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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Giorgio Napolitano

XI Legislatura della Repubblica italiana

Seduta del 1 giugno 1992, continuata nelle giornate del 2 e 3 giugno

Presidente. (Pronunzia, stando in piedi, il seguente discorso). Onorevoli colleghi, desidero innanzitutto rivolgere il più caloroso e deferente omaggio al Presidente Oscar Luigi Scàlfaro, che da questo seggio è stato chiamato ad assumere la più alta funzione e dignità di Capo dello Stato. Il messaggio che egli ci ha indirizzato è valso a segnare condizioni fondamentali di garanzia democratica e di unità nazionale, più che mai preziose per la riaffermazione e lo svolgimento del ruolo del Parlamento in un momento cruciale della vita istituzionale e politica del nostro paese. A voi, onorevoli colleghi, è quindi toccato eleggere nuovamente il vostro Presidente. Ed io vi sono profondamente grato per aver fatto cadere la scelta sulla mia persona, in segno di riconoscimento - oso credere - per un lungo servizio sempre rivolto alla valorizzazione del Parlamento come insostituibile espressione e presidio della sovranità popolare e come luogo di decisivo confronto sui problemi della nazione. A questo fine, e solo ad esso, sarà rivolto ora il mio impegno. Farò la mia parte nel contesto di ricco pluralismo istituzionale che contraddistingue il nostro sistema: ricercando in primo luogo la più stretta collaborazione con il Presidente del Senato e prestando attenzione e rispetto ad altri ruoli essenziali, come quelli della Corte costituzionale e del suo Presidente, della magistratura e del suo organo di autogoverno. Opererò qui in piena indipendenza e nel più scrupoloso rispetto dei diritti di tutti i deputati e di tutti i gruppi. Mi preoccuperò di garantire - insieme con la difesa del prestigio e delle prerogative dell'istituzione che insieme rappresentiamo, e insieme con la libertà dei nostri dibattiti - l'efficacia dei nostri lavori. Passa in effetti attraverso questo sforzo la strada della necessaria rivalutazione dell'opera del Parlamento, troppo facilmente misconosciuta. Ma ormai quella strada passa anche attraverso modifiche di carattere strutturale e di ordine istituzionale. Il Parlamento, onorevoli colleghi, ha davanti a sé la più difficile delle prove: riformare se stesso, dettare nuove regole per l'elezione del futuro Parlamento, rinnovare l'intero edificio istituzionale. Si tratta di una prova alla quale non possiamo sottrarci, se vogliamo rispondere alle inquietudini ed alle sollecitazioni del paese, a domande pressanti di efficienza e di trasparenza, di corretta e limpida dialettica democratica, di partecipazione dei cittadini, di moralità e controllabilità nella gestione della cosa pubblica. Il compito non sarà facile: in particolare, il ruolo del nostro Parlamento, al pari di quello di altri Parlamenti nazionali, andrà ridefinito guardando all'Europa, guardando all'Unione destinata a nascere da quel trattato di Maastricht di cui dovremo presto discutere l'atto di ratifica. Andrà ridefinito e rilanciato, il ruolo del nostro Parlamento, in un rapporto di più intensa cooperazione col Parlamento europeo, e individuando il giusto sentiero da percorrere tra più avanzati sviluppi in senso democratico della costruzione sovranazionale e nuove ragioni del regionalismo. Mi si consenta di ricordare come questa prospettiva abbia trovato uno straordinario anticipatore e costruttore in un grande europeo che è stato membro di questa Camera, Altiero Spinelli (Applausi). Onorevoli colleghi, accingiamoci dunque subito all'opera, con la piena consapevolezza delle nostre responsabilità: piena, comune consapevolezza che nulla deve togliere alla nettezza del confronto politico tra maggioranza ed opposizione, ma molto può contribuire alla qualità di quel confronto. Siamo chiamati non solo a decisioni di straordinario rilievo nel campo delle riforme istituzionali, ma ad urgenti e impegnativi dibattiti sui maggiori problemi del nostro paese - già lumeggiati dal Presidente Scàlfaro nel suo messaggio - e sui temi complessi e assillanti della costruzione di un ordine di pace e di giustizia in Europa e nel mondo - innanzitutto, senza indugio, sulla tragedia della Bosnia-Erzegovina. Sarà comunque compito del nuovo Governo sottoporre al Parlamento, perché si pronunci nel modo più libero, scelte concrete di indirizzo della politica interna e internazionale dell'Italia. Onorevoli colleghi, spero di poter contare - sotto ogni profilo - sulla vostra collaborazione, che ricercherò in tutte le forme possibili, nell'interesse del prestigio e della funzionalità di questa nostra istituzione. So di poter attingere all'esperienza e all'esempio di coloro che mi hanno preceduto in questo incarico: nelle ultime tre legislature, con così grande e riconosciuta autorevolezza e misura, Nilde lotti (Vivi applausi), nella quale voglio anche salutare, con affetto e rispetto, la prima donna che nella storia del paese abbia assunto e retto questo ufficio. È per noi motivo di serena fiducia, dinanzi alle prove che ci attendono, l'alto livello di professionalità e di dedizione dei funzionari della Camera - a cominciare dal Segretario generale - e di tutti i dipendenti, impegnati a garantire sempre meglio l'apertura verso la società e la moderna funzionalità di questo ramo del Parlamento. Cercheremo di far conoscere ed apprezzare ancor più l'attività della Camera in tutte le sue espressioni e articolazioni, dialogando amichevolmente con quanti seguono i nostri lavori per la stampa, la radio, la televisione, nell'esercizio della decisiva funzione dell'informazione, sempre inseparabile dal diritto di critica. Onorevoli colleghi, la responsabilità che assumo di fronte a voi e in cui si riassumono tutti gli impegni da me richiamati è quella di far vivere e progredire operosamente la legislatura appena iniziata tra così grandi novità inevitabilmente accompagnate da tensioni e difficoltà. Facciamo insieme dell'undicesima legislatura repubblicana una tappa essenziale di consolidamento e rinnovamento della nostra democrazia (I deputati si levano in piedi - Seguono vivissimi, prolungati applausi). Vi ringrazio, onorevoli colleghi.