Dopo le elezioni del 9 e 10 aprile 2006, con la vittoria elettorale di misura dell'Unione guidata da Romano Prodi, Fausto Bertinotti, segretario del Partito della rifondazione comunista, è eletto Presidente della Camera dei deputati il 29 aprile 2006, al quarto scrutinio, riportando 337 voti su 609 votanti. Nel suo breve intervento Bertinotti si indirizza all'Aula direttamente, «senza la lettura di un testo scritto», al fine di sottolineare «il senso di apertura, di confronto e di dialogo» che egli vorrebbe prevalesse nel Parlamento. Dopo un saluto alle più alte autorità e al suo predecessore Casini, egli indica il compito fondamentale di lavorare per «una forte valorizzazione del ruolo del Parlamento della Repubblica italiana», anche al fine di prevenire «il rischio di un distacco del paese reale dalle istituzioni». Pur riconoscendo il suo essere «un uomo di parte», auspica il ricorso a un linguaggio «della convivenza come valorizzazione delle differenze». Nel ricordare le date simbolo del 25 aprile e del 1° maggio, ripete l'invito di Calamandrei al pellegrinaggio nei luoghi di nascita della Carta costituzionale: «Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà (…) lì è nata la nostra Costituzione».