nella decisione assunta dal Comitato di non concedere la deroga per quelli suindicati di Castelnovo né Monti, Borgo Val di Taro e Pavullo nel Frignano, sono stati considerati essenzialmente il trend delle nascite e i criteri di disagio orografico, definiti in funzione della necessità di garantire la sicurezza; la chiusura dei punti nascita ha determinato un grave disservizio, in particolare alle partorienti del territorio, che devono affrontare spostamenti di decine di chilometri percorrendo anche zone non servite da una rete stradale sicura, prima di poter giungere a un punto che garantisca loro adeguata assistenza e pertanto l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza; tale situazione di difficoltà per le partorienti è comune a molti regioni che hanno dovuto subire per i medesimi motivi una riduzione dei punti nascita –: se non ritenga di assumere iniziative affinché si pervenga alla riapertura sperimentale dei punti nascita situati in zone oro-geografiche difficili, come quelle montane citate dell'Emilia-Romagna, rivedendo nel contempo anche l'intera normativa di cui all'Accordo Stato-regioni risalente al 2010, sempre nel rispetto della sicurezza della madre, del figlio e del personale sanitario. (4-00570)