Dopo le elezioni del novembre 1876 e la vittoria della sinistra, Francesco Crispi è eletto alla Presidenza della Camera il 21 novembre, con 232 voti su 347 votanti. Nel suo discorso di insediamento Crispi, dopo aver ricordato la necessità di procedere a riforme politiche ed amministrative secondando le aspettative dell'opinione pubblica, si impegna a garantire all'Assemblea la propria imparzialità e il proprio equilibrio, ma prima ancora la capacità di tenere a freno un temperamento politico naturalmente portato all'eccesso. Come Presidente, afferma Crispi, «dimenticherò il posto da cui venni, ricorderò quello in cui sono». L'Assemblea, prosegue, lo conosce abbastanza per non dubitare del suo amore per la patria e per il progresso. In cambio egli chiede benevolenza ed indulgenza, affinché l'esercizio del mandato che gli è stato conferito risulti più facile.