Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Oscar Luigi Scalfaro

Nasce a Novara il 9 settembre 1918
Deceduto il 29 gennaio 2012
Laurea in giurisprudenza; magistrato.

Biografia

Nasce a Novara il 9 settembre 1918. Si iscrive giovanissimo all'Azione cattolica. Si laurea in giurisprudenza presso l'università cattolica del Sacro Cuore di Milano (1941) e diventa magistrato l'anno successivo. Durante la Resistenza svolge opera di assistenza per gli antifascisti perseguitati ed incarcerati e per le loro famiglie. Nel 1945 è pubblico ministero presso le Corti d'assise speciali di Novara e Alessandria.
Nel giugno 1946 è eletto all'Assemblea costituente come indipendente nelle liste della Democrazia cristiana per il collegio di Torino, comprendente anche Novara e Vercelli, risultando il primo degli eletti. Fa parte della Commissione per l'esame delle domande di autorizzazione a procedere in giudizio ed è membro del Consiglio direttivo del gruppo democratico cristiano.
Si iscrive alla DC e nel 1948 è eletto alla Camera dei deputati, dove sarà rieletto fino al 1992. Nella II legislatura è, tra l'altro, vicepresidente della Commissione speciale per l'esame dei provvedimenti relativi alla Corte costituzionale (fino al 1952). Vicino alle posizioni politiche di Mario Scelba è vicepresidente del gruppo parlamentare democratico cristiano (1952-1953), membro del Consiglio nazionale della DC e della Direzione centrale del partito (1949-1954). Negli anni '50 assume numerose cariche di governo: Sottosegretario al Ministero del lavoro e della previdenza sociale nel I Governo Fanfani (1954), Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel Governo Scelba (1954-1955), quindi Sottosegretario al Ministero di grazia e giustizia nel I Governo Segni e nel Governo Zoli (1955-1958).
Durante la III legislatura è presidente della Commissione affari della Presidenza del Consiglio, affari interni e di culto, enti pubblici dal 1958 al 1959, è poi Sottosegretario all'interno nel II Governo Segni, nel Governo Tambroni e nel III Governo Fanfani (1959-1962). Aderisce alla corrente "Centrismo popolare", fondata da Scelba nel 1958, assumendo posizioni contrarie all'ingresso del Partito socialista italiano nella maggioranza di governo.
Presidente della Giunta delle elezioni della Camera dei deputati (1963- 1966), è anche vicepresidente della Commissione di inchiesta parlamentare sul fenomeno della mafia in Sicilia (1963-1964), di nuovo presidente della Commissione affari della Presidenza del Consiglio, affari interni e di culto, enti pubblici dal 1965 al 1966. Vicesegretario politico della DC (1965-1966), ricopre la carica di Ministro dei trasporti e dell'aviazione civile nel III Governo Moro e nel II Governo Leone (1966-1968).
Dal 1969 al 1973 è dirigente organizzativo della DC. Negli stessi anni è a capo della corrente di partito "Forze libere" ed assume posizioni contrarie all'apertura al Partito comunista. Dopo aver ricoperto la carica di Ministro dei trasporti e dell'aviazione civile nel I Governo Andreotti (gennaiogiugno 1972), diventa Ministro della pubblica istruzione nel II Governo Andreotti (1972-1973), è quindi Vicepresidente della Camera dei deputati dall'ottobre 1975 al luglio 1983. Nel 1977 è tra i firmatari di un appello al segretario democristiano Zaccagnini contro la linea del "compromesso storico" con il Partito comunista italiano.
Diviene poi Ministro dell'interno nei due Governi presieduti da Bettino Craxi (1983-1987).
Nella primavera del 1987, a seguito della crisi del II Governo Craxi, il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga lo incarica di formare il nuovo Governo, ma, non ricorrendo le condizioni per la formazione di un esecutivo di coalizione, rinuncia all'incarico. È di nuovo Ministro dell'interno nel VI Governo Fanfani (aprile-luglio 1987).
Dal 19 settembre 1989 al 22 aprile 1992 è presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla attuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori della Basilicata e della Campania colpiti dai terremoti del novembre 1980 e febbraio 1981.
È Presidente della Camera dei deputati dal 24 aprile al 25 maggio 1992, quando viene eletto Presidente della Repubblica. Dopo quindici votazioni andate a vuoto (13-23 maggio), anche sotto la spinta emotiva della strage di Capaci del 23 maggio, il Parlamento in seduta comune elegge Scalfaro alla massima magistratura del Paese al sedicesimo scrutinio, con 672 voti su 1002 votanti. Presta giuramento come Capo dello Stato il 28 maggio.
Il 2 giugno 1996, in occasione del cinquantenario dell'elezione dell'Assemblea costituente, pronuncia alla Camera dei deputati un discorso celebrativo.
Al termine del settennato presidenziale, il 15 maggio 1999, diventa senatore a vita, aderendo al gruppo misto. All'inizio della XV legislatura, svolge funzioni di Presidente provvisorio del Senato (28-29 aprile 2006). Accanto all'attività politica, svolge un'intensa attività pubblicistica e di educazione costituzionale rivolta alle giovani generazioni. Presiede l'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.

Muore a Roma il 29 gennaio 2012. E' commemorato dall'Assemblea della Camera nella seduta del 1 febbraio 2012 e dal Senato l'8 febbraio 2012.

XI Legislatura della Repubblica italiana

Seduta del 23 aprile 1992, continuata nella giornata del 24 aprile

Il 5-6 aprile 1992 si svolgono le elezioni politiche, le ultime a tenersi con il sistema elettorale proporzionale. Il 24 aprile 1992 Oscar Luigi Scalfaro è eletto Presidente della Camera al quarto scrutinio, con 309 voti su 610 votanti. Nel suo discorso di insediamento, egli ricorda i propri predecessori e dopo aver salutato le alte cariche dello Stato, sottolinea il «dovere di esercitare il mio compito al di fuori e al di sopra delle parti, con totale indipendenza e grande rispetto verso tutti». Dopo aver ricordato la funzione di controllo del Parlamento nei confronti del Governo, egli fa presente alcuni dei problemi che la nuova legislatura è chiamata ad affrontare, dal grave disavanzo del bilancio all'ingresso dell'Italia in Europa, al contrasto alla criminalità organizzata, per cui sarà necessaria «la capacità di risposte equilibrate e puntuali da parte del Parlamento».