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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Lorenzo Pareto

II Legislatura del Regno di Sardegna

Tornata del 14 febbraio 1849

Presidente. (Va ad occupare il seggio della Presidenza) Colleghi pregiatissimi, se mi fossi subito arreso al primo pensiero che mi sorgeva in mente, quando giungevami la nuova che nello scegliere il vostro presidente avente volti gli occhi a me, io vi avrei pregato a volermi disonerare da questo sì onorevole, ma pure grave e difficile incarico, e questo pensiero, che lunghe ore mi ha agitato la mente e m'ha tenuto perplesso, venivami naturalmente suggerito, e dal conoscere le mie forze non adeguate all'impegno, e dal sapere i tempi difficilissimi, e dal timore di non soddisfare alle giuste brame di questo onorevole Consesso. E a questa forse più saggia determinazione di pregarvi di volermi avere per iscusato, io stava per arrendermi, quando, e le istanze di molti, e il pensiero che in certi momenti solenni dobbiamo grandemente alle private considerazioni anteporre le pubbliche, facevami stare in forse del mio proposito; eppoi, confortandomi l'idea che, benevoli quai siete, non avreste voluto abbandonare l'opera delle vostre mani, e mi avreste de' vostri consigli e de' vostri compatimenti sovvenuto, io, sebben titubante, ho infine ardito di assumere questo incarico che voleste conferirmi. Ed or mi presento a voi per ringraziarvi dell'alto onore che mi avete fatto, e per pregarvi che vogliate rendermi facile il disimpegno delle funzioni affidatemi; a queste io cercherò di soddisfare con quell'alacre cura ch'è figlia del buon volere, il quale è la sola dote di che vi prego mi crediate essere fornito, giacché sin d'ora mi protesto che gli errori ch'io mi possa commettere, da insufficienza di forze o d'intelletto, e non mai da mala volontà proverranno; pertanto, se nel moderare le discussioni, se nell'accordar la parola, in qualche svista io mi trascorressi, non vogliate accusarne calcolata parzialità per persone o per opinioni, giacché da questo seggio hanno tutte diritto, quando non vi osti cardinale divieto del regolamento, di ottenere permesso di libera manifestazione, ed io sempre ho avuto per massima che la franchezza del dire, temperata dalle debite forme, partorisce salutarissimi effetti, e sola al conseguimento del desiato scopo può condurre. Sarà quindi mio principalissimo intento di mantenere la libertà della discussione, la quale non può andare disgiunta da un certo ordine a che ha mirato il regolamento, principalissima norma alle medesime, e che è interesse sommo di tutti sia osservato, perché salvaguardia sì delle maggiorità che delle minorità nei tempi difficili. Questi per certo non sono lungi da noi, e vi è d'uopo di somma prudenza e di somma operosità a chi ha in mano il timon della nave per condurla alla desiata meta; ma malgrado le presenti e vicine difficoltà, questa volta certo non falliremo se è unanime il concorso della nazione, e se da voi, che siete gli eletti della medesima, partiranno nobili esempi che la dirigano e che le additino essere l'indipendenza d'Italia la stella polare che deve regolare la nostra navigazione, e che a questa principalissima questione devono essere le altre subordinate, perché le forme sono modificazioni dell'esistenza, e convien prima aggiunger questa per conseguire le altre (Vivi segni d'approvazione); e che tali esempi siate voi per dare, ne è certa caparra quanto già faceste, ne è certa caparra l'amore del paese e delle libere istituzioni che v'infiamma, onde è che dobbiamo avere liete speranze per le sorti della nostra patria, a procacciare le quali vorrete dare sollecita l'opera vostra, e vorrete permettere che in quanto a me vi coadiuvi con quei consigli che da questo seggio devono partire, consigli i quali di poco valore sarebbero se soltanto da me si partissero, ma che sono avvalorati del sapere di chi avete scelto ad essermi aiuto nel disimpegno delle mie funzioni. A questi egregi io anticipo per l'opera loro sincerissimi ringraziamenti, siccome sincerissimi ringraziamenti io faccio all'egregio deputato che con tanto senno ha retto la provvisoria Presidenza a cui era chiamato dalla maggiore esperienza de' suoi anni, e che lunghe volte ancora speriamo poter vedere fungere tale incarico. Pari ringraziamenti io debbo anco a chi in questi giorni a me assente ha supplito qual vice-presidente, e che meglio di me, anco in definitiva, avrebbe voluto occupar tal carico. A voi poi tutti rinnovo le mie preghiere di coadiuvarmi e di compatirmi se al buon volere mal corrispondessero le forze, perché in quello a niun secondo mi vanto di essere, mentre in queste invece ad ognuno di voi mi protesto di sottostare. (Applausi reiterati) Ieri alla Camera si è occupata della nomina di una Commissione per le finanze, ma questa nomina non è stata completata, giacché soli sei sono stati nominati: parmi di aver sentito che la Camera decidesse che il numero componente la Commissione dovesse essere di sette; rimane adunque di nominare il settimo membro.