Documenti ed Atti
XVIII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/01414 presentata da ZANICHELLI DAVIDE (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 04/02/2022
Atto Camera Interpellanza 2-01414 presentato da ZANICHELLI Davide testo di Venerdì 4 febbraio 2022, seduta n. 633 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze , per sapere – premesso che: il tasso di inflazione annuale nell'Eurozona, come recentemente accertato dall'Eurostat, ha fatto registrare nel dicembre 2021, un nuovo valore massimo, mai raggiunto negli ultimi 25 anni, superando la soglia del 5 per cento e attestandosi ben al di sopra dell'obiettivo del 2 per cento stabilito come riferimento nell'area euro dalla Bce; i fattori alla base dell'accelerazione dell'inflazione – che per l'Italia ha raggiunto il 4,2 per cento – sarebbero da individuarsi, in particolare, nel rincaro dei prezzi del gas e dell'energia elettrica, oltre che alla diffusione della nuova variante Omicron COVID-19 e ai nodi delle catene di approvvigionamenti, che avrebbero determinato una crescita più elevata del previsto dell'inflazione, rallentando il ritmo della ripresa in corso; le conseguenze degli aumenti dei prezzi al consumo iniziano a generare effetti negativi sulla collettività: secondo quanto segnalato dall'Istat nelle stime preliminari per la fine del 2021, l'indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, ha infatti registrato, sempre nello scorso dicembre, un aumento dello 0,4 per cento su base mensile e del 3,9 per cento su base annua; nonostante le previsioni delle autorità monetarie dell'area-euro, che sono orientate per una transitorietà delle spinte inflazionistiche, il picco dell'inflazione nell'euro-zona si sta rivelando meno transitorio di quanto previsto qualche mese fa e il persistere della crescita dei prezzi, sospinta da quotazioni energetiche elevatissime protratte nel tempo, potrebbe incidere negativamente sulla ripresa del nostro Paese, con pesanti ricadute sulla domanda delle famiglie e sull'attività delle imprese; dopo diversi anni in cui l'inflazione si è attestata su livelli molto bassi, la forte ripresa dell'attività economica è stata infatti accompagnata da una rapida ripresa inflazionistica, di entità e di durata superiori alle aspettative, con il rischio che questa dinamica possa influenzare negativamente la crescita economica nel lungo periodo; il contesto economico europeo – a fronte dei summenzionati fattori che hanno inciso sull'aumento dei prezzi – si è notevolmente modificato nel corso degli ultimi mesi e tali scenari inflazionistici non erano evidentemente prevedibili quando è stato approvato il regolamento (UE) 2021/241 che ha istituito il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Rrf): ai sensi dell'articolo 6 del suddetto regolamento, i sussidi e i prestiti sono infatti assegnati a prezzi del 2018 e il meccanismo automatico di revisione annuale delle risorse legato all'inflazione, con un tetto del 2 per cento previsto dal Next Generation EU , non sembrerebbe sufficiente a scongiurare i rischi d'irrealizzabilità finanziaria di diversi progetti contenuti nel Pnrr; d'altra parte, lo stesso regolamento (UE) 2021/241 – come ricordato in questi giorni dal Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Giovannini, in riferimento all'aumento dei prezzi delle materie prime che potrebbe causare ritardi nella realizzazione delle opere previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza – contiene all'articolo 21, una clausola di revisione dei Pnrr nazionali; se il Pnrr, compresi i pertinenti traguardi e obiettivi, non può più essere realizzato, in tutto o in parte, a causa di circostanze oggettive, lo Stato membro interessato può infatti presentare alla Commissione una richiesta motivata di modifica del piano medesimo, proponendo, a tal fine, un piano modificato o un nuovo piano; il 2022, anno in cui andranno raggiunti i 102 obiettivi del Pnrr, per assicurare all'Italia la seconda e la terza rata dei finanziamenti europei, in tutto 40 miliardi di euro – rappresenta un anno cruciale per la ripresa economica e l'inflazione – specialmente se questa dispiegherà i propri effetti nei primi anni del quinquennio – rischia di compromettere seriamente la riuscita di alcuni progetti contenuti nel Piano di ripresa, in particolar modo di quelli legati alla realizzazione di infrastrutture logistiche e ambientali, compresi gli investimenti programmati sulle reti di telecomunicazione e quelli per il potenziamento dei servizi e per la transizione green , strettamente influenzati dalla crescita dei prezzi delle materie prime; prevedere un aggiustamento dinamico all'inflazione dei trasferimenti del Next Generation EU avrebbe come conseguenza quella di evitare di disperdere il potenziale di spinta fiscale nel breve periodo e di spalmare gli effetti dell'inflazione, particolarmente pronunciati nel 2022 e nel 2024, da qui al 2026, anno di conclusione del piano; in questo contesto, va inquadrata anche l'iniziativa italo-francese, avviata nel mese di dicembre 2021; sulla necessità di procedere con una revisione del Psc e delle regole di finanza pubblica, anche attraverso una maggiore flessibilità per gli investimenti ad alto valore aggiunto europeo e per quelli di lungo periodo –: alla luce del mutato contesto economico, legato all'accelerazione dell'inflazione nell'area euro, quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere, nelle opportune sedi istituzionali, nazionali ed europee, per attuare una ridefinizione dei parametri, del Next Generation EU , e conseguentemente, una riparametrazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), al fine di adeguare il Pnrr o promuovere l'aggiornamento dell'ammontare dei trasferimenti a favore dell'Italia al tasso di inflazione reale. (2-01414) « Zanichelli , Martinciglio ».