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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00362 presentata da LANNUTTI ELIO (MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO) in data 12/05/2021

Atto Senato Mozione 1-00362 presentata da ELIO LANNUTTI mercoledì 12 maggio 2021, seduta n.325 LANNUTTI, MORRA, CORRADO, LANZI, CAMPAGNA, DESSI', MARINELLO, PERILLI, LOMUTI, GIANNUZZI, PRESUTTO, CRUCIOLI, AUDDINO, ROMANO, TRENTACOSTE - Il Senato, premesso che: la massoneria si definisce ordine iniziatico e la società ideale cui aspira è strutturata in modo gerarchico: coloro che si fanno custodi del sapere hanno il compito di guidare dall'alto il mondo dei profani, affinché anche questi ultimi possano beneficiare della luce di cui gli iniziati sono portatori. Tale concetto di società governata da un gruppo di persone che si ritiene superiore per intelligenza e cultura è opposto al concetto di democrazia, in cui tutti i cittadini hanno uguali diritti nel governo dello Stato. La segretezza è un aspetto fondamentale dell'iniziazione. Nelle logge i "fratelli" non sono mai a conoscenza del reale grado di appartenenza dei loro compagni; la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2, presieduta dall'onorevole Anselmi, nella sua relazione conclusiva (Doc. XXIII, n. 2, IX Legislatura), riferisce sui rapporti tra Gelli e la massoneria, affermando: "La situazione che si delinea al termine del lungo processo sin qui ricostruito è pertanto contrassegnata da due connotati fondamentali: 1) Gelli ha acquisito nella seconda metà degli anni Settanta il controllo completo ed incontrastato della Loggia Propaganda Due, espropriandone il naturale titolare e cioè il Gran Maestro; la Loggia Propaganda Due non può nemmeno eufemisticamente definirsi riservata e coperta: si tratta ormai di una associazione segreta, tale segretezza sussistendo non solo nei confronti dell'ordinamento generale e della società civile ma altresì rispetto alla organizzazione che ad essa aveva dato vita. Perché certo è che Licio Gelli non ha inventato la Loggia P2, né per primo ha contrassegnato l'organismo con la caratteristica della segretezza, ed altrettanto certo è che non è stato Gelli ad escogitare la tecnica della copertura, ma l'una e l'altra ha trovato funzionanti e vitali nell'ambito massonico: che poi se ne sia impossessato e ne abbia fatto suo strumento in senso peggiorativo, questo è particolare che ci interessa per comprendere meglio Licio Gelli e non la massoneria. Il discorso sui rapporti tra Gelli e la massoneria è approdato a conclusioni che si ritengono sufficientemente stabilite e tali da consentire, a chi ne abbia interesse, di trarre le proprie conclusioni"; la legge 25 gennaio 1982, n. 17, sciolse definitivamente la P2 e rese illegale il funzionamento di associazioni segrete con analoghe finalità, in attuazione del secondo comma dell'articolo 18 della Costituzione italiana. Recita l'articolo 18 della Costituzione sulla libertà di associazione: "I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare"; considerato che: l'Italia ha vissuto anni di piombo e terrorismo, stragi impunite e misteri irrisolti, sui quali in molti casi aleggiava l'ombra della massoneria. In particolare della loggia "Propaganda Due", guidata dal grande maestro Licio Gelli; allo stesso modo, da una pluralità di fonti, provenienti da inchieste parlamentari (Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2, IX Legislatura; Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, XI Legislatura) e da atti processuali, anche recenti, affiorano vicende legate a fenomeni di condizionamento dell'azione dei pubblici poteri; grande oppositore delle trame massoniche è stato il giudice istruttore Ferdinando Imposimato. Magistrato, avvocato, presidente onorario aggiunto della suprema Corte di cassazione, ha vissuto da testimone e protagonista fatti criminosi e processi tra i più importanti, e clamorosi, della storia italiana. Si è occupato della lotta alla mafia, alla camorra e al terrorismo. È stato il giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro nel 1978, l'attentato al papa Giovanni Paolo II del 1981, l'omicidio del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Vittorio Bachelet, e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Si è occupato della difesa dei diritti umani, del caso di Michele Sindona e di 70 sequestri di persona, nel periodo più drammatico e sanguinoso della storia d'Italia. È stato in prima linea contro il crimine organizzato, contro la banda della Magliana, contro la mafia e la camorra, tanto che nel 1984 il settimanale francese "Le Point" lo ha definito "uomo dell'anno"; dopo la morte del dirigente del Monte dei Paschi di Siena, David Rossi, Imposimato tornò a mettere in guardia sul grave pericolo delle associazioni segrete e a ribadire la necessità e l'urgenza di una legge per impedire a chi esercita pubbliche funzioni (dalla magistratura alla RAI, dalla Banca d'Italia alla Consob, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e alle altre autorità indipendenti, dai ministeri alle forze armate, di Polizia e all'Arma dei Carabinieri) di essere affiliato ad associazioni segrete che contrastano con la Costituzione e i pubblici interessi. Una legge che sancisca l'incompatibilità tra lo svolgimento di una funzione pubblica e l'appartenenza ad associazioni segrete, che occultano la loro esistenza, le loro finalità e attività sociali, e che potrebbero svolgere attività diretta o indiretta per interferire sull'esercizio delle funzioni di amministrazioni pubbliche, di enti pubblici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale; recenti inchieste giudiziarie confermano la validità delle storiche intuizioni di un altro magistrato, Agostino Cordova, il primo giudice a istruire un maxi processo alla 'ndrangheta nel 1992. Cordova, allora procuratore di Palmi (Reggio Calabria), tentò con questa inchiesta di districarsi tra gli intrecci tessuti dalle logge massoniche. Tra molte difficoltà, raccolse materiale che gli sarebbe servito a dimostrare l'esistenza di un rapporto vincolante tra 'ndrangheta e politica, e dove "la massoneria appare come il tessuto connettivo per la gestione del potere. Un fenomeno che è sempre stato ignorato o sottovalutato". Il procuratore riuscì a porre sotto sequestro il computer del Grande oriente d'Italia contenente l'archivio elettronico di tutte le logge massoniche italiane. Un lavoro enorme, inedito fino ad allora e sottovalutato per molti anni a venire. L'inchiesta si allargò al punto da produrre 800 faldoni e sottoporre a indagine più di 70 persone. La maxi inchiesta di Cordova coinvolse influenti personaggi dell'imprenditoria, della finanza, della politica e della stessa magistratura, anche non strettamente calabrese. Furono trovate tracce di alcuni grossi scandali, come quello legato al traffico di rifiuti tossici, del commercio illegale di armi, degli appalti, fino ad arrivare a sospettare di un traffico di uranio con l'ex Unione sovietica; negli anni '90, in Italia, furono così indagati 146 massoni per mafia e reati politici, 83 dei quali accusati anche di riciclaggio. Fra gli iscritti alle logge figuravano però anche diversi poliziotti e carabinieri, accusati da Cordova di impedire le indagini; dopo circa due anni di indagini, nel 1994, l'inchiesta "Mani segrete" fu sottratta a Cordova e trasferita alla Procura di Roma, dove fu messa da parte fino al 3 luglio 2000, quando il giudice per le indagini preliminari Augusta Iannini accolse la richiesta di archiviazione dell'inchiesta, dichiarando il "non luogo a procedere nell'azione penale per 64 indagati ritenuti appartenenti alla massoneria". Tra le varie accuse mosse ad Agostino Cordova c'è anche quella di aver raccolto una documentazione definita abnorme. In altre parole, di aver lavorato troppo; considerato altresì che: moltissime inchieste, anche recenti, continuano a dimostrare che la massoneria è collusa con le mafie e con la politica e, dunque, con uomini che rappresentano lo Stato. E la massoneria resta quella che era già ai tempi di Giangiacomo Ciaccio Montalto "un convitato di pietra", che oggi tocca tutti gli ambienti, basta leggere i verbali di decine di indagini. Quel Ciaccio Montalto che, già 40 anni fa, aveva intuito i rapporti tra mafia e logge segrete nel trapanese. Intuizioni che aveva avuto anche un altro magistrato, il giudice istruttore di Trento, Carlo Palermo, poi diventato sostituto procuratore di Trapani dopo l'uccisione di Ciaccio Montalto, ammazzato a soli 42 anni da un commando mafioso il 25 gennaio 1983. Appena due anni dopo, il 2 aprile 1985, toccherà proprio a Palermo subire, in contrada Pizzolungo, ad appena 5 chilometri dal luogo dove venne trucidato il collega Ciaccio Montalto, un attentato con un'autobomba, dove trovarono la morte Barbara Rizzo Asta e i suoi due figli gemelli di sei anni, Salvatore e Giuseppe Asta; ancora oggi, a distanza di 40 anni dalla scoperta della P2 e dalle inchieste portate avanti da magistrati coraggiosi come Imposimato, Cordova, e ancor prima Ciaccio Montalto e Palermo, si assiste a eventi criminosi in cui la massoneria è ancora evidente anello di collegamento tra coloro che detengono il potere all'interno delle istituzioni e la mafia, e nelle quale i "fratelli" fanno la loro comparsa, o direttamente sugli scenari, o ancora come ombre. Nell'ultima indagine trapanese su logge segrete, denominata "Artemisia", un pool di giovani magistrati ha scoperto che politici e colletti bianchi locali hanno fondato una loro loggia massonica, con tanto di tempio massonico in un palazzo di Castelvetrano, guidata da un ex deputato regionale siciliano, il medico Giovanni Lo Sciuto, lo stesso che anni prima aveva fatto parte della Commissione antimafia regionale, proprio mentre la DIA sottolineava in un'informativa i suoi rapporti d'affari con la famiglia dei mafiosi Messina Denaro di Castelvetrano, quei Messina Denaro cui appartiene il super latitante più ricercato. L'inchiesta ha coinvolto non solo politici e massoni, ma anche uomini dello Stato, tre poliziotti, il cui compito avrebbe dovuto essere quello di prevenire i crimini e perseguirli; il condizionamento è ancora più evidente nell'ultima inchiesta che sta travolgendo il CSM, tanto che qualcuno già fa confronti con la vicenda che segnò gli anni '80, la P2: si parla di condizionamenti su nomine e vita giudiziaria e politica italiana. Una vicenda già ribattezzata come il caso della "Loggia Ungheria", su cui la Procura di Perugia sta indagando. Si parla ora, come allora, di un'associazione segreta che tentava di condizionare le nomine o che, alternativamente, puntava a creare una macchina del fango per incidere su alcune decisioni. Per ora solo ipotesi al vaglio della magistratura, nate da questa possibile loggia descritta in oltre 10 verbali dell'avvocato Piero Amara, condannato e inquisito per depistaggi contro l'ENI e per episodi di corruzione in atti giudiziari. Una loggia segreta e potente che sarebbe costituita da politici, magistrati, avvocati, imprenditori e anche da alcuni dei vertici della Polizia. Una loggia composta da "40 nomi". Si indaga anche sulla fuga di notizie: i verbali portati a Roma dal pubblico ministero Paolo Storari all'ex consigliere CSM Piercamillo Davigo e quindi inviati ai giornali dalla segretaria del CSM e dell'allora consigliere di Davigo, Marcella Contrafatto, ora indagata per calunnia. Ci si chiede chi e perché ha diffuso quei documenti. Insomma, una vicenda oscura che coinvolge il Consiglio superiore della magistratura e scuote non solo lo stesso CSM, ma anche varie procure italiane, con verbali segreti che circolano e che contengono gravi accuse; ritenuto inoltre che, nella sua relazione conclusiva (Doc. XXIII, n. 38, XVII Legislatura), la Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari chiarisce che "si è (...) occupata, non della massoneria come fenomeno associativo in sé, ma della mafia e delle sue infiltrazioni nelle associazioni di tipo massonico, e ciò in linea con altre inchieste svolte, incentrate sull'aspetto relazionale delle mafie con tutti i soggetti del mondo politico, imprenditoriale e sociale (...). L'inchiesta parlamentare ha, dunque, evidenziato gravi elementi di criticità e di incompatibilità, in seno all'ordinamento giuridico, tra talune forme associative o, meglio, tra l'estrinsecarsi di talune forme associative e lo Stato democratico (...). Non può dimenticarsi, al riguardo, che, dall'entrata in vigore della Costituzione, è sostanzialmente mancato un dibattito culturale, tanto sotto il profilo storico-politico che sotto quello tecnico-giuridico, sia riguardo al divieto costituzionale, previsto nell'articolo 18, delle associazioni segrete, sia, più in particolare, riguardo all'associazionismo massonico italiano degli ultimi decenni. Né tale dibattito può essere colto in quello scaturito dallo scandalo della cosiddetta loggia 'propaganda 2' che diede luogo alla promulgazione della legge 25 gennaio 1982, n. 17, poiché si riferiva all'aspetto macroscopico della devianza massonica, rientrante nelle competenze dell'autorità giudiziaria, e non anche al funzionamento del 'sistema'. L'insigne giurista Massimo Severo Giannini parlò pertanto di particolare 'esiguità degli studi' (...). Tra i temi da affrontare prioritariamente sono quindi emersi quelli che auspicano una previsione di legge che chiarisca definitivamente, tipizzandone le caratteristiche fondamentali, che ai sensi dell'articolo 18, comma 2, della Costituzione le associazioni sostanzialmente segrete, anche quando perseguano fini leciti, sono vietate in quanto tali, poiché pericolose per la realizzazione dei principi della democrazia (...). Nello stesso contesto è altresì necessario che un'ulteriore norma chiarisca espressamente in cosa debbano consistere le situazioni di incompatibilità, tenuto conto che il nostro ordinamento, se consente, all'articolo 98 della Costituzione, la possibilità di vietare a talune categorie di soggetti "i magistrati, i militari di carriera in servizio attivo, i funzionari e agenti di polizia, i rappresentanti consolari all'estero" il diritto all'iscrizione ai partiti politici, che sono formazioni tutelate dalla stessa Costituzione, a fortiori può estendersi tale divieto ai medesimi soggetti con riguardo ad associazioni che richiedano, per l'adesione, la prestazione di un giuramento o di una promessa con contenuto contrastante con i doveri di ufficio, ovvero impongano vincoli di subordinazione gerarchica in opposizione con il loro dovere di assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane (...). Appare pertanto auspicabile che, nella prossima legislatura, il Parlamento valuti, quanto prima, la possibilità di giungere alle opportune modifiche alla legislazione vigente, e svolga una contestuale riflessione su come proseguire il lavoro di inchiesta della XVII legislatura"; considerato infine che a inizio della XVIII Legislatura è stata presentata una proposta di legge (Atto Senato n. 364) su "Disposizioni in materia di incompatibilità con la comportano vincolo di obbedienza come richiesto da logge massoniche o ad associazioni fondate su giuramenti o vincoli di appartenenza partecipazione ad associazioni", che, nonostante i numerosi tentativi di metterla all'ordine del giorno, non è stata ancora calendarizzata, impegna il Governo: 1) ad attivarsi per promuovere iniziative legislative di sua competenza, anche in via d'urgenza, al fine di considerare "associazioni segrete", come tali vietate dell'articolo 18 della Costituzione, quelle che, anche all'interno di associazioni palesi, occultano la loro esistenza o tengono segrete congiuntamente finalità e attività sociali o rendono sconosciuti, in tutto o in parte e anche reciprocamente, i soci, prevedendo una pena per chiunque promuove, dirige o svolge attività di proselitismo di un'associazione segreta; 2) a rendere incompatibile la partecipazione ad associazioni di stampo massonico per i magistrati ordinari e speciali, per i magistrati onorari, per i componenti delle commissioni tributarie e per i giudici popolari delle corti di assise e delle corti di assise di appello; 3) a varare norme che stabiliscano l'incompatibilità per i dirigenti della pubblica amministrazione, per gli ufficiali dirigenti delle forze armate, per gli avvocati e procuratori dello Stato, per il personale militare e delle forze di polizia dello Stato, per il personale della carriera diplomatica e della carriera prefettizia, per il personale di livello dirigenziale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per tutto il personale dipendente del Ministero dell'interno, con la partecipazione ad associazioni di stampo massonico. E che disponga l'incompatibilità con la partecipazione ad associazioni di stampo massonico delle cariche di amministratore e sindaco di società pubbliche. (1-00362)