Documenti ed Atti
XVIII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/01464 presentata da ZOLEZZI ALBERTO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 23/03/2022
Atto Camera Interpellanza 2-01464 presentato da ZOLEZZI Alberto testo di Mercoledì 23 marzo 2022, seduta n. 663 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della transizione ecologica, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali , per sapere – premesso che: nel bacino padano si sta verificando una progressiva desertificazione; come spiega Dino Zardi, docente di Fisica dell'atmosfera, meteorologia e laboratorio di fisica ambientale dell'Università di Trento, nelle foto scattate dal satellite, se si mettono a confronto le stesse aree della pianura del Po, nei decenni si nota l'aumento della superficie non coperta da vegetazione; da fine 2021 a oggi sono stati 100 i giorni senza pioggia; le portate del grande fiume, negli ultimi 30 giorni, hanno raggiunto i valori minimi dal 1972: a Pontelagoscuro il dato è di 603 m 3 /s ( deficit complessivo di Marzo pari a -55 per cento). Criticità anche per le sorgenti del settore dell'idropotabile, in particolare nella zona piemontese ed in Appennino; la quota idrica disponibile per il bacino Padano si sta riducendo progressivamente; fra manto nevoso, invasi e laghi, nel febbraio 2015, si stimavano 4 miliardi di metri cubi di acqua, nel 2018 2,6 miliardi, nel febbraio 2022 1,5 miliardi di metri cubi; anche la piovosità è in riduzione nel Nord Italia, sempre secondo i dati Arpa: si è passati da 981 millimetri nel 2010 a 709 nel 2017 e si sta progressivamente riducendo ma il dato più preoccupante anche perché strutturale è quello del manto nevoso; la qualità dell'acqua di falda si sta riducendo in maniera drammatica e rapida, dal 2015 al 2019 le falde eutrofiche o ipertrofiche in Lombardia sono aumentate del 900 per cento (di 9 volte), secondo il monitoraggio Arpa, stanno aumentando le zone vulnerate dai nitrati; i rapporti Arpa non consentono di comprendere con chiarezza cause e soluzioni; oltre al cambiamento climatico in atto vanno considerate parte del problema alcune attività antropiche; la zootecnia padana rappresenta il 60 per cento dei capi nazionali e dal 2010 è iniziata la proliferazione degli impianti a biogas (sono ora più di 700 nella sola Lombardia); oltre al fabbisogno idrico diretto dei milioni di animali allevati (oltre 4 milioni di suini nella sola Lombardia) ci sono le necessità dei foraggi e mangimi e l'acqua dedicata alle bioenergie; un impianto a biogas con matrice zootecnica da 1 Mw di potenza necessita di acqua dedicata di almeno 1 milione di metri cubi di acqua aggiuntiva rispetto alle filiere di origine delle matrici, secondo il testo di Giuseppe Zicari del 2016 «energia rinnovabile da biomasse: rischi e opportunità» dato supportato anche dall'audizione del Gestore servizi energetici in commissione ambiente nel corso dell'esame del cosiddetto decreto-legge energia; il settore zootecnico impegna almeno il 58 per cento della superficie agricola utilizzata nazionale per i soli foraggi e mangimi e in Unione europea la superficie agricola utilizzata totale zootecnica è in media del 70 per cento secondo Greenpeace ; la carne non è essenziale in nessuna fase dell'alimentazione umana; l'impronta idrica della zootecnia, unita a quella degli impianti bioenergetici (che fra l'altro sono autorizzate a digerire circa 4,6 milioni di tonnellate di mais, pressappoco la quota importata dall'estero) è il principale determinante della penuria idrica padana e non solo; i digestati hanno un rapporto C/N sfavorevole per la maggiore presenza di azoto rispetto a un ammendante compostato senza digestati e peggiorano le infrazioni per i nitrati e deturpano rapidamente falde e suoli, la minore quantità di carbonio dei digestati altera la flora batterica del suolo, il bioma; in Emilia-Romagna si osserva un progressivo peggioramento del livello dei nitrati nella falde con 20 stazioni su 37 superiori a 50 mg/litro nel 2015 e progressivo peggioramento in particolare nelle zone subappenniniche; lo stesso fatto si verifica dal 2014 nella bassa bresciana; secondo gli studi di speciazione eseguiti da Arpa Emilia-Romagna e Ispra Snpa il 19 per cento del particolato respirato nel centro del bacino padano dipende dalla zootecnia e spinge in infrazione tutte le zone del bacino padano, per una mera richiesta di mercato che mira in particolare all' export , senza alcun contributo alla sovranità alimentare nazionale; le procedure europee di infrazione per la qualità dell'aria 2014/2147 e 2015/2043 per l'inottemperanza dell'Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE riguardano il bacino padano e varie aree del Paese (la provincia di Frosinone, alcune aree della Campania, la città di Taranto e altro); l'Agenzia europea ambientale stima oltre 65 mila decessi all'anno per l'inquinamento dell'aria nel 2018 in Italia di cui 20 mila nel bacino padano (per la sola pianura) –: se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative per studiare le cause e programmare una riduzione del carico eutrofico e dell'impronta idrica delle attività antropiche nel bacino padano, e in che modo, per mantenere adeguata quantità e qualità idrica in tale area; se si intendano rivedere le scelte adottate dal Governo sul tema del «digestato equiparato» a fertilizzante che può determinare il collasso del servizio idrico potabile in molte aree d'Italia, stante lo scollegamento con la cosiddetta direttiva nitrati che oggi consente almeno di regolamentare gli apporti, nonostante l'incremento delle aree in infrazione; se si intendano rivedere gli incentivi all'utilizzo di cereali negli impianti bioenergetici, stante anche la crisi bellica e le difficoltà di import dei cereali stessi. (2-01464) « Zolezzi , Zanichelli , Nappi , Spadoni , Businarolo , Corneli ».