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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA URGENTE 2/00138 presentata da DE LORENZO RINA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 09/10/2018

Atto Camera Interpellanza urgente 2-00138 presentato da DE LORENZO Rina testo presentato Martedì 9 ottobre 2018 modificato Venerdì 12 ottobre 2018, seduta n. 62 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico , per sapere – premesso che: Poste Italiane s.p.a. è una società partecipata dallo Stato, con quota del 29,26 per cento controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze e del 35 per cento da Cassa depositi e prestiti; Poste Italiane è concessionaria del servizio postale universale. Qualificata giuridicamente dall'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, con sentenza n.13 del 2016 che gli ha riconosciuto la funzione di organismo di diritto pubblico, rientra nel novero delle amministrazioni aggiudicatrici ai sensi di quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n.50 del 2016, in funzione del quale dovrebbe adeguarsi al rispetto del decreto-legge n.87 del 2018, cosiddetto «decreto Dignità», contenente «disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese» in quanto tale decreto-legge è diretto a tutelare la dignità dei lavoratori, a garantirli maggiormente e a ridurne il precariato; da diversi anni la politica di riduzione del costo del lavoro promossa da Poste Italiane è proseguita senza limitazione. In particolare, negli ultimi 5 anni la forza lavoro occupata è costantemente diminuita. Dal 2012 ad oggi sono 7000 in meno i lavoratori impiegati; i contratti di lavoro a tempo indeterminato sono scesi da 144 mila del 2012 ai 135 mila del 2016; i lavoratori a termine sono aumentati sino a superare la soglia di 6 mila occupati; in data 13 giugno 2018, Poste Italiane ha sottoscritto con i principali sindacati del settore un accordo per le politiche attive del lavoro con il quale l'azienda, a fronte di una riduzione del personale di circa 15 mila unità entro il 2020, si è impegnata a sviluppare «politiche attive per almeno 6000 FTE complessivi», anche mediante l'assunzione a tempo indeterminato dei dipendenti che hanno lavorato e che lavorano per Poste Italiane con contratti a tempo determinato; in data 23 luglio 2018, la redazione del quotidiano on line Il Desk, a quanto consta agli interpellanti, sarebbe stata contattata da numerosi lavoratori assunti da Poste Italiane con contratto a tempo determinato che avrebbero segnalato il clima di tensione presente in azienda poiché, in molte filiali, sarebbe stato comunicato verbalmente a migliaia di lavoratori titolari di contratti scaduti l'impossibilità del rinnovo degli stessi a causa del «decreto Dignità»; la strumentalizzazione del «decreto Dignità» effettuata da Poste Italiane veniva messa in luce dal giornalista del quotidiano Il Desk che pubblicava, il 24 luglio, un articolo dal titolo «Siluro contro il decreto dignità, Poste Italiane licenzia 8 mila precari», i quali attualmente lavorano con contratti a tempo determinato nonostante circa 30 mila lavoratori delle Poste, che a settembre diventeranno circa 40 mila, attendano l'assunzione con contratto a tempo indeterminato; in data 18 settembre 2018, in Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni alla Camera, si è svolta l'audizione dell'amministratore delegato di Poste Italiane, dottor Matteo Del Fante, sulle attività e sulle prospettive del gruppo. Del Fante ha illustrato l'esercizio del 2017 che ha avuto ricavi pari a 10,6 miliardi di euro, in linea con il precedente esercizio, e un utile netto di circa 700 milioni, in crescita dell'11 per cento rispetto al 2016. La raccolta finanziaria dai clienti è arrivata, a fine 2017, a 506 miliardi di euro e al 30 giugno 2018 era già a 510,3 miliardi. Una nota negativa risulta essere la perdita di 1 miliardo annuo per il servizio di posta; nonostante i bilanci complessivamente più che in positivo, Del Fante ha spiegato che il gruppo non sta licenziando lavoratori ma che, anzi, sono previste circa 10 mila assunzioni nel periodo 2018-2022. Non ha però risposto alla domanda specifica riguardante le segnalazioni di numerosi lavoratori di Poste Italiane sugli avvisi ricevuti, da parte dell'azienda, dei licenziamenti conseguenti all'introduzione del decreto-legge «Dignità»; nel corso della stessa audizione è stata rilevata la mancanza di un contratto collettivo nazionale unitario per la categoria dei postali, facendosi riferimento per il settore postale al contratto collettivo nazionale di lavoro Poste Italiane, al contratto collettivo nazionale di lavoro Servizi postali in appalto e al contratto collettivo nazionale di lavoro Distribuzione, recapito e servizi postali. Ulteriori contratti utilizzati dalle imprese del settore sono: contratto collettivo nazionale di lavoro Servizi ausiliari, fiduciari e integrati, il contratto collettivo nazionale di lavoro servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi, il contratto collettivo nazionale di lavoro Logistica, trasporto merci e spedizioni e il contratto collettivo nazionale di lavoro Servizi ausiliari. La mancanza di una cornice contrattuale unitaria genera rischi di precarizzazione del lavoro, dumping e difetti di concorrenza –: se il Governo sia a conoscenza delle sopraindicate segnalazioni, espresse da molti lavoratori di Poste Italiane, riguardanti gli avvisi di licenziamenti in relazione all'emanazione del decreto-legge «Dignità» e quali spiegazioni abbiano fornito in merito i dirigenti della società; nel caso, quali siano gli orientamenti del Governo circa la condotta, ad avviso degli interpellanti intollerabile, dell'azienda che, in funzione del fatto di essere una società partecipata dallo Stato, dovrebbe ancor più assicurare il perseguimento dell'interesse pubblico rinvenibile anche nella tutela del diritto all'occupazione stabile dei lavoratori, non ponendosi in netta opposizione rispetto alle direttive dettate dal decreto-legge «Dignità»; quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Governo intenda intraprendere nei confronti dell'azienda per far sì che la stessa si adegui al rispetto del dettato normativo volto alla tutela dei lavoratori mediante la loro stabilizzazione e alla loro piena occupazione; se non si ritenga opportuno promuovere l'apertura di un tavolo di confronto per la stesura di un contratto collettivo nazionale di lavoro di settore applicabile alla categoria degli operatori postali. (2-00138) « De Lorenzo , Davide Aiello , Amitrano , Ciprini , Bilotti , Costanzo , Cubeddu , Giannone , Invidia , Pallini , Perconti , Segneri , Siragusa , Tripiedi , Tucci , Vizzini , Del Sesto , Di Lauro , Di Sarno , D'Incà , D'Ippolito , Donno , Dori , D'Orso , D'Uva , Ermellino , Faro , Federico , Ficara , Flati , Ilaria Fontana , Frate , Frusone , Gagnarli , Galantino , Galizia , Gallinella , Gallo , Trano , Barbuto , Barzotti , Luciano Cantone , Carinelli , De Girolamo , De Lorenzis , Grippa , Liuzzi , Marino , Raffa , Paolo Nicolò Romano , Scagliusi , Serritella , Spessotto , Termini ».