Documenti ed Atti
XVIII Legislatura della repubblica italiana
MOZIONE 1/00073 presentata da BERNINI ANNA MARIA (FORZA ITALIA BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 05/02/2019
Atto Senato Mozione 1-00073 presentata da ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI martedì 5 febbraio 2019, seduta n.087 BERNINI, MALAN, AIMI, CRAXI, ROMANI, GALLIANI, GALLONE, GIAMMANCO, LONARDO, MALLEGNI, MANGIALAVORI, MOLES, RIZZOTTI, RONZULLI, VITALI, PICHETTO FRATIN, ALDERISI, BARACHINI, BARBONI, BATTISTONI, BERARDI, BERUTTI, BIASOTTI, BINETTI, CALIENDO, CANGINI, CARBONE, CAUSIN, CESARO, CONZATTI, DAL MAS, DAMIANI, DE POLI, DE SIANO, FANTETTI, FAZZONE, FERRO, FLORIS, GASPARRI, GHEDINI, GIRO, MASINI, MESSINA Alfredo, MINUTO, MODENA, PAGANO, PAPATHEU, PAROLI, PEROSINO, QUAGLIARIELLO, ROSSI, SACCONE, SCHIFANI, SCIASCIA, SERAFINI, SICLARI, STABILE, TESTOR, TIRABOSCHI, TOFFANIN - Il Senato, premesso che: la situazione in Venezuela è di emergenza democratica, non solo rispetto ai criteri internazionali, ma anche in aperta violazione della Costituzione che quella Repubblica si è data; l'Assemblea Nazionale, regolarmente eletta il 6 dicembre 2015, è stata infatti esautorata, con procedura del tutto estranea alla Costituzione, dal Tribunale di giustizia, nominato da Nicolas Maduro, il quale ha convocato un'Assemblea Nazionale Costituente il 25 luglio 2017, in cui il partito di riferimento del presidente non ha avuto avversari; tale assemblea illegale ha quindi inibito ai principali partiti di opposizione la partecipazione alle elezioni presidenziali del 2018, in cui Maduro è stato ovviamente il più votato, con una partecipazione dichiarata dalle autorità al 30 per cento degli aventi diritto; il 23 gennaio 2019, in una enorme manifestazione di piazza a Caracas, il Presidente dell'Assemblea Nazionale, Juan Guaidò, si è proclamato Presidente ad interim , secondo quanto stabilito dall'articolo 233 della Costituzione venezuelana, per portare ad elezioni democratiche, disconoscendo i poteri di Maduro; gli Stati Uniti d'America, il Canada e altri Paesi (tra cui i vicini Brasile e Colombia) hanno immediatamente riconosciuto come nuovo Presidente del Venezuela l'autoproclamatosi Juan Guaidò; il 4 febbraio, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia, Austria, Repubblica Ceca, Lettonia, Belgio, Finlandia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Danimarca, Polonia, Croazia ed Estonia hanno riconosciuto il nuovo Presidente Guaidò; esiste una contrarietà ad azioni contro l'attuale regime da parte della Federazione Russa (che ha recentemente firmato un accordo per la ristrutturazione di 3 miliardi di debito venezuelano) e della Cina (uno dei principali creditori del Paese sudamericano) il che rende molto improbabile una risoluzione unanime dell'ONU sull'azione da intraprendere nei confronti del Venezuela; considerato che: la politica fortemente statalista degli ultimi venti anni, guidata Hugo Chavez fino al 2013 e poi da Nicolas Maduro, ha reso l'economia e il bilancio statale del Venezuela quasi totalmente dipendente dalle esportazioni di petrolio (il quale costituisce il 98 per cento delle esportazioni venezuelane, a fronte del 77 per cento dell'Arabia Saudita) a fronte di una spesa pubblica quadruplicata; l'inefficienza dell'azienda petrolifera monopolista, statalizzata da Chavez ha fatto sì che, con il calo mondiale del prezzi del petrolio avvenuto dal 2014, il ricavato della vendita non copra più i costi di estrazione; di conseguenza, nonostante il Venezuela abbia le più abbondanti riserve petrolifere del pianeta, la compagnia petrolifera governativa è arrivata ad acquistare il greggio dall'estero; per poter pagare la spesa pubblica, Maduro ha fatto ricorso all'abbondante stampa di denaro che ha portato l'inflazione a livelli ormai non più misurabili, stimabile tra il milione e i dieci milioni per cento; il rimedio di Maduro è stata l'imposizione di un prezzo massimo ai beni di consumo, cosa che li ha fatti sparire dai negozi rendendoli reperibili solo a mercato nero, inclusi i farmaci e i beni di prima necessità; presto è arrivata la cessazione dei servizi elementari per la popolazione; le proteste sono state contrastate con la compressione dei diritti politici ed individuali e la repressione violenta che ha causato decine di morti e molti arresti di oppositori; la comunità italiana è composta da oltre 120.000 persone (in un Paese che conta oltre 2 milioni di oriundi italiani) e diverse sono le aziende del nostro Paese attualmente impegnate in Venezuela; il Parlamento europeo ha da tempo chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sui crimini commessi dal regime di Maduro; il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha dichiarato in proposito: "Alla luce delle importanti manifestazioni in corso in Venezuela, appare evidente il malcontento del popolo venezuelano verso il regime illegittimo di Maduro, che non ha ottenuto la presidenza a seguito di elezioni libere e giuste, ma aggrappandosi al potere e incarcerando l'opposizione. (...) Il Presidente Juan Guaidò è l'unico interlocutore istituzionale in Venezuela, perché è l'unico a disporre attualmente di una legittimazione democratica. Siamo in contatto e seguo con grande attenzione gli avvenimenti in Venezuela. Siamo estremamente preoccupati in particolare per i rischi legati alla violenza e per la repressione messa in atto dal regime di fronte alle marce di protesta. Occorre assicurare un passaggio di potere pacifico, con elezioni libere e credibili"; giovedì 31 gennaio il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione in cui, tra l'altro, riconosce Juan Guaidó come legittimo Pesidente ad interim della Repubblica del Venezuela, conformemente al disposto dell'articolo 233 della Costituzione venezuelana; chiede che il vicepresidente della Commissione, alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e gli Stati membri assumano una solida posizione unitaria e riconoscano Juan Guaidó come unico Presidente legittimo ad interim del Paese, in attesa che sia possibile indire nuove elezioni, si compiace del fatto che molti altri Stati democratici abbiano già riconosciuto la nuova presidenza ad interim ; negli ultimi giorni si sono svolte in Venezuela nuove proteste e manifestazioni di massa che hanno registrato ulteriori feriti e gravi violazioni dei diritti umani derivanti da atti di violenza e di repressione nei confronti delle proteste; il Senato condanna fermamente le violenze, che hanno provocato morti e feriti, ed esprime il suo sincero cordoglio ai familiari e agli amici delle vittime; esorta le autorità venezuelane di fatto a cessare tutte le violazioni dei diritti umani, a far sì che i responsabili ne rispondano e a garantire il pieno rispetto di tutte le libertà fondamentali e di tutti i diritti umani, impegna il Governo: 1) a tutelare l'incolumità della comunità italiana in Venezuela e la piena tutela delle aziende italiane attualmente attive in quel Paese e dei loro legittimi interessi economici; 2) a riconoscere Juan Guaidó come legittimo Presidente ad interim della Repubblica del Venezuela, conformemente al disposto dell'articolo 233 della Costituzione venezuelana per arrivare, nel più breve tempo possibile, ad elezioni presidenziali con le dovute garanzie democratiche e con la presenza e la vigilanza degli osservatori degli organismi internazionali; 3) a sostenere l'azione diplomatica dell'alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri finalizzata a definire un documento comune tra i 28 Paesi UE sulla linea del presente atto di indirizzo; 4) a fare propria la condanna delle violenze; 5) a tenere tempestivamente informato il Senato attraverso il Ministro degli affari esteri circa gli sviluppi dell'attuale crisi venezuelana, e sulle azioni politico-diplomatiche intraprese e da intraprendere. (1-00073)