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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Tommaso Villa

XXI Legislatura del Regno d'Italia

Tornata del 28 giugno 1900

Presidente. (Vivissimi segni d'attenzione). Onorevoli colleghi! Col richiamarmi oggi, con tanta spontaneità di affetto e con tanta concordia di voti, all'altissimo onore del seggio presidenziale, voi avete compiuto un atto che rivela la squisita nobiltà dell'animo vostro. Nella parola semplice e modesta che l'antico deputato di Villanova rivolgeva ai suoi elettori, i più di voi sentirono riflessa la loro coscienza (Vivi e prolungati applausi a sinistra ed all'estrema sinistra) e tradotta la voce imperiosa della verità, e come in essa si rispecchiasse lo spirito ed il pensiero del popolo italiano. (Bravo!) E voi, senza alcuna esitazione, quella frase semplice e modesta faceste vostra: e nel nome dell'ultimo fra gli eletti che la pronunziava, non dubitaste di affermare innanzi al Paese che essa riassumeva la vostra fede e diventava perciò la vostra divisa. (Benissimo! Bravo!) Restituire all'istituto parlamentare tutta la vigoria, tutta la sincera integrità delle sue funzioni (Vivi applausi a sinistra); fare che la tribuna parlamentare rimanga, come fu sempre, la libera palestra sacra alle lotte del pensiero (Benissimo!); serbare incontaminato e puro da ogni pregiudizio di parte, da ogni influenza di passioni e di interessi, dalla brutalità, dalla violenza soprattutto (Benissimo! Bravo! - Vivissimi, generali, e prolungati applausi da tutte le parti della Camera), questo sacro deposito delle libertà parlamentari che una venerata tradizione ci ha affidato, e che deve essere sacro per tutti; ed in questo intento cancellare dall'animo ogni traccia di meschine ambizioni, ogni ricordo di vacue discussioni e di lotte infeconde (Benissimo! a sinistra) per raccoglierci tutti ad un'opera assidua, seria, inspirata soltanto dalla coscienza dei nostri doveri (Applausi a sinistra - Benissimo!); ecco la buona novella, ecco la promessa, che, io pensavo, avrebbe dovuto, come annunzio di pace, inaugurare i lavori della nuova Legislatura. (Bene!) Questa promessa riceve oggi per opera vostra la sua consacrazione; io non sono l'eletto di un partito; sono l'eletto della Camera.
(Benissimo! - Applausi).
Grazie dunque dal profondo del cuore di ciò: che abbiate voluto affermare nel mio povero nome questo sacro proposito di intenti e di opere e, sollevandomi a tanta dignità d'ufficio e di responsabilità, affidarmi un còmpito gravissimo al quale però, sorretto dal vostro aiuto ed inspirandomi agli esempi ed ai precetti di quei valorosi che mi precedettero in questo elevato ufficio, spero di non fallire.
E se fu tale il concetto che ispirò la vostra deliberazione, voi intenderete ancora la necessità di concordare, prima ed avanti ogni cosa, le norme giusta le quali debbano essere ordinati i lavori a cui vi proponete con nuova ed assidua lena di attendere. (Benissimo! a sinistra).
Ogni Legislatura ha il diritto di stabilire il suo regolamento (Benissimo! a sinistra), e per esso di provvedere alla sincera esplicazione della sua vita parlamentare, guarentendo la libera manifestazione delle idee, assicurando la leale esplicazione del voto.
Se nel passato prevalse il pensiero che gli antichi regolamenti dovessero intendersi richiamati a moderare il lavoro della nuova Legislatura, ciò avvenne solo per un tacito consenso che, se non trova ostacolo, non trova neppure una esplicita consacrazione in alcuna disposizione legislativa.
Ogni Legislatura, anzi, secondo il nostro diritto pubblico interno, costituisce un periodo di attività parlamentare del tutto separato e distinto, nel quale tutti gli atti, che non siano stati regolarmente sanzionati dagli altri poteri, vengono meno se la volontà della nuova Assemblea non li faccia rivivere.
(Benissimo!) E chi è di voi ora, onorevoli colleghi, che non senta il grande dovere di non far rivivere alcuno di quegli atti che potrebbero di nuovo aprire il campo ad ingrati dissensi ed a contrasti infecondi? Chi è di voi che non senta il bisogno di purificare l'ambiente da ogni più remoto ricordo di quei fatti che hanno potuto affievolire le nostre energie parlamentari, e defraudare il paese del beneficio di desiderati provvedimenti? Chi di voi vorrebbe riaccendere discordie e resistenze, che nel santo nome della Patria debbono scomparire, per dar luogo ad un lavoro serio, ordinato, assiduo, nel quale tutte le più preziose energie della Rappresentanza nazionale possano misurarsi ad una sola gara, quella di chi sappia portare il più largo concorso alla soluzione dei grandi problemi che oggi reclamano la loro sollecita risoluzione? Questi problemi si riferiscono essenzialmente alla vita economica della Nazione, e presentano, voi lo sapete, un complesso così svariato d'indagini e di studi, toccano una così vasta sfera d'interessi ed una così complicata valutazione degli elementi sociali, che è impossibile di poterli affrontare senza quell'ampiezza e quella libertà di onesta discussione (Benissimo!) che ha sempre formato il vanto della tribuna parlamentare in mezzo ai popoli rifiorenti di vita civile.
E questi problemi noi dobbiamo affrontarli, provando al paese che, sotto gli alti auspici della Monarchia costituzionale, non vi è progresso sociale ed economico, che non possa essere raggiunto. (Applausi prolungati).
E non è che confortati da un nuovo regolamento liberamente concordato per mezzo dei nostri più autorevoli colleghi, che noi potremo intraprendere il laborioso cammino nel quale, sotto l'egida dei nostri liberi istituti, dobbiamo augurarci abbiano ad affluire alla prova della discussione tutte le convinzioni, tutte le idee maturate in oneste coscienze, anche quando si trovino per avventura avvolte fra le nebulosità metafisiche o debbano confinarsi fra le più evidenti utopie. (Benissimo! - Commenti).
Ogni convinzione, ogni idea onestamente professata è un'energia. (Benissimo!).
Ogni energia ha un valore, morale od economico, poco importa, ma un valore che non deve essere trascurato mai. (Benissimo!) La libertà della tribuna non può avere che un limite: quello che è segnato dalla rispettabilità delle persone e dalla integrità delle istituzioni, sotto l'egida delle quali tutti i diritti trovano la loro difesa.
Ogni offesa al carattere personale di chi rappresenta la Nazione, ogni offesa alla dignità dell'Assemblea, ogni offesa al libero svolgimento della sua azione, alla integrità dei nostri istituti, costituisce la violazione di un diritto che in nessun tempo mai potrebbe essere tollerata. (Benissimo!) Noi, o signori, diamo campo libero alle lotte generose e leali; ma, come fra gli antichi combattenti, vogliamo diviso in giuste parti il cielo ed il terreno; vogliamo soprattutto che il torneo abbia luogo con armi cortesi e da gentiluomo. (Benissimo!) La voce augusta del Capo dello Stato; quella voce che, anche nei tempi più difficili e calamitosi, seppe ravvivare la nostra fede e richiamarci agli alti ideali della vita nazionale; quella voce che risponde sempre al cuore della Nazione con affetto confidente, ci ha ricordato poc'anzi i grandi doveri che abbiamo verso il paese, e prima di tutti quello di mantenere salda e sicura la compagine dei nostri istituti. Quella voce fu accolta da tutti noi con sentimento religioso; ed in questo momento solenne noi sentiamo che non falliremo a qualunque prova. (Vivi e prolungati applausi da tutte le parti della Camera).
Onorevoli colleghi! Come avete udito, la mia proposta si riepiloga in ciò: che sia nominata una Commissione con l'incarico di presentare, nel termine di due giorni, uno schema di regolamento da discutersi dalla Camera con quelle norme che saranno stabilite dalla Commissione medesima; che la Camera sospenda per due giorni i suoi lavori ad eccezione di quello che è reso necessario dalla presentazione di un disegno di legge per l'esercizio provvisorio, dalla nomina della Giunta delle elezioni, per accertare quali siano le elezioni non contestate, non che dalla presentazione di un progetto di indirizzo in risposta al discorso della Corona. (Bravo!)