Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01047 presentata da GRIMOLDI PAOLO (LEGA NORD PADANIA) in data 25/09/2006

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-01047 presentata da PAOLO GRIMOLDI lunedì 25 settembre 2006 nella seduta n.041 GRIMOLDI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: in data 5 febbraio 2006 si è svolto a Livorno un convegno in una sala circoscrizionale organizzato dalla Lega Nord Toscana sulle libertà civili e religiose, al quale sono stati invitati il parlamentare europeo Mario Borghezio ed il Consigliere Regionale Virgilio Luvisotti, oltre ai rappresentanti dei partiti di Governo e di opposizione, delle comunità straniere e di alcune comunità religiose; in data 2 febbraio 2006 un comunicato dei Democratici di Sinistra definiva tale iniziativa come «una chiara provocazione politica sul nostro territorio»; in data 4 febbraio 2006 la stampa locale ha riportato notizia di un incontro fra il consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Trotta, ed il Questore di Livorno, durante il quale il primo avrebbe chiesto il divieto per la Lega Nord di organizzare il proprio convegno, che il partito della Rifondazione Comunista ha definito, in un comunicato pubblicato il 4 febbraio 2006, «un insulto per i sentimenti ed i valori più profondi della città»; in data 5 febbraio 2006 la stampa locale ha riportato le seguenti dichiarazioni del sindaco di Livorno, Cosimi, in merito alla concessione della sala circoscrizionale: «Credo che il consiglio di circoscrizione sia caduto in un tranello perché la presenza di Borghezio è stata notoria solo negli ultimi giorni»; sempre in data 5 febbraio 2006 il consigliere comunale Trotta, sulla stampa locale, definiva il convegno come un'«offensiva nel territorio»; in data 6 febbraio 2006 la stampa locale riporta gli eventi del giorno precedente, affermando che, a fronte di un convegno con «l'europarlamentare leghista, chiuso in una sala con una trentina di simpatizzanti, tra cui un gruppetto di distinte signore», «centinaia di militanti dell'ultrasinistra e giovani appena usciti dallo stadio dopo la partita col Messina, hanno circondato la strada su cui si affaccia la sede della seconda circoscrizione. Qui parlava l'esponente nordista e a un tratto hanno travolto il cordone di polizia. Sono scoppiati incidenti in varie fasi, ci sono stati lanci di bombe carta, bastoni, sassi, bottiglie, cariche, manganellate, diversi feriti tra gli agenti. I contestatori sono arrivati a dieci metri dalla porta della sala dove erano riuniti i leghisti e sono stati respinti per l'intervento di un drappello del reparto mobile della polizia. Alla fine della conferenza Borghezio è uscito da una porta secondaria ed è stato scortato lontano.»; e ancora: «pochi minuti prima delle 18 all'improvviso da via Borra un gruppo di alcune decine di persone si è fatto largo tra la folla, la pressione alle transenne è aumentata. Giovani armati di bastoni, incappucciati, con caschi e fazzoletti sul volto hanno travolto le due transenne e i poliziotti. Il questore Roca, che era subito dietro col capo di gabinetto Rossi, ha fatto muovere i rinforzi. Un drappello di una quarantina di agenti era subito dietro l'angolo di un altro palazzo, in via Pollastrini, ed è arrivato a passo di corsa in una manciata di secondi, ma sono stati attimi drammatici. I manifestanti avanzavano verso la porta della sala praticamente senza più contrasto e solo quando erano a una decina di metri dall'ingresso sono sopraggiunti i primi poliziotti del reparto mobile. Lo scontro è stato durissimo, in uno spazio ristretto tra palazzi e spallette dei fossi medicei. Il drappello con scudi, caschi e manganelli ha caricato i giovani respingendoli oltre il ponte di via Borra e ha presidiato in forze quel punto. Ma i contestatori sono tornati subito all'attacco e hanno lanciato una gragnola di oggetti contro gli agenti: pietre, bottiglie, bastoni, due bombe carta che sono esplose vicino al muro del palazzo spargendo schegge nel gruppo compatto di agenti. Sono caduti diversi feriti, i poliziotti hanno sbandato, poi hanno riformato il loro schieramento mentre partivano i primi lacrimogeni per respingere i giovani ancora più lontano. Ma ormai era guerriglia in tutto il quartiere. Le forze dell'ordine avevano sigillato tutti gli ingressi alla zona e da più parti sono state attaccate. In via Avvalorati-via della Madonna, di fianco al comune, c'è stata un'altra carica mentre cassonetti venivano messi in mezzo alle strade e alcuni incendiati. Alle 18,10 una nuova carica dei contestatori - un centinaia di persone - è partita da via Borra con altri lanci, sassaiola, risposta con controcarica e lacrimogeni, mentre un elicottero volteggiava sulla zona. Intanto i poliziotti feriti venivano portati via a braccia dai colleghi e sul posto accorrevano una decina di ambulanze e tre medici del 118. Alcuni agenti feriti si sono rifugiati in un portone, uno aveva uno stivale di cuoio trapassato da una scheggia, uno piangeva, un altro vomitava. Contusi anche il vicequestore Rossi e la dottoressa Trotta, dirigente della Digos, portata via in barella.»; sempre in data 6 febbraio 2006, il sindaco di Livorno Cosimi rilascia alla stampa locale la seguente dichiarazione: «il mio giudizio politico su Borghezio è sovrapponibile a quello di coloro che lo hanno contestato»; non è giunta nessuna dichiarazione, da parte di esponenti del centro-sinistra, di solidarietà nei confronti dei partecipanti al convegno della Lega, tra cui alcuni anziani, donne, e ragazzini minorenni, mentre il 6 febbraio 2006 la stampa locale pubblicava la seguente dichiarazione di Lorena Marzini, presidente dei Verdi: «condanniamo chi non ha saputo impedire questa provocazione leghista. Ora chi pagherà i danni di questa irresponsabile condotta, che ha creato le condizioni perché una parte del centro città fosse messo a soqquadro?»; in data 7 febbraio 2006, la stampa ha riportato le seguenti dichiarazioni del ministro dell'interno, Pisanu: «si è trattato di una vera e propria azione di guerriglia urbana, ben orchestrata e condotta da circa 300 facinorosi, appartenenti all'area antagonista, al centro sociale «Godzilla 2001» ed alle frange estreme della tifoseria calcistica locale, raccolte sotto la sigla delle «Brigate autonome livornesi», del questore di Livorno: «Contesteremo l'associazione a delinquere proprio perché siamo convinti che sia stata un'azione premeditata, quantomeno c'era un accordo per trovarsi lì, attendere l'arrivo dei reparti e attaccare con le bombe carta, tre bombe riempite di pietrisco. La finalità di questi soggetti era di sfondare i nostri presidi ed entrare nei locali dove stava parlando Borghezio», e del prefetto di Livorno: i problemi non li ha creati Borghezio ma duecento teppisti; sempre in data 7 febbraio 2006, la stampa locale riporta le dichiarazioni del consigliere comunale De Checchi della Margherita, per cui gli assalti del 5 febbraio 2006 non sarebbero altro che «una ingenuità che ha provocato un serio danno all'immagine di Livorno» e del consigliere comunale Trotta di Rifondazione: «a Livorno è stato compiuto un esperimento scientifico di provocazione», «invitare Borghezio era già di per sé una provocazione e per questo avevamo suggerito di non autorizzare questa iniziativa»; in data 8 febbraio 2006, la stampa locale riportava notizie relative: alle indagini: «Una quarantina di volti su cui lavorare, poi una prima selezione accompagnata da un minuzioso lavoro di verifiche, informazioni, riscontri. Di intelligence . E alla fine - secondo le previsioni - una trentina di persone riceverà qualcosa. Chi un avviso di garanzia, chi un ordine di custodia cautelare nell'ipotesi associativa.», «Chi erano? Cosa hanno fatto? Come si sono radunati? A queste tre domande dovrà rispondere l'inchiesta, il cui primo atto è pervenuto ieri sulla scrivania del sostituto procuratore Carmen Santoro. È una cartellina in cui sono scritti i nomi dei primi indagati, due ventenni viareggini. Uno è stato già "avvisato", l'altro è irreperibile. Ma l'informativa spedita ieri è solo la prima di un fascicolo che si prepara a contenere altri nomi e reati: danneggiamenti, violenza, resistenza, detenzione, di materiale esplosivo e di oggetti atti a offendere (alcuni sequestrati). Reati individuali, in concorso o unificati nel vincolo associativo. Gli investigatori infatti ipotizzano anche l'associazione a delinquere, che farebbe scattare le manette», «Complicate, delicate, lente ma inesorabili. "Spinte" anche dal ministro Giuseppe Pisanu, le indagini sulla guerriglia di domenica vanno avanti e dopo i due viareggini già indagati si conta di allungare la lista di parecchio. Una quarantina di volti filmati dalle telecamere della Digos dovranno essere identificati, l'obiettivo è dare un nome e un ruolo a ciascuno. Per capire chi si è limitato a protestare, chi invece ha trasformato la Venezia in un teatro di battaglia e i reparti di polizia in un bersaglio. Chi è stato?»; sempre in data 8 febbraio 2006, la stampa locale riporta alcune gravi dichiarazioni di Michele Rombolini e Claudio Cecere del Centro sociale «Godzilla»: «la sera in cui i Ds, che hanno la sede della Federazione davanti al Godzilla, avevano la riunione per le candidature. Parlammo con Paolini (presidente della circoscrizione 2, dove Borghezio ha tenuto il suo comizio, ndr), Bufalini e Solimano. Paolini davanti a noi chiamò al telefono un suo collaboratore, spiegando di non sapere niente dell'iniziativa. Poi ci assicurò che si sarebbe adoperato per evitarla». Successivamente - continuano i due, insieme agli altri rappresentanti del centro sociale - «altri ebbero un contatto con il sindaco, il quale ci fece capire che la sala sarebbe stata negata»; in data 9 febbraio 2006 la stampa riporta altre notizie relative alle indagini: «Un'altra infornata di filmati, ottenuti grazie alle telecamere di banche, istituti pubblici e privati. E altri due nomi e cognomi, che portano a quattro il numero degli identificati per la guerriglia di domenica in Venezia, con l'aggressione ai reparti di polizia e l'assedio del parlamentare leghista Mario Borghezio nella sede della seconda circoscrizione. Oltre ai due ventenni viareggini, già denunciati, altri due giovani allungano la lista dei sospetti: stavolta sono della nostra provincia», «In realtà si punta a una denuncia cumulativa: una lista lunga. Niente più risultati centellinati: i volti ripresi dai video e dalle foto, e quindi potenzialmente identificabili, sono una quarantina e l'obiettivo degli investigatori è di risalire a una trentina di essi, attribuendo loro anche un ruolo oltre al nome. Questi ultimi due sono ripresi in azione: entrambi lanciano oggetti verso le forze dell'ordine, entrambi cercano di aggredire fisicamente alcuni agenti, entrambi sono filmati mentre subito dopo rinculano e rientrano nei ranghi. Confusi nella folla e camuffati: ma non sempre. È infatti da alcuni fotogrammi, e dalla successiva attività tecnica e investigativa, che la Digos sarebbe arrivata ai loro nomi e poi ai loro indirizzi. E forse si sono già rivelate utili le immagini acquisite dalla polizia di cui dicevamo in apertura, "rastrellate" tra enti pubblici e privati. Ci sono anche i filmati realizzati dalla videosorveglianza, cioè dalle telecamere installate dal comune due anni fa nell'ambito del programma sicurezza.»; in data 11 febbraio 2006, la stampa riporta le ultime notizie sulle indagini: «Proseguono le indagini della polizia sui fatti avvenuti domenica scorsa, vicino alla sala della circoscrizione di via Finocchietti dove teneva un comizio l'europarlamentare della Lega Borghezio. In questura, nelle ultime ore, stanno analizzando le telefonate fatte dal giovane viareggino - uno dei denunciati - alle altre persone. Da quel telefono potrebbero arrivare, seppur in maniera parziale, le risposte che attende la polizia. In particolare la Digos vuole capire se ci sia stato un contatto fitto tra il ragazzo arrivato dalla tifoseria e alcune persone che sono state riconosciute attraverso i filmati. Soprattutto quelli girati dalle televisioni locali che sono più visibili rispetto a quelli che invece ha fatto la polizia.»; a partire dal 12 febbraio 2006 (7 o giorno successivo agli eventi in questione) è cessata ogni notizia di stampa riguardante le indagini: nessuna novità, nessun interrogatorio, nessun avviso di garanzia, nessun ordine di custodia cautelare; a quanto risulta all'interrogante, a più di sette mesi dagli eventi in questione, nessun provvedimento giudiziario è stato omesso nell'ambito delle attività investigative dirette dalla procura di Livorno -: se il Ministro interrogato non ritenga opportuno esercitare i propri poteri di ispezione previsti dall'ordinamento, in relazione a quanto esposto. (4-01047)

 
Cronologia
sabato 26 agosto
  • Politica, cultura e società
    I consigli di amministrazione di Banca Intesa e Sanpaolo approvano all'unanimità la fusione tra i due istituti.

venerdì 13 ottobre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il sudcoreano Ban Ki Moon, è il nuovo Segretario generale della Nazioni Unite.