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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00310 presentata da CIRINNA' MONICA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 12/01/2021

Atto Senato Mozione 1-00310 presentata da MONICA CIRINNA' martedì 12 gennaio 2021, seduta n.290 CIRINNA', MIRABELLI, ROSSOMANDO, ALFIERI, ASTORRE, BITI, BOLDRINI, D'ALFONSO, D'ARIENZO, FEDELI, FERRAZZI, GIACOBBE, IORI, LAUS, MANCA, MESSINA Assuntela, NANNICINI, PINOTTI, PITTELLA, RAMPI, ROJC, STEFANO, TARICCO, VALENTE, VATTUONE, VERDUCCI - Il Senato, premesso che: l'emergenza sanitaria ha avuto un impatto significativo sulle condizioni di vita in carcere; da un lato, infatti, la strutturale insufficienza degli spazi a disposizione dei detenuti non consente il rispetto delle misure di distanziamento necessarie a prevenire il contenimento dei contagi; d'altro canto, la fisiologica condizione di isolamento dei detenuti si è ulteriormente aggravata in conseguenza delle restrizioni al regime delle visite in carcere; allo stesso modo, la tutela della salute in carcere presenta significative criticità strutturali, che appaiono vieppiù aggravate dalla situazione di emergenza sanitaria in atto; sotto ulteriore profilo, si è registrato un notevole impoverimento della qualità della vita carceraria in conseguenza della sospensione delle attività di sostegno e supporto ai detenuti (dalle attività formative ed educative, alle attività lavorative), essenziali per assicurare il perseguimento dell'obiettivo costituzionale di garantire l'umanità delle pene e la rieducazione del condannato; nel corso del 2020 si è assistito, soprattutto in occasione delle prime restrizioni, a una moltiplicazione di episodi di rivolta, anche violenta, che ha determinato un bilancio molto doloroso in termini di morti (tra i detenuti) e di feriti (tra detenuti e agenti di Polizia penitenziaria); a tale dato si somma quello, costante, di un preoccupante tasso di suicidi in carcere; a tale situazione si è ovviato solo in parte diminuendo la pressione sugli istituti penitenziari, agevolando il ricorso alla detenzione domiciliare e al regime di semilibertà ed estendendo il ricorso alle forme di comunicazione telefonica e telematica dei detenuti verso l'esterno; premesso altresì che è stata avviata, a partire dal 27 dicembre 2020, la campagna nazionale di vaccinazione contro il virus SARS-COV2, secondo un ordine, definito dal Ministro della salute, che assegna priorità nell'accesso alla vaccinazione ai soggetti che si trovino in condizioni di particolare vulnerabilità rispetto al contagio; considerato che: nel proprio parere del 28 maggio 2020, il Comitato nazionale di bioetica definisce quella carceraria una "situazione particolarmente critica", anche perché "critiche sono le condizioni di partenza" e inserisce le persone rinchiuse tra i "gruppi più vulnerabili" al contagio, assieme agli anziani ricoverati nelle RSA (e questi ultimi, doverosamente e proprio per tale motivo, sono tra i soggetti cui è riconosciuta priorità nell'accesso alla vaccinazione); il combinato operare degli articoli 27 e 32 della Costituzione pone in capo alle istituzioni statali una precisa serie di obblighi, che si compendiano nell'imperativo, discendente a sua volta dagli articoli 2 e 3 della Costituzione, di riconoscere e tutelare la dignità delle detenute e dei detenuti; proprio sulla tutela della dignità delle persone affidate alla custodia delle istituzioni si misura la tenuta del profilo civile di un Paese, e dell'effettiva protezione dei diritti umani; d'altro canto, all'esigenza di tutelare la salute e la dignità delle detenute e dei detenuti si aggiunge quella analoga di immunizzare il personale che opera nelle carceri, gli agenti di Polizia penitenziaria, ma anche i difensori e le persone che entrano in contatto con i detenuti in occasione delle visite autorizzate; appare dunque necessario, urgente e improrogabile assicurare che anche la popolazione carceraria rientri nell'ordine prioritario di accesso alla vaccinazione, non essendo in alcun modo possibile applicare ai detenuti e a chi opera nelle carceri i criteri previsti per il resto della popolazione; solo in tal modo, infatti, si potrà garantire un ritorno a condizioni accettabili di vita per i detenuti e, allo stesso modo, consentire agli operatori e agli agenti di Polizia penitenziaria di svolgere il proprio lavoro in condizioni di serenità, impegna il Governo a considerare le specifiche condizioni di vulnerabilità dei detenuti e le peculiari esigenze di agenti di Polizia penitenziaria, personale e operatori carcerari nella determinazione delle priorità di accesso alla campagna vaccinale, assicurando a questi soggetti e, auspicabilmente, a chi con loro entri in contatto per ragioni di garanzia del diritto di difesa o per ragioni affettive, di accedere in tempi rapidi alla vaccinazione contro il virus SARS-COV2. (1-00310)