Documenti ed Atti
XVIII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/01185 presentata da CARNEVALI ELENA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 21/04/2021
Atto Camera Interpellanza 2-01185 presentato da CARNEVALI Elena testo di Mercoledì 21 aprile 2021, seduta n. 491 La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della salute, il Ministro per le disabilità , per sapere – premesso che: ad oltre un anno dall'inizio della epidemia da COVID-19 si registra all'interno del Sistema sanitario nazionale una situazione di disagio per tutti quei pazienti che necessitano di cure no-COVID, i cui effetti si avvertiranno solo tra qualche tempo, come dimostrano i dati di Agenas; secondo tali dati, nei primi sei mesi del 2020, i ricoveri sono stati 3,1 milioni, contro i 4,3 dello stesso periodo dell'anno precedente; da gennaio a settembre 2020, si sono perse 52 milioni di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, pari al 30 per cento; si sono fatti il 22 per cento di interventi in meno per il cancro alla mammella, il 24 per cento in meno per quello della prostata e il 32 per cento in meno per quello al colon; del 13 per cento per il retto e il polmone, del 21 per cento per il melanoma e del 31 per cento per la tiroide; questi dati, seppur drammatici, non fotografano appieno la realtà che si è venuta a creare in alcune regioni, quali ad esempio la Lombardia dove le percentuali degli interventi non eseguiti sono molto più alte; non solo gli interventi si sono fermati, ma anche gli screening e le visite di controllo oncologiche hanno subìto un forte calo rispetto al 2019 (lo screening della cervice uterina si è ridotto del 32 per cento, quello della mammella del 30 per cento, quello del colon-retto del 34 per cento, le visite di controllo in Umbria sono diminuite del 3 per cento, in Basilicata del 60 per cento, in Lombardia del 27 per cento, interrompendo quel lavoro di prevenzione e controllo le cui conseguenze saranno visibili solo tra qualche anno; il COVID ha creato una situazione di «allarme-tumori» che va affrontata con misure d'emergenza poiché il blocco di esami e visite oncologiche, lo stop agli screening a inizio pandemia, a cui è seguita la paura dei pazienti ad accedere agli ospedali in corrispondenza delle diverse ondate, hanno creato le premesse per una epidemia di tumori nei prossimi anni; anche per quanto riguarda gli infarti gravi si ha, rispetto al 2019, il 23,5 per cento di ricoveri in meno, il 34 per cento delle angioplastiche e il 43 per cento di interventi di bypass in meno, eppure, i problemi cardiologici sono considerati le urgenze per antonomasia ed è difficile trovare inappropriatezza delle cure rispetto a queste patologie. I ricoveri per ictus si sono ridotti in media del 23 per cento con punte del 35 per cento in Puglia, del 42 per cento nelle Marche e del 49 per cento nel Molise; inoltre, è diventato sempre più urgente riuscire ad intercettare tutti quei pazienti non acuti ma comunque gravi, che si sono allontanati dal sistema sanitario, nonostante necessitino di cure specifiche ed appropriate; chirurgia generale è una delle maggiori vittime del COVID. Secondo i dati Agenas, il taglio dei ricoveri per operazioni programmate è stato in media del 53 per cento nei quattro mesi da marzo a giugno mentre per i ricoveri ordinari, del 50 per cento e, la mancanza di un reale piano di recupero e riprogrammazione a livello nazionale fa allontanare la data entro la quale si possa tornare ad una normalità recuperando le liste di attesa ormai fuori controllo che rischiano di aggravare ulteriormente la situazione; il COVID ha avuto come effetto immediato quello di tenere lontane le persone dai pronto soccorso, con la conseguenza che tutti i dipartimenti di emergenza hanno ridotto il loro lavoro, specialmente nel corso della prima ondata. Nel primo semestre del 2020, fatti salvi gennaio e febbraio, i ricoveri urgenti in Italia sono calati in media del 23 per cento nonché si sono perse quasi 50 milioni di visite diagnostiche e specialistiche passando dai 170 milioni di visite negli anni pre-COVID ai 118 milioni di visite ed esami durante il periodo COVID; l'epidemia ha avuto riflessi anche sui trapianti che sono calati del 10 per cento, essendo calate anche le donazioni sia da pazienti deceduti sia quelle tra viventi; in ultima analisi, se si volesse fare un calcolo, seppur impreciso di quante vite umane sia costata, sin qui, la cosiddetta «sanità interrotta», si potrebbe far riferimento ai dati Istat del 2020 che hanno fatto registrare un incremento di 100 mila decessi, di cui 75 mila imputabili al virus. Si potrebbe cioè concludere che sono stati 25 mila in più i pazienti scomparsi per mancata o insufficiente cura anche se, in realtà, per stimare con precisione gli effetti della sanità interrotta sulla mortalità, ci vorrà del tempo –: alla luce dei fatti sopraesposti e in aggiunta ad una rapida attuazione del piano vaccinale contro il COVID-19 quali iniziative di competenza urgenti il Governo, in accordo con le regioni e le province autonome, intenda adottare affinché si a predisposto un reale piano di recupero delle prestazioni non eseguite durante il periodo pandemico da parte del Servizio sanitario nazionale al fine di tornare ad una presa in carico delle persone più fragili come i malati cronici, oncologici, e altro, nonché delle persone disabili e delle loro famiglie. (2-01185) « Carnevali ».