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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00137 presentata da NOVELLI ROBERTO (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 06/08/2018

Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-00137 presentato da NOVELLI Roberto testo presentato Lunedì 6 agosto 2018 modificato Martedì 2 ottobre 2018, seduta n. 54 NOVELLI , PETTARIN , D'ATTIS , VERSACE , SCOMA , MARIA TRIPODI , GIACOMETTO , RUFFINO , PORCHIETTO e BAGNASCO . — Al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che: si segnala la vicenda dei circa 25 mila educatori professionali italiani che rischiano da un giorno all'altro di non poter più esercitare la propria professione, per la trasformazione in vera e propria carta straccia – è il caso di dirlo – del proprio titolo abilitante. Titolo sulla base del quale, negli ultimi 20 anni, hanno regolarmente lavorato, stipulato contratti, partecipato a bandi e superato concorsi; prima del 1999, la figura dell'educatore professionale non era oggetto di specifica disciplina e l'accesso alla professione avveniva sulla base di corsi di formazione svolti per lo più a livello regionale; nel marzo 1999 è entrata in vigore la legge n.42, che ha apportato una riforma complessiva delle professioni sanitarie, prevedendo per il futuro, quale requisito necessario d'accesso alla figura dell'educatore professionale, la laurea, da conseguirsi in un apposito corso universitario di futura istituzione; a questa riforma sono seguiti quasi venti anni di «incanto», caratterizzati non solo dalla conservazione, ma anche dalla proliferazione di nuovi corsi di formazione e diplomi organizzati con tutti i crismi di regolarità su base regionale e locale, che hanno continuato a sfornare titoli abilitanti che nessuno, nell'ambito del lavoro pubblico o privato, ha mai contestato. Non solo: in molti casi tali corsi sono stati espressamente reclamizzati dalle regioni, che hanno assicurato l'idoneità dei relativi titoli; questo ingannevole incanto si è rotto con la legge n.3 del 2018 e con il successivo decreto del Ministero della salute del 13 marzo 2018, che hanno istituito l'albo degli educatori professionali: l'iscrizione a tale albo è condizione necessaria per l'esercizio della professione e ad esso possono accedere solo i soggetti in possesso della laurea; in via transitoria, la legge n.205 del 2017 ha previsto un periodo di sanatoria di tre anni a decorrere dalla sua entrata in vigore: i soggetti che non abbiano la laurea, ma posseggano alcuni stringenti requisiti cumulativi (inquadramento nei ruoli delle amministrazioni pubbliche a seguito del superamento di un pubblico concorso relativo al profilo di educatore; svolgimento dell'attività di educatore per non meno di tre anni; diploma rilasciato entro l'anno scolastico 2001/2002 da un istituto magistrale o da una scuola magistrale) possono «sanare» la propria posizione superando – la legge lo specifica: «integralmente a proprie spese» – un corso intensivo di formazione per complessivi 60 crediti formativi universitari; il problema è sotto gli occhi di tutti: persone che da venti anni svolgono – senza alcuna contestazione – la propria professione sulla base di titoli emessi e certificati da soggetti pubblici, si trovano costretti da un giorno all'altro, per conservarla, a dover sostenere entro tre anni un intenso corso formativo, che ha ingenti costi in termini di denaro e tempi; le vittime non sono solo i pur numerosi educatori professionali direttamente toccati da essa, ma – più in generale — i principi basilari sui quali si erge l'ordinamento italiano: il legittimo affidamento che il cittadino deve poter nutrire nei confronti dei pubblici poteri; il divieto di retroattività, per quanto mascherata, delle norme; la funzione dello Stato, che dovrebbe essere quella di curare i bisogni e gli interessi delle persone, a cominciare da chi lavora, non già di accanirvisi contro o abbandonarli in inestricabili ragnatele burocratiche –: quali iniziative intendano intraprendere per risolvere in tempi brevi la grave situazione d'incertezza che oggi regna e per tutelare le ragioni di affidamento delle migliaia di educatori professionali coinvolti nella vicenda; quali iniziative si intendano adottare, anche nelle opportune sedi di raccordo con le regioni, per assicurare una disciplina omogenea a livello nazionale. (3-00137)