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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00301 presentata da PIZZETTI LUCIANO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 01/08/2018

Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-00301 presentato da PIZZETTI Luciano testo di Mercoledì 1 agosto 2018, seduta n. 36 PIZZETTI , BRUNO BOSSIO , CANTINI , GARIGLIO , GIACOMELLI , NOBILI , PAITA e ANDREA ROMANO . — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che: in data 25 luglio 2018 il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti attraverso il suo profilo Facebook dichiarava testualmente: «Ho appena firmato la decadenza dell'intero cda di Fs per chiudere con il passato. Siamo il governo del cambiamento», si legge nel post , «e pensiamo che non esista attività industriale, soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini, che non abbia un risvolto etico. Ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e di qualità dei loro spostamenti. E in tutto questo la “cura del ferro” ha un ruolo fondamentale»; sempre nella stessa data, tramite agenzie di stampa, si è appreso del testo della lettera inviata ai consiglieri d'amministrazione; nella stessa giornata non meglio precisate «Fonti Mit», si sono affrettate a dare una interpretazione delle comunicazioni del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (affermando testualmente che: «Non si tratta di occupazione di poltrone, ma è il cda che ha in qualche modo costretto, con le sue prese di posizione, il governo a questo tipo di provvedimento»; ove la decadenza fosse quindi derivata dalla mancata osservanza di una precisa clausola etica dello statuto in relazione alla posizione dell'amministratore delegato allora il riferimento all'articolo 6 della legge n. 145 del 2002 risulterebbe non più a fondamento della revoca dell'incarico del consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato; la clausola etica sarebbe riferibile inoltre al solo amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e non agli altri componenti del consiglio di amministrazione; inoltre, come da previsione statutaria, proprio in riferimento alla situazione dell'amministratore delegato, il consiglio di amministrazione ha confermato la fiducia in data 11 giugno 2018 e l'assemblea è stata convocata, in prima convocazione, il 10 luglio e in seconda il 26 luglio 2018 quindi il giorno prima della lettera del Ministro; anche sulla base di una ricognizione giurisprudenziale, l'articolo 6 della legge n. 145 del 2002 risulta non essere mai stato applicato per decadenza di consigli di amministrazione di società come Ferrovie dello Stato; nella stessa data non risultano esservi state dichiarazioni del Ministro dell'economia e delle finanze, in merito alla vicenda della revoca del consiglio di amministrazione, elemento abbastanza singolare, considerata la diretta responsabilità, per funzione, del citato Ministro dell'economia e delle finanze in Ferrovie dello Stato; si evidenzia che, in questi anni, il gruppo sotto la guida del richiamato consiglio di amministrazione, ha fatto registrare risultati significativi in termini di gestione e politiche industriali con incrementi considerevoli in termini di investimenti e passeggeri; oggi Ferrovie dello Stato conta 81 mila dipendenti e un indotto di 150 mila addetti che riceve oltre il 50 per cento dei ricavi dal mercato ed è stato possibile perché ha potuto operare fuori dal perimetro della pubblica amministrazione recuperando credibilità anche sui mercati e sul piano internazionale; questo ha reso possibile un piano di conversione del proprio debito, circa 7 miliardi di euro, in bond collocati nel mercato europeo e mondiale; l'uso maldestro dello spoil system mina alla radice questa autonomia e ne lede pericolosamente e irrimediabilmente la credibilità sui mercati in una logica contraria agli interessi del Paese –: se e quando sia stato effettivamente firmato l'atto di decadenza dell'intero consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato e se abbia in calce anche la firma del Ministro dell'economia e delle finanze e, in caso affermativo quando abbia firmato, nonché se il Governo abbia motivato tale decisione, richiamandosi all'articolo 6 della legge n. 145 del 2002, che, per gli interroganti, reca una norma che mai è stata applicata nei confronti di un intero consiglio di amministrazione di una società a partecipazione pubblica. (5-00301)