Nella seduta inaugurale della III legislatura Giovanni Leone è riconfermato Presidente della Camera dei deputati, con 320 voti su 543 votanti. Nella stessa seduta si rivolge all'Assemblea, interpretando la propria rielezione come riconoscimento dei deputati alla rigorosa imparzialità che ha costantemente guidato la sua attività di Presidente della Camera nella precedente legislatura. Richiama poi l'attenzione dell'Aula sulla necessità di contemperare l'esigenza di adeguati tempi di riflessione nelle decisioni parlamentari con quella di maggiore sollecitudine, auspicata dall'opinione pubblica. In tale equilibrio vanno tenuti in seria considerazione altri doveri del parlamentare, come quello di avere un frequente contatto con l'elettorato che, oltre a essere giudice dell'operato dei rappresentanti in Parlamento, è anche «permanente fonte di ispirazione e di controllo». In questo modo si può evitare, secondo Leone, la pericolosa cesura tra Paese reale e Paese legale. Auspica, quindi, un'organizzazione dei lavori comprensiva di interruzioni finalizzate a consentire l'adempimento dei compiti collaterali all'attività parlamentare e un più efficace coordinamento dei lavori con l'opera del Governo.