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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00311 presentata da ROMEO MASSIMILIANO (LEGA - SALVINI PREMIER - PARTITO SARDO D'AZIONE) in data 12/01/2021

Atto Senato Mozione 1-00311 presentata da MASSIMILIANO ROMEO martedì 12 gennaio 2021, seduta n.290 ROMEO, ARRIGONI, DORIA, LUNESU, CALDEROLI, TOSATO, FAGGI, MONTANI, SAPONARA, BORGONZONI, CANDIANI, CENTINAIO, STEFANI, BRIZIARELLI, BRUZZONE, PAZZAGLINI, TESTOR, ALESSANDRINI, AUGUSSORI, BAGNAI, BERGESIO, BORGHESI, BOSSI Simone, CAMPARI, CANDURA, CANTU', CASOLATI, CORTI, DE VECCHIS, FERRERO, FREGOLENT, FUSCO, GRASSI, IWOBI, LUCIDI, MARIN, MARTI, NISINI, OSTELLARI, PELLEGRINI Emanuele, PEPE, PERGREFFI, PIANASSO, PILLON, PIROVANO, PISANI Pietro, PITTONI, PIZZOL, PUCCIARELLI, RICCARDI, RIPAMONTI, RIVOLTA, RUFA, SAVIANE, SBRANA, SIRI, URRARO, VALLARDI, VESCOVI, ZULIANI - Il Senato, premesso che: in seguito all'emanazione del decreto interministeriale 30 dicembre 2020, la SOGIN S.p.A. (la società statale incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) ha provveduto alla pubblicazione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) ai fini della realizzazione del deposito nazionale per il combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi; la carta comprende 67 aree, con priorità differenti, dislocate nelle regioni Piemonte (8 zone), Toscana e Lazio (24 zone), Basilicata e Puglia (17 zone), Sardegna (14 aree), Sicilia (4 aree); risultano 12 aree in classe A1, 11 aree in classe A2, 15 aree in classe B e 29 aree in classe C; le aree in classe A1, ossia con la massima priorità, sono ubicate: 2 in provincia di Torino, 5 in provincia di Alessandria e 5 in provincia di Viterbo; tale passo intende anche rispondere all'infrazione comunitaria in atto sulla mancata trasmissione del programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, verso la realizzazione del deposito per la conservazione dei rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività e del parco tecnologico; il decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, come da ultimo modificato dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45, e dal decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, disciplina i sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché i benefici economici per i territori interessati, e prevede i criteri per la scelta dei siti idonei, successivamente sviluppati da ISPRA (oggi organo di controllo ISIN) e da SOGIN S.p.A. e più volte revisionati nel corso degli anni; le ultime revisioni della CNAPI, elaborate dalla SOGIN, contenenti la distinzione delle aree ricadenti in zone definite a rischio sismico 2 dalle Regioni (classe C) e l'esame dei dati e stime dei quantitativi dei rifiuti radioattivi dell'amministrazione della difesa, sono state validate dall'organo di controllo ISIN il 5 marzo e il 10 dicembre 2020; la pubblicazione della CNAPI, con l'elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei, che presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche, di fatto dà l'avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all'esito della quale si terrà, nell'arco dei quattro mesi successivi alla pubblicazione della CNAPI, un seminario nazionale. Pertanto, si avvia ora il dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali e Regioni, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, per approfondire tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere; in base alle osservazioni pervenute e alla discussione nel seminario nazionale, la SOGIN aggiornerà la CNAPI che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del Ministero dello sviluppo economico, dell'ente di controllo ISIN, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In base a tali pareri, il Ministero dello sviluppo economico convaliderà la versione definitiva della carta nazionale delle aree idonee (CNAI). La CNAI, pertanto, sarà il risultato dell'aggiornamento della CNAPI sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica, che verrà comunicata agli enti territoriali interessati ai fini della presentazione delle proprie candidature per ospitare l'impianto; è prevista un'apposita procedura per l'acquisizione dell'intesa della Regione nel cui territorio ricadono le aree idonee; nella guida tecnica n. 29 dell'ISPRA, del 2014, sono stati stabiliti i criteri di "esclusione" e di "approfondimento" per la localizzazione dell'impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività, basati anche sulle raccomandazioni elaborate da organismi internazionali ed in particolare dalla International atomic energy agency (IAEA), utilizzati da SOGIN S.p.A. per la redazione della CNAPI; sono state escluse: le aree vulcaniche attive o quiescenti e quelle sismiche e interessate da fenomeni di fagliazione; le aree caratterizzate da rischio o pericolosità geomorfologica o idraulica di qualsiasi grado e le fasce fluviali e quelle contraddistinte dalla presenza di depositi alluvionali di età olocenica; le aree ubicate ad altitudine maggiore di 700 metri sul livello del mare, o caratterizzate da versanti con pendenza media maggiore del 10 per cento o ubicate sino alla distanza di 5 chilometri dalla linea di costa attuale, oppure ubicate a distanza maggiore ma ad altitudine minore di 20 metri sul livello del mare; le aree interessate dal processo morfogenetico carsico o con presenza di sprofondamenti catastrofici improvvisi ( sinkhole ) o caratterizzate da livelli piezometrici affioranti o che, comunque, possano interferire con le strutture di fondazione del deposito, nonché tutte le aree naturali protette identificate ai sensi della normativa vigente, quelle che non siano ad adeguata distanza dai centri abitati o che siano a distanza inferiore a un chilometro da autostrade e strade extraurbane principali e da linee ferroviarie fondamentali e complementari; le aree caratterizzate dalla presenza nota di importanti risorse del sottosuolo e quelle caratterizzate dalla presenza di attività industriali a rischio di incidente rilevante, di dighe e sbarramenti idraulici artificiali, aeroporti o poligoni di tiro militari operativi; i criteri di approfondimento valutano inoltre i seguenti aspetti: presenza di manifestazioni vulcaniche secondarie; presenza di movimenti verticali significativi del suolo in conseguenza di fenomeni di subsidenza e di sollevamento (tettonico o isostatico); assetto geologico-morfostrutturale e presenza di litotipi con eteropia verticale e laterale; presenza di bacini imbriferi di tipo endoreico; presenza di fenomeni di erosione accelerata; condizioni meteo-climatiche; parametri fisico-meccanici dei terreni; parametri idrogeologici; parametri chimici del terreno e delle acque di falda; presenza di habitat e specie animali e vegetali di rilievo conservazionistico, nonché di geositi; produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico; disponibilità di vie di comunicazione primarie e infrastrutture di trasporto; presenza di infrastrutture critiche rilevanti o strategiche; l'impianto, il cui finanziamento è previsto a carico della quota delle bollette elettriche destinata allo smantellamento degli impianti nucleari, interessa un'area di circa 150 ettari, di cui 40 sono destinati al parco tecnologico. Il deposito consiste in 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, ove verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all'interno i rifiuti radioattivi già condizionati; si tratta di circa 78.000 metri cubi di rifiuti a bassa e media attività provenienti dal mondo civile, dagli impianti nucleari in dismissione nel nostro Paese, da combustibili inviati in Francia e Gran Bretagna e in special modo dal settore medico e ospedaliero; sono previste misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale per i territori che ospiteranno il deposito, da definire con trattative bilaterali; le premesse del nulla osta del 30 dicembre scorso specificano che la CNAPI, l'ordine di idoneità delle aree sulla base delle caratteristiche tecniche e socio-ambientali ed il progetto preliminare del parco tecnologico sono definiti dalla SOGIN S.p.A. a titolo di "proposta" e che, solo a seguito delle procedure di cui ai comma 3, 4, 5 e 6 dell'articolo 27 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, e successive modificazioni, verrà approvata la carta nazionale delle aree idonee con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'ambiente ed il Ministro delle infrastrutture; in particolare, l'articolo 3 prevede la pubblicazione della CNAPI sul sito internet della SOGIN e il contestuale avviso della pubblicazione almeno su 5 quotidiani a diffusione nazionale, affinché, nei 60 giorni successivi alla pubblicazione, le Regioni, gli enti locali e i soggetti portatori di interessi qualificati possano formulare osservazioni e proposte tecniche in forma scritta e non anonima, trasmettendole ad un indirizzo di posta elettronica della SOGIN appositamente indicato; considerato che: nonostante la realizzazione della CNAPI sia stata prevista già da 10 anni, e i criteri tecnici siano stati ben stabiliti da ISPRA nel 2014, il modo inquietante adottato dal Governo per la presentazione di una questione di massima delicatezza, come quella della realizzazione di un deposito nucleare, ha creato tensioni sociali, divisioni conflittuali nella popolazione e rivolte da parte delle Regioni e dei Comuni coinvolti; "no" categorici sono apparsi sulla stampa da parte di presidenti di Regioni e Province e di sindaci dei Comuni individuati sulla CNAPI, nonché critiche pesanti provenienti da associazioni locali di comuni, come l'ANCI, e da associazioni ambientaliste come Italia nostra, Greenpeace, WWF; infatti, in seguito alla firma del nulla osta interministeriale del 30 dicembre scorso, sono state diffuse notizie sulla stampa e sui social network , senza un minimo di ufficialità e senza alcun chiarimento sul valore effettivo della CNAPI, sulle procedure fino ad oggi attivate per giungere alla redazione di tale carta e sulle procedure che verranno attivate prossimamente per la scelta effettiva del sito; le Regioni e i Comuni interessati hanno visto il proprio nome sulla CNAPI senza un minimo di preavviso da parte del Governo, peraltro, in un momento particolare, laddove l'attenzione di tutti è posta sulla crisi pandemica da COVID-19, oltre che sulle tensioni nell'ambito della maggioranza di Governo; alcune proposte, come quelle dei siti ubicati nelle due isole della Sardegna e Sicilia, contrastano chiaramente con il criterio dell'efficacia delle vie di comunicazione primarie e delle infrastrutture di trasporto e, inoltre, sembra discutibile la scelta della distanza di solo un chilometro da autostrade, ferrovie e infrastrutture di comunicazione principali e anche dai centri abitati molto piccoli e, in generale, non è assolutamente chiara la definizione di "adeguata" distanza dai centri abitati, né la scala della cartografia permette calcoli esatti; alcune province presentano una massima concentrazione di siti idonei, come quella di Alessandria, che comprende 6 siti idonei, nei comuni di Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargnento, Fubine, Oviglio, Bosco Marengo, Frugarolo, Novi Ligure, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, con ben 5 siti classificati in categoria A1, ossia con il massimo grado di priorità; in analoga situazione si trova anche la provincia di Viterbo; eppure le amministrazioni comunali non sono state informate preventivamente delle prerogative del proprio territorio; solo il 5 gennaio 2021 è apparso un comunicato stampa sul sito del Ministero dell'ambiente che ha annunciato ufficialmente la notizia della pubblicazione della CNAPI da parte della SOGIN e dell'avvio della consultazione pubblica, riportando il nulla osta e i riferimenti per tutte le informazioni sul sito "depositonazionale" appositamente indicato da SOGIN; tale comportamento dell'Esecutivo su un tema delicato e fortemente divisivo, come quello dei rifiuti nucleari, è stato giudicato sulla stampa pericoloso, arrogante e irresponsabile, da parte di molti esponenti della classe politica e volto a creare ulteriori inaccettabili conflitti nella società, tra i territori e le comunità locali e accrescere l'ansia sociale e la paura; inoltre, in piena pandemia sanitaria da COVID-19, ove le amministrazioni locali cercano con grande fatica di corrispondere agli impegni in corso tra le assenze di personale per malattia e lo smart working , un periodo di soli 60 giorni per esprimere osservazioni sulla mole di documentazione tecnica e complessa si presenta estremamente ridotto ed insufficiente e diventa impraticabile lo svolgimento del seminario nazionale in presenza, impegna il Governo: 1) ad adottare tutte le opportune iniziative, nell'ambito della leale collaborazione tra enti istituzionali, per porre rimedio alle carenze di informazione ufficiale intervenute e alla mancanza di una preventiva informazione delle Regioni e degli enti locali in merito alle caratteristiche tecniche del proprio territorio, che lo hanno reso idoneo ad ospitare il deposito nazionale per il combustibile irraggiato e rifiuti radioattivi e ad inserirsi nella carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI); 2) ad attivare la massima condivisione con i territori interessati e una strategia di effettivo coinvolgimento delle Regioni in tutto il processo successivo per la scelta dei siti definitivamente idonei da inserire nella carta nazionale delle aree idonee (CNAI), e ad escludere qualsiasi imposizione ai territori di scelte di livello governativo centrale; 3) ad informare preventivamente il Parlamento sugli esiti della consultazione pubblica e sulle scelte dei Ministri interessati per la definitiva approvazione della CNAI; 4) ad adottare iniziative per informare i cittadini sulla procedura tecnica fino ad oggi attivata per giungere alla redazione della CNAPI e sulle procedure che verranno attivate prossimamente per l'approvazione della CNAI e la scelta effettiva del sito per il deposito nazionale; 5) a promuovere iniziative di carattere legislativo per prorogare i tempi a disposizione degli enti territoriali e soggetti interessati per la consultazione pubblica e lo svolgimento del seminario nazionale in presenza, almeno per 6 mesi dalla cessazione dello stato di emergenza dovuta alla pandemia sanitaria per COVID-19; 6) nell'ambito della consultazione pubblica, ad informare gli enti territoriali sulle effettive e congrue compensazioni economiche e di riequilibrio ambientale e territoriale che dovranno essere assegnate ai territori che ospiteranno il deposito nucleare per tutto il periodo di giacenza di rifiuti nucleari, in aggiunta alle compensazioni ambientali che verranno previste nell'ambito della procedura di VIA; 7) allo scopo di evitare tensioni sociali, nell'ambito della consultazione pubblica e in accordo con gli amministratori locali, a valutare l'opportunità di adottare maggiore sensibilità nel coinvolgimento della popolazione per l'individuazione definitiva nella CNAI dei siti in territori con alta densità abitativa o particolare vocazione agricola; 8) anche in seguito alla consultazione pubblica, ad approfondire ed eliminare le proposte che eventualmente presentano distanze di un solo chilometro da strade, ferrovie e centri abitati, come risulta da alcuni criteri ISPRA- SOGIN esposti nelle premesse, e ad esplicitare la definizione di "adeguata" distanza dai centri abitati; 9) ad approfondire nell'ambito del seminario nazionale ed escludere le proposte relative all'ubicazione dei siti nelle due isole maggiori che inevitabilmente richiederebbero trasporto di rifiuti radioattivi per via marittima o aerea, con alti profili di rischio; 10) ad approfondire nell'ambito del seminario nazionale ed escludere le proposte che interessano aree prossime a siti definiti dall'UNESCO "patrimonio dell'umanità", come quello de "i sassi e parco delle chiese rupestri di Matera" o quello de "i paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato" e alle relative " buffer zone ". (1-00311)