Il 2 aprile 1860 si apre la VII legislatura della Camera che, per la prima volta, accoglie i rappresentanti delle regioni recentemente annesse, la Toscana, l'Emilia, la Romagna e la Lombardia. Nonostante il clima fortemente unitario che caratterizza il periodo, la candidatura di Giovanni Lanza fatica ad affermarsi. Pur designato da Cavour, Lanza deve infatti affrontare l'opposizione della sinistra liberale e democratica e consegue l'elezione solo al secondo scrutinio, il 10 aprile, con 129 voti su 219 votanti, dopo che una parte consistente dei suffragi si sono riversati su Rattazzi. Il discorso di insediamento di Lanza si svolge dopo un breve intervento del Presidente provvisorio, Antonio Zanolini, che ha espresso la gioia e la soddisfazione per i primi successi conseguiti dall'ancora non completato processo di unificazione nazionale. Nel suo complesso discorso, Lanza mette in relazione l'elezione con la sua esperienza di ministro del Governo Cavour e con l'azione da lui dispiegata nella lotta per l'indipendenza dell'Italia. Prosegue poi magnificando la grandezza degli avvenimenti degli ultimi mesi: la vittoriosa guerra contro l'Austria, la liberazione di diverse regioni italiane, l'entusiasmo popolare per l'unificazione. Volgendosi ai futuri compiti della Camera, indica come massima priorità la costruzione legislativa e finanziaria dello Stato unitario, assicurando che la Presidenza coopererà attraverso la puntuale osservanza del Regolamento.